7 regole d’oro per educare i bambini
7 regole d’oro per educare i bambini
Faccio bene o faccio male? Quante volte noi genitori ci interroghiamo su come comportarci con i nostri figli. Presi dal lavoro, da orari pazzeschi spesso rimpiazziamo le nostre assenze nei confronti dei figli viziandoli.
Ma è giusto? Abbiamo ripreso alcune indicazioni date dal Prof. Giovanni Bollea creatore e fondatore della Neuropsichiatria Infantile (NPI) in Italia, fu lui ad introdurre terapie non farmacologiche e non violente per i bambini con problemi psichiatrici: portò in Italia la psicoanalisi e la terapia di gruppo.
Ma per capire il suo lavoro, magari puo’ essere utile anche un film: lo splendido “Il Grande Cocomero“, firmato da Francesca Archibugi, dove si racconta proprio la storia dei ragazzini in cura a via dei Sabelli 108 a Roma.
E uno degli indiscutibili meriti di Bollea è quello di aver teorizzato e favorito l’inserimento dei bambini portatori di handicap a scuola. Ha scritto due libri Le madri non sbagliano mai (1995) e Genitori grandi maestri di felicità (2005), ambedue di ampia divulgazione, nei quali con grande esperienza e saggezza Bollea esprime i suoi convincimenti e le sue indicazioni per ben operare.
Di seguito le 7 regole d’oro per educare i bambini scritte da Giovanni Bollea:
- Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
- Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
- I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.
- Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.
- Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.
- Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
- Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia