#Fertilityday, è bufera sul Ministro Lorenzin

#Fertilityday, è bufera sul Ministro Lorenzin

#Fertilityday

La campagna di comunicazione del #Fertilityday promossa dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha scatenato una vera e propria bufera. Con la giornata della fertilità, fertilityday in inglese, promossa per il prossimo 22 settembre, forse si  voleva ricordare alle donne che la capacità riproduttiva femminile non ha durata eterna e quindi di tenerne conto lungo il corso della propria vita.

#Fertilityday
BEATRICE LORENZIN

Se invece l’idea era quella di incentivare gli italiani a fare più figli questa campagna non ha molto senso, infatti che in Italia non si facciano più figli è vero ma questo è un problema da affrontare a 360 gradi e in modo serio con politiche e incentivi forti per chi decide di mettere al mondo un bambino!

Ma torniamo alla campagna di comunicazione del #fertilityday del Ministro Lorenzin.

Molte le reazioni contrarie come quella dello scrittore Roberto Saviano che sulla sua pagina Facebook ha passato in rassegna e criticato i vari slogan scelti dal Ministro per pubblicizzare la giornata della fertilità. Questa la sua reazione alla campagna #Fertilityday:

#Fertilityday
ROBERTO SAVIANO

“1) La bellezza non ha età, la fertilità sì. Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.

2) La fertilità è un bene comune. Non lo è. Non è come l’acqua. La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo.

3) Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi. Da ovazione, in un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra; dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro. Immagino che tutti i neogenitori quarantenni avrebbero voluto avere figli a venticinque anni, ma magari al tempo si stavano facendo le ossa, stavano lavorando gratis per qualche azienda, stavano forse trovando difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e quindi, responsabilmente (loro sì, per fortuna) avranno pensato che per un figlio ci sarebbe stato tempo.(e ultimo, tiriamo un sospiro di sollievo)

4) La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile. Dove in rosso, evidenziato, non trovate cosciente e responsabile, ma procreazione. Per i nostalgici, un tuffo nel passato”.

Ancora più tagliente la critica di Selvaggia Lucarelli che ha dedicato al #Fertilityday del Ministro Lorenzin una lunga riflessione su Facebook.

#Fertilityday
SELVAGGIA LUCARELLI

Eccola qui: “Ho riflettuto a lungo su quale degli slogan del #fertilityday mi faccia più schifo – ha esordito Selvaggia Lucarelli – La fertilità è un bene comune in effetti aveva parecchie chance di vittoria. Non so voi, ma io non penso alla mia patonza come a un bene comune. O forse la Lorenzin la cataloga ruscello nei giorni del ciclo e zona boschiva se si salta la ceretta un paio di mesi. Allora sì, ha ragione lei e passo allo slogan successivo. Genitori giovani, il miglior modo per essere creativi. Io non la scomodo la faccenda del precariato, i contratti, la disoccupazione. Troppo facile. E’ banale sia lo slogan della Lorenzin perché non tiene conto delle incertezze economiche dei giovani ed è banale la replica di chi ne fa solo una questione economica. Lo sappiamo bene che oggi si fanno meno figli (anche e legittimamente) perché la maternità non è più nè un traguardo nè uno status. Non è solo questione di non arrivare a fine mese. È anche questione di non arrivare a desiderare figli, che è una scelta legittima su cui la signora Lorenzin non dovrebbe mettere becco. Quindi no, non è neppure questo lo slogan peggiore. Passiamo al prossimo. La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile. Questa è bella. Quindi ai figli di genitori coglioni, di coiti maldestramente interrotti, di stupri, di due mojti di troppo, di due che si separano al primo vagito o di due ragazzetti al liceo che fine facciamo fare? Apolidi, in un campo profughi? Aborto selettivo? Tutti a fare da servitù in casa Vacchi? Eppure no. Pensate. Non è neppure questo lo slogan che vince, secondo me. Vince La bellezza non ha età. La fertilità sì. E vince perché non è solo stupido e superficiale come quelli citati in precedenza. Vince perché ferisce. Ferisce proprio le donne che non avevano bisogno di uno slogan imbecille per ricordarsi che la fertilità non è per sempre. Quelle donne che ci provano ma non ce la fanno. Perché sono sfortunate e basta. Perché soffrono di endometriosi e altre patologie bastarde. Perché hanno subito cure mediche o operazioni invasive. Perché non hanno incontrato l’amore o l’hanno incontrato quando era rimasta poca sabbia nella clessidra. Perché non è andata come avrebbero desiderato e invidiano gli uomini con la loro fertilità a lunga durata, come le batterie al litio. Questo è lo slogan che vince, ministro Lorenzin. Perché non offende solo la nostra intelligenza ma anche, e soprattutto, la nostra sensibilità. La prossima volta pensi al #sensibilityday, mi dia retta, che ci fa più bella figura”.

La reazione del popolo del web non si è fatta attendere. Pro e contro scatenati.

E TU? Cosa pensi del #Fertilityday?

 

 

Articolo scritto da Redazione PinkItalia