Mastoplastica additiva: le tecniche di impianto protesi

La personale autostima passa il più delle volte attraverso l’apprezzamento dell’immagine che ogni mattina vediamo riflessa nello specchio. Una regola che vale in particolare per le donne, che spesso desiderano avere un seno più prosperoso per apparire più floride e belle. Tale desiderio può essere soddisfatto in maniera veloce e sicura, a patto di rivolgersi a un chirurgo esperto come per esempio Ivan La Rusca, specializzato in mastoplastica additiva a Napoli. La durata dell’intervento è piuttosto breve, si può effettuare in day hospital e le tre tecniche di impianto protesi alle quali è possibile ricorrere sono: mastoplastica additiva retroghiandolare, mastoplastica additiva retromuscolare e tecnica dual plane.

Prima dell’intervento, naturalmente, il chirurgo plastico napoletano preso come esempio darà indicazioni in merito a precauzioni da prendere per evitare il rischio di complicanze. Poi si potrà procedere, sempre nel nome di qualità e sicurezza. L’intervento, ad ogni modo, non dovrà essere preso alla leggera poiché modificherà il nostro aspetto.

Abbiamo accennato a tre tecniche di impianto, che si differenziano a seconda del particolare posizionamento delle protesi mammarie. Vediamo allora in cosa consistono mastoplastica additiva retroghiandolare, mastoplastica additiva retromuscolare e tecnica dual plane e quali sono le differenze. Facendo una premessa: l’intervento di mastoplastica additiva non va a influire sulla fase dell’allattamento (capezzolo e ghiandola non sono coinvolti).

Mastoplastica additiva retroghiandolare

In caso di una mastoplastica additiva retroghiandolare il chirurgo posiziona le protesi nello spazio tra i muscoli pettorali e la ghiandola mammaria. Si tratta di un’operazione indicata in particolar modo per quelle donne che abbiano già una ghiandola ben sviluppata, inoltre rispetto alla tecnica additiva retromuscolare (che prevede l’inserimento della protesi dietro ai pettorali) l’operazione risulterà nel complesso meno invasiva. Ricorrendo a una mastoplastica additiva retroghiandolare vi saranno tempi di recupero piuttosto rapidi e il dolore nella fase post operatoria sarà contenuto. C’è poi da dire che le protesi così impiantate non correranno il rischio di deformarsi per via delle contrazioni dei muscoli.

Mastoplastica additiva retromuscolare

L’intervento di mastoplastica additiva retromuscolare consiste nel posizionamento delle protesi mammarie esattamente dietro ai muscoli pettorali. Viene realizzata, nel corso dell’intervento, una tasca per l’alloggiamento delle protesi stesse: si va quindi maggiormente a fondo rispetto alla ghiandola. E’ un’operazione di tipo più invasivo sia rispetto alla tecnica dual plane che alla mastoplastica additiva retroghiandolare. Il vantaggio di ricorrere a questa tipologia di intervento è che le protesi non saranno mai visibili dall’esterno, inoltre si riduce il rischio di rigetto delle protesi anche se i tempi di recupero saranno maggiori. La mastoplastica additiva retromuscolare è indicata soprattutto per donne con un seno non troppo sviluppato.

Tecnica di impianto dual plane

Infine diamo uno sguardo alla tecnica di impianto protesi mammarie detta dual plane. In questo caso verrà posizionata dietro al grande muscolo pettorale la parte superiore della protesi. Quella inferiore, invece, risulterà sottoghiandolare. Il nome ‘dual plane’ spiega esattamente questo doppio piano di intervento. I vantaggi di ricorrere a questa tecnica, sempre più apprezzata, sono molti e riguardano in primis l’aspetto finale del seno che risulterà estremamente naturale (la protesi mammaria è infatti quasi del tutto nascosta e non si rischia la deformazione in caso di contrazione muscolare). Anche la fase post operatoria è piuttosto agevole, visto che il recupero non è troppo doloroso e dura solo pochi giorni.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia