Cura Alzheimer, nuova scoperta in grado di rivoluzionare diagnosi e terapie

Cura Alzheimer, nuova scoperta in grado di rivoluzionare diagnosi e terapie

Cura Alzheimer, nuova scoperta in grado di rivoluzionare diagnosi e terapie

Siamo sempre più vicini a trovare una terapia per L’Alzheimer. Una scoperta potrebbe rivoluzionare sia la diagnosi precoce, sia le terapie per questa forma di demenza, spostando l’attenzione su farmaci che stimolano il rilascio di dopamina.

Per la prima volta in uno studio su pazienti, è stato scoperto da scienziati italiani il ruolo chiave di una piccola regione cerebrale, l’area tegumentale ventrale, nella malattia di Alzheimer. Se questa area (deputata al rilascio di una importante molecola ‘messaggera’ del cervello, la dopamina) funziona poco, ne risente il ‘centro’ della memoria, l’ippocampo, quindi la capacità di apprendere e ricordare.

Autrice dello studio è Annalena Venneri, dello Sheffield Institute for Translational Neuroscience (SITraN) in Gran Bretagna, che spiega: “la nostra scoperta indica che se l’area tegmentale-ventrale (VTA) non produce la corretta quantità di dopamina per l’ippocampo, questo non funziona più in modo efficiente” e la formazione dei ricordi risulta compromessa.

Si tratta del primo studio al mondo che dimostra questo collegamento negli esseri umani.

L’Alzheimer è una malattia neurologica in cui la morte delle cellule cerebrali provoca perdita di memoria e declino cognitivo. È il tipo più comune di demenza, che rappresenta il 60-80% dei casi di demenza. Entro il 2050, i numeri dovrebbero raddoppiare.Cura Alzheimer, nuova scoperta in grado di rivoluzionare diagnosi e terapie

L’Alzheimer

  • La malattia di Alzheimer è il tipo più comune di demenza.
  • Si manifesta quando nel cervello si formano delle placche che contengono beta-amiloide.
  • Man mano che i sintomi peggiorano, diventa più difficile per le persone ricordare eventi recenti, ragionare e riconoscere le persone familiari.
  • Una persona con Alzheimer ha probabilmente bisogno di assistenza a tempo pieno.

Sintomi

Una persona con Alzheimer alla fine avrà bisogno di assistenza a tempo pieno.

Per ricevere una diagnosi di Alzheimer, la persona deve aver manifestato un declino importante delle funzioni cognitive o comportamentali e delle prestazioni rispetto a come erano in precedenza. Questo declino deve interferire con la sua capacità di svolgere il sul lavoro o le attività abituali.

Il declino cognitivo

  1. Capacità ridotta di raccogliere e ricordare nuove informazioni, che può portare, ad esempio, a:
  • domande o conversazioni ripetitive
  • collocazione errata di oggetti personali
  • dimenticare eventi o appuntamenti
  • perdersi su un percorso familiare

 

  1. Compromissione del ragionamento ed esercizio del giudizio, ad esempio:
  • scarsa comprensione dei rischi per la sicurezza
  • incapacità di gestire le finanze
  • scarsa capacità decisionale
  • incapacità di pianificare attività complesse o sequenziali

 

  1. Abilità visuali o dello spazio compromesse non dovute a problemi di vista:
  • incapacità di riconoscere volti o oggetti comuni o di trovare oggetti nella vista diretta
  • incapacità di utilizzare strumenti semplici, ad esempio, scelta dell’abbigliamento

 

  1. Parlare, leggere e scrivere, ad esempio:
  • difficoltà a pensare a parole comuni mentre si parla, esitare di continuo
  • non riuscire a completare un discorso e fare errori di scrittura e di ortografia

 

  1. Cambiamenti nella personalità e nel comportamento, ad esempio:
  • cambiamenti di umore fuori dal personaggio, tra cui agitazione, apatia, ritiro sociale o mancanza di interesse, motivazione o iniziativa
  • perdita di empatia
  • comportamento compulsivo, ossessivo o socialmente inaccettabile

Malattia di Alzheimer ad esordio precoce

La malattia di Alzheimer familiare ad insorgenza precoce può colpire le persone più giovani con una storia familiare di malattia, in genere tra i 30 ei 60 anni. Rappresenta meno del 5% di tutti i casi di Alzheimer.

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Articolo scritto da Redazione PinkItalia