La gambe storte e l’equitazione: un falso mito!

Un diffuso luogo comune vuole che l’equitazione faccia venire le gambe storte. Ma non è vero, e i genitori che desiderano mandare i propri figli a cavallo possono stare tranquilli: la pratica non è tale da provocare le gambe storte. Non è questo, comunque, il solo falso mito che riguarda l’equitazione: per esempio, in tanti sono scettici nell’attribuirle la definizione di sport. Invece è proprio così: quando si va a cavallo ci si fa i muscoli, si dimagrisce e si suda, ma soprattutto ci si ritrova pieni di acido lattico per lo sforzo profuso. È meglio non pensare che sia solo il cavallo a faticare, poiché ci si potrebbe ritrovare di fronte a una sgradita sorpresa.

Lo sforzo fisico

Non a caso, il cavaliere deve effettuare una lunga teoria di esercizi molto impegnativi, che sono fondamentali per consentirgli di rimanere in sella il più possibile, anche nelle circostanze più complicate. Un ruolo prezioso è, ovviamente, quello delle staffe, tramite le quali il cavaliere sposta il proprio peso al cavallo. Per essere sicuri in sella, tuttavia, è necessario esercitare una pressione prolungata e forte, una situazione che sforza in maniera significativa i muscoli dell’interno coscia. Ma oltre agli adduttori della coscia, ci sono anche altri muscoli impegnati: i dorsali, i deltoidi, i tricipiti e i bicipiti delle braccia.

L’impegno richiesto per l’equitazione

Chi ha intenzione di andare a cavallo deve essere pronto a prendersi cura dell’animale. Ciò vuol dire che si avrà spesso a che fare con gli escrementi, con la polvere, con il terreno, con il fango, con i peli e con la bava. Non è che curare il cavallo sia molto meno faticoso che montarlo, insomma. Questo è vero anche in considerazione del fatto che il momento della monta viene preceduto e seguito da un gran numero di operazioni che sono fonte di fatica: si pensi a quando si è costretti a trasportare oggetti pesanti, ma anche alle tosate e alle strigliate.

Come approcciarsi al cavallo

Il cavallo deve essere considerato come un essere pensante, e in quanto tale è in grado di effettuare ragionamenti semplici ma lucidi. L’animale, per esempio, è in grado di comprendere subito se è in presenza di un cavaliere esperto o di uno che è alle prime armi. Inoltre, avverte le sicurezze e le insicurezze del suo compagno, riconosce le cose e le persone e sa manifestare in modo chiaro una vasta varietà di sentimenti, dalla paura alla noia, dalla rabbia al nervosismo. Deve essere chiaro, comunque, che un cavallo non è un essere umano, e che le dimostrazioni di affetto troppo invadenti sono da evitare.

Prepararsi alle cadute

Purtroppo quando si va a cavallo si deve essere consapevoli del fatto che le cadute fanno parte del gioco, specialmente nei primi tempi. Questo non deve spaventare, perché non è che ogni caduta sia causa di danni terribili. Anzi, nella maggior parte dei casi non ci sono conseguenze, ma questo non deve indurre ad abbassare la guardia o a non adottare la prudenza necessaria. In ogni caso utilizzare il casco con la mentoniera è fondamentale.

Come si impara ad andare a cavallo

Ci può essere bisogno di anni e anni di apprendimento per essere in grado di andare a cavallo; per altro, le metodologie che possono essere applicate a questo scopo sono numerose e spesso differenti le une dalle altre, frutto di scuole diverse. Ecco perché non si deve commettere lo sbaglio di essere convinti di saper andare a cavallo solo perché ci si è dedicati a qualche lezione di equitazione.

I fantini e i cavalieri

Infine, è utile tener presente la distinzione tra i fantini a i cavalieri. I primi sono quelli che prendono parte solo alle competizioni di corsa a ostacoli o di galoppo; i secondi sono tutti gli altri (nel caso delle donne si parla di amazzoni e non di cavalieri). Mentre per i fantini è importante tenere conto delle restrizioni in termini di altezza e peso, per i cavalieri non ci sono vincoli da questo punto di vista, dal momento che esistono cavalli per chiunque, a prescindere dalla stazza della persona. Anche chi ha un fisico molto possente, dunque, può praticare l’equitazione.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia