Elisabetta II, la regina più longeva del Regno Unito
Elisabetta II il 9 settembre diventerà la regina più longeva della storia del Regno Unito. Elisabeth Alexandra Mary (classe 1926) festeggerà un record di lunga vita e batterà un primato, quello della sua antenata, Alexandra Victoria di Hannover Sassonia-Coburgo, che governò 63 anni e 7 mesi, dal 1837 al 1901.
Come precisa ‘The Telegraph‘, la regina Vittoria salì al trono il 20 giugno 1837 e regnò per 23.226 giorni, 16 ore e 23 minuti, un primato che Elisabetta II infrangerà appunto il 9 settembre prossimo, dopo essere diventata dallo scorso gennaio, con la morte del 91enne re saudita Abdullah bin Abdulaziz, la più anziana monarca regnate al mondo.
REGINA PER CASO
Non doveva diventare regina Elisabetta Windsor, figlia di Giorgio VI e Elisabeth Bowes – Lyon, duchessa di York, sposata con Filippo di Edimburgo e già madre di Carlo e Anna (poi arriveranno Andrea e Edoardo). Per uno strano caso del destino, il padre diventa re nel 1936 dopo l’abdicazione del fratello Edoardo VIII, innamorato della scandalosa e pluridivorziata Wallis Simpson. la sua morte sopraggiunse il 6 febbraio 1952.
Quando Elisabetta II venne incoronata regina, con una cerimonia sfarzosa, aveva solo 26 anni e giurò dinanzi ai suoi sudditi che avrebbe dedicato «la sua intera esistenza, che fosse stata lunga o breve», al servizio del suo popolo. E così è stato.
Icona di stile
Ma non ci saranno festeggiamenti il 9 settembre, forse cerimonie private perchè le vere celebrazioni si concentreranno, in primavera, dal 10 al 12 giugno, per il 90esimo compleanno dell’augusta sovrana. Winston Churchill, primo ministro di un’Inghilterra distrutta dalla guerra, ma non vinta profetizzò che Elisabetta, di cui aveva seguito l’educazione, sarebbe diventata un’ottima regina. Quello che Churchill non aveva previsto è l’intenzionale trasformazione della regina in una vera e propria icona per l’Inghilterra, anche grazie alla sua inalterabilità estetica negli anni.
Elisabetta è amante delle tradizioni, dei cavalli, dei cani, in particolare i corgis, una razza speciale con cui convive ormai dalla più tenera età. Sembra che per Buckingham Palace, ma anche nel castello di Windsor e nella residenza di Balmoral ne siamo passati una trentina, tutti appartenenti alla stessa aristocratica famiglia. Un posto a palazzo, che si tramanda di padre in figlio.
Nei soprabiti perfezionato il giro manica per facilitare il regale saluto
Carriera longeva quella di Elisabetta II. Un senso profondo del dovere e del rispetto del suo ruolo. Elisabetta pare inalterabile, immutabile e forse per questo eternamente giovane anche agli occhi dei suoi sudditi. I completini color pastello, il giallo limone, il verde lime, l’azzurro cielo, il verde pistacchio (il rosa confetto, raro, solo per festeggiare, recentemente, la notizia della nascita della bisnipote Charlotte di Cambridge), con tanto di pesetti per non far alzare le gonne, come capita spesso alla duchessa di Cambridge, ma soprattutto i cappelli, sono i suoi trattI irrinunciabili.
Quanto ai preziosi, Elisabetta esibisce broche di diamanti, collier, orecchini di perle sempre in tono con cappottini e soprabiti, mai con i tailleur, troppo borghesi. Soprabiti inappuntabili nel taglio e nella scelta dei tessuti, quelli della regina Elisabetta II, a cui è stato perfezionato il giro manica per facilitare il regale saluto.
Ha indossato oltre 5mila cappelli di 500 fogge diverse
I cappelli della Regina Elisabetta
Mi devono vedere per essere credibile, il suo slogan. Sembra che di cappelli e cappellini Elisabetta II ne abbia indossati oltre 5mila e di 500 diverse fogge. In fondo il copricapo si indossa al posto della corona. Anche da lontano sua maestà deve essere riconoscibile.
Né troppo piccolo, né troppo grande, né troppo invadente.
Sua maestà la regina deve potere entrare ed uscire dalla Rolls comodamente lasciando sempre intravedere i boccoli bianchi. «Mi devono vedere per essere credibile», è lo slogan di una vita, che le attribuisce la scrittrice Sally Bedels Smith autrice della biografia “La vita di una regina moderna”.
Per le borse, poi, stesso modello, da anni, pochissimi i colori
Elisabetta predilige il nero. Sono tutte realizzate dalla maison Launer e lei ne possiede circa 200 molto simili tra di loro. Modelli legati all’opera lirica. Hanno i nomi di Turandot e Traviata. Indossate sempre al braccio e usate anche per lanciare sergnali ai suoi collaboratori
Se la borsa viene appoggiata a terra significa che la conversazione, con il suo interlocutore, è molto, molto noiosa. Se invece l’augusta sovrana la mette in bella mostra sul tavolo l’incontro deve assolutamente concludersi nel giro di pochi minuti.
All’interno di ogni borsa pochissimi oggetti:
- La penna stilografica, un ricordo del padre, Giorgio VI,
- un fazzoletto bianco bordato di pizzo bianco,
- una scatola di mentine,
- cipria e rossetto dolce oleandro di Scozia.
Scarpe eleganti, sobrie, comode, sempre le stesse da anni
Mocassino con fermaglio di ottone a catenella. Scarpe regali, naturalmente, per l’augusta sovrana, ma anche eleganti, sobrie, comode. Sempre le stesse, da anni. Realizzate a mano da artigiani italiani. Un semplice mocassino, in morbida pelle di vitello, con fermaglio di ottone a catenella.
La sua sarta personale Angela Kelly supervisiona il guardaroba. Mai indossare un abito due volte, soprattutto dinanzi alla stessa persona. Ogni vestito, poi, ha una replica identica e conforme, se mai l’originale andasse perduto. Anche nella quotidianità la regina Elisabetta è apparentemente parca e misurata.
Thè early grey della Twinings, kilt e fazzoletto annodato al collo
Al di là degli appuntamenti ufficiali in agenda, la sua quotidianità è scandita da appuntamenti imprescindibili. Sempre gli stessi da oltre 60 anni, come il thè pomeridiano delle cinque (the earl grey al bergamotto della Twinings), gli immancabili kilt quando trascorre le vacanze estive nella residenza di Balmoral in Scozia, o il fazzoletto annodato al collo (ricordate Grace Kelly?) mentre passeggia a cavallo nella sua tenuta.
Ma la regalità è anche legata allo sfarzo spettacolare dei gioielli. Tiare, diademi per le occasioni ufficiale, corone (incoronazioni e apertura del Parlamento), broche, orecchini, bracciali. Si tratta di collezioni personali, che spesso risalgono ai Tudor, agli Stuart, agli Hannover, ai Sassonia Coburgo-Gotha, doni di nozze o più semplicemente pezzi unici di inestimabile valore tramandati, sovente, da madre in figlia, o acquistati dai Windsor da cugini o altriparenti meno fortunati per evitare che andassero dispersi.
Spiccano, ad esempio, la tiara russa di Giorgio III o quella della granduchessa Elena di Russia, acquistata dalla regina Mary, grande appassionata di gioielli, la tiara russa Kokshnik che la principessa Alessandra aveva richiesto simile a quella della sorella, l’imperatrice Maria Feodovna di Russia.
L’attesa delle perle per le nozze
Tra i gioielli di famiglia, che la regina Elisabetta ha spesso prestato, per le cerimonie ufficiali a lady Diana e oggi alla duchessa di Cambridge, consorte del nipote adorato William, orecchini in brillanti, perle e diamanti, un tempo appartenuti alla regina Vittoria, accanto a collane di diamanti, ma anche regali illustri entrati ormai nel tesoro dei Windsor, come la collana portate in dono dal re Faisal dell’Arabia Saudita (brillanti e diamanti a baguette), dal re Khalid (raggi solari contenente perle e diamanti).
Gioielli portafortuna, entrati di prepotenza nella storia e nel cuore dei sovrani, come le perle delle regine Anna e Carolina regalo di nozze alla futura regina d’Inghilterra, da parte dei genitori, che Elisabetta desiderava ardentemente indossare il giorno del suo matrimonio con Filippo di Edimburgo.
Ricordò di aver lasciato le perle a St. James’s Palace e inviò il suo segretario personale, John Colville, a recuperle.
Ma Londra, in quelle ore, era in preda ad una meravigliosa euforia. John Colville dovette abbandonare la macchina a proseguire a piedi verso il palazzo. Irreprensibile e ferma la futura Elisabetta II attese.
In embrione c’erano già le premesse di una giovane principessa che sarebbe passata alla storia come una delle più grandi regine di Albione.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia