Violenza contro le donne: ll 25 novembre a Roma l’iniziativa di PinkItalia

Violenza contro le donne: ll 25 novembre a Roma l’iniziativa di PinkItalia

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Il copione è quasi sempre lo stesso: un uomo ossessionato dalla gelosia che, una volta lasciato o che capisce che la relazione potrebbe finire, è incapace di accettare la situazione e di gestire le emozioni e si abbandona alla violenza con un epilogo troppo spesso tragico.

Relazioni improntate sul possesso e non sul rispetto.

IL PROGRAMMA DI VENERDI’ 25 NOVEMBRE ORE 10:00 A PALAZZO FERRAJOLI A ROMA

Fino a quando non si capirà che il problema di fondo è il modo sbagliato degli uomini di relazionarsi, la violenza maschile sulle donne non si arresterà e il suo tragico copione continuerà a ripetersi e a tradursi in una lunga lista di femminicidi o di violenze inaudite.

 NON PUOI MANCARE! Il 25 novembre a Roma l'iniziativa di PinkItalia

I DATI

La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. Nel mondo  circa 7 milioni di donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni.

I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente.

Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).

Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014).

Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).

Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi.

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LA LEGGE

Il 19 giugno 2013, dopo l’approvazione unanime del testo alla Camera, il Senato ha votato all’unanimità la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio.

Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli.

Dello stesso anno è il decreto Legge contro il Femminicidio che tra l’altro stabilisce:

– l’aggravante nel caso in cui l’omicida intrattenesse una relazione affettiva con la donna
– l’arresto obbligatorio in flagranza con introduzione del braccialetto elettronico

– dieci milioni per il piano antiviolenza e l’obbligo di informazione per le vittime

– la querela irrevocabile in caso di alto rischio per la persona e l’ammonimento per lesioni.

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CONSIDERAZIONI          

Dunque sono stati compiuti passi importanti, a partire dalla Legge del 1981 che eliminava l’articolo 587 del Codice Penale, comunemente nota come Legge sul “delitto d’onore”.

Le leggi però paiono non bastare o, in parte, le leggi vanno poi applicate, cosa che in Italia non sempre accade.

Negli ultimi tempi, a fronte di un numero consistente di femminicidi è emerso il problema dei centri antiviolenza costretti a chiudere per mancanza di finanziamenti da parte dello Stato.

Dunque oggi ancora di più diventa urgente approdare a soluzioni concrete ed efficaci.

Il tema della violenza e dei femminicidi spesso però non riesce ad acquisire autorevolezza sociale, resta un argomento discusso all’interno di circoli per addette ai lavori, che trova eco mediatica sporadicamente e solo quando il delitto garantisca interesse di pubblico.

La violenza verso le donne è invece un tema complesso e socialmente rilevante, che va analizzato ascoltando e analizzando i vari attori sociali.

E allora che fare?

Sempre di più in Italia si avverte il bisogno di un piano di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne.

Le strade da percorrere sono molteplici:

  • sostenere concretamente i centri antiviolenza, che svolgono un ruolo prezioso nell’ascolto e nell’accoglienza delle donne che subiscono violenza;
  • investire nei centri per uomini maltrattantiper affrontare alla radice il problema della violenza maschile;
  • promuovere percorsi di educazione al genere e all’affettività nelle scuole, per decostruire stereotipi e credenze che alimentano un rapporto asimmetrico tra i generi.

In tanti si dicono indignati quando una donna viene uccisa ma la violenza si può prevenire e per farlo dobbiamo accogliere e favorire un profondo cambiamento culturale, che scardini dalle fondamenta il copione della violenza maschile sulle donne

 

PERCHE’ L’APPUNTAMENTO DI PINKITALIA

IL 25 NOVEMBRE A ROMA?

Il tema della violenza contro le donne va affrontato in modo nuovo.

E’ urgente ampliare il dibattito arricchendolo di nuovi punti di vista, perché la violenza contro le donne non sia un tema “per donne”, o meglio “per alcune donne”, ma sia visto per quello che è, un problema irrisolto, spinoso, diffuso, in una società che sta affrontando un passaggio epocale: da società patriarcale ad una che presenti uguali opportunità per entrambi i sessi.

Attraverso una giornata dedicata al tema della violenza contro le donne si vuole andare all’ascolto di professioniste/i ed esperti/e interpellati sul tema che possano offrire punti di vista nuovi e illuminanti.

Non un incontro risolutivo, che cerchi di offrire soluzioni facili ad un problema molto complesso.

Piuttosto una sorta di grande brain storming, dal quale si esca arricchiti da nuove consapevolezze o da inaspettati dubbi.

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Articolo scritto da Redazione PinkItalia