Un nuovo dato preoccupante: donne e gioco, qualche cifra

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L’Osservatorio sui giochi, legalità e patologie di Eurispes e l’Istituto Superiore di Sanità hanno reso pubblici dei dati molto significativi relativi al mondo del gioco d’azzardo in Italia. Il 36,4% della popolazione quasi, in Italia, gioca. Poco più di un quarto, circa 13.453.000 milioni, è “giocatore sociale”, cioè saltuario o tale che pratica gioco solo per divertimento.

Sono circa due milioni, poco più del 4,1% i giocatori a basso rischio, mentre 2,8%, circa un milione e 400 sono quelli a rischio moderato. Il 3% rientra nella categoria dei giocatori problematici e nella stessa figurano anche i cosiddetti giocatori patologici, definibili tali solo quando sono in cura presso strutture nazionali. Sono infine 13.000 le persone che nel nostro Paese sono assistite da Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche delle ASL e questi rappresentano lo 0,87% dei giocatori problematici. E le donne?

Dei 18 milioni e mezzo di giocatori italiani, ben il 29% è di sesso femminile. Una categoria spesso rimasta ai margini di analisi e ricerche e che però sta crescendo via via, assottigliando la linea che separava il sesso femminile da quella maschile: “Le donne sono dipendenti più ‘toste’ da curare rispetto agli uomini, hanno dipendenze più gravi e difficili da superare, con un’enorme difficoltà a chiedere aiuto“, ha spiegato Anna Maria Barattapsicologa del Dipartimento Salute Mentale e dipendenze di Parma.

Tra queste, alcol, droghe e sigarette, ma anche shopping compulsivo, cura ossessiva dell’immagine e gioco d’azzardo, ovviamente. Ma le donne risultano differenti a livello di stile di consumo: il loro, insomma, è un bisogno di alleviare qualcosa, alleggerire, anziché rafforzarsi in una dipendenza.

Le donne, come spiega Baratta, presentano dipendenze più gravi e difficili da superare, inoltre incontrano enormi difficoltà a chiedere aiuto a strutture e personale specializzato. Le dipendenze hanno delle strette relazioni con diversi fattori tra i quali spiccano l’estrazione sociale, la presenza di casi simili di dipendenze in famiglia e l’emarginazione. “Poi ci sono percorsi legati al bisogno di mantenere una certa immagine: ad esempio essere sempre magre, grazie al consumo di farmaci diuretici, stimolanti, anoressizzanti, spesso reperiti e acquistati online“, continua la psicologa parmense.

Ed il gioco d’azzardo, come per gli uomini, è diventata una calamità anche per le donne. La Rete permette agli utenti di sperimentare qualsiasi cosa in ogni momento della giornata, dallo shopping negli store online al gioco sulle piattaforme presenti su internet, e questo rappresenta un problema grave per chi ha la necessità di riempire un bisogno.

Possibili soluzioni? Chiedere aiuto, prima che sia troppo tardi, aver forza e coraggio di parlare ed uscire da un tunnel potenzialmente senza uscita.

Sta già funzionando in via sperimentale il Numero Verde nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità per le problematiche legate al gioco d’azzardo: 800 558 822. Il servizio è anonimo e gratuito, ed è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16

Articolo scritto da Redazione PinkItalia