Cosa fare per avere un figlio dopo un tumore

Cosa fare per avere un figlio dopo un tumoreCosa fare per avere un figlio dopo un tumore

Avere un figlio dopo aver superato una diagnosi di tumore oggi è possibile e si può fare in piena sicurezza per mamma, papà e bambino. Sempre più donne giovani sconfiggono malattie che un tempo avrebbero spezzato ogni sogno di genitorialità: i tassi di guarigione da alcuni tumori raggiungono addirittura il 90%.

I chemioterapici compromettono, spesso, la possibilità di una gravidanza in quanto provocano una menopausa precoce riducendo il numero di follicoli nelle ovaie.

È quindi necessario intervenire congelando gli ovuli prima dell’inizio della terapia per poi procedere, a guarigione avvenuta, alla fecondazione in vitro. Ogni anno nel nostro Paese vi sono circa 8.000 cittadini under 40 (5.000 donne e 3.000 uomini) colpiti da tumore e, per far fronte a queste richieste, sono oltre 170 i centri di Procreazione Medicalmente Assistita che applicano non solo la fecondazione in vitro ma anche la crioconservazione.

  • IL PROGETTO

Il Policlinico San Matteo di Pavia è uno dei centro di eccellenza multidisciplinare con un programma di ricerca dedicato allo studio delle migliori strategie e metodologie di crioconservazione dei gameti femminili e maschili al fine di preservarli fino alla completa guarigione dei pazienti.Cosa fare per avere un figlio dopo un tumore

Con l’obiettivo di potenziare l’assistenza a pazienti oncologici o affetti da patologie severe che interferiscono con la fertilità futura nasce il progetto “Madri oltre il tempo della malattia” che si propone di fare ricerca e di mettere a disposizione le migliori competenze, le attrezzature e spazi dedicati. E, per realizzare il progetto ha avviato una raccolta di fondi necessari ad implementare la strumentazione, le tecnologie e le attività del Policlinico.

  • COME SI PRESERVA LA FERTILITÀ

“La procreazione medicalmente assistita permette di prelevare in modo rapido e sicuro le cellule uovo e di conservarle intatte fino a quando la donna avrà superato la malattia e sentirà il desiderio di diventare madre, spiega Rossella Nappi, professore associato e responsabile del Centro di Ricerca per la Procreazione Medicalmente Assistita della Clinica Ostetrica e Ginecologica del San Matteo di Pavia.

Rossella Nappi, professore associato e responsabile del Centro di Ricerca per la Procreazione Medicalmente Assistita della Clinica Ostetrica e Ginecologica del San Matteo di Pavia.
Rossella Nappi, professore associato e responsabile del Centro di Ricerca per la Procreazione Medicalmente Assistita della Clinica Ostetrica e Ginecologica del San Matteo di Pavia.

Inoltre, non si deve dimenticare che anche i partner maschili si possono trovare a dover affrontare patologie i cui trattamenti mettono a rischio la fertilità futura e, pertanto, è possibile crioconservare il liquido seminale. Dare informazioni e creare consapevolezza su un tema così importante è un dovere del medico specialista in tema di fertilità per preservare la capacità riproduttiva in un Paese dove si programma di avere un figlio sempre più tardi e, dunque, con potenziali maggiori rischi e difficoltà”.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia