Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani: in aumento le imprese femminili in agricoltura

Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani: in aumento le imprese femminili in agricoltura

by Gianfranco D’Anna

Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani
Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani

Ci sono interviste e interviste. Quelle di routine, che alternano dosaggi di manierismo e gioco delle parti, e le interviste che fanno testo, che delineano tematiche inedite, avviano dibattiti, diventano riferimento di analisi. Faccia a faccia che lasciano qualcosa dentro, che fanno riflettere.

Intervistare Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani, significa volare alto sull’Italia, sui valori del mondo agricolo, sulle problematiche economiche e ambientali dell’agricoltura e contemporaneamente focalizzare l’evoluzione del ruolo delle donne.

Significa cogliere in anticipo l’accelerazione delle nuove specificità di quella che era un tempo la tradizionale e conservatrice comunità agricola. Una comunità che ha un cuore sempre più femminile: “L’agricoltura è stata nel 2016, una delle cinque macro aree in cui si registra un incremento della presenza femminile” evidenzia Rossana Zambelli per sottolineare il ruolo essenziale delle donne in agricoltura.

  • Dati?

Il 28, quasi il 29% dei titolari delle aziende agricole è donna. Complessivamente 300 mila donne su un totale 800 mila imprenditori.

  • Principali tipologie di aziende con maggior presenza femminile?

La presenza femminile si registra soprattutto nei settori più innovativi, come l’agriturismo, giacché l’ospitalità é donna, ma anche nelle aziende a spiccato indirizzo biologico, in simbiosi con la forte sensibilità e attenzione per l’alimentazione. E poi tutte le aziende che riconvertono, cambiano indirizzo specializzandosi.

Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani

  • Residui di retaggi culturali e difficoltà ambientali nel meridione o in particolari settori?

Certo la titolarità femminile ha sempre il problema della gestione dei tempi. Problema antico al quale non si è trovata una adeguata soluzione, soprattutto in agricoltura dove la famiglia non solo è ancora allargata, ma ha anche la funzione di ammortizzatore sociale, che garantisce i bambini e gli anziani. E in questo la donna ovviamente è più impegnata.

  • Le prospettive di una completa omologazione donna-uomo nel mondo agricolo sono analoghe a quelle della società o differenti?

Direi che l’agricoltura ben rappresenta il tentativo di omologazione delle realtà femminile nella società, la sua evoluzione ed anche le sue difficoltà. Le politiche nazionali, soprattutto quelle comunitarie, aiutano e riconoscono un valore maggiore alla titolarità femminile. La stessa Confederazione, attraverso l’associazione donna, si fa portatrice, anche in Europa, di richieste di specificità e riconoscimenti, negli investimenti, nei programmi regionali, ovunque ci sia la titolarità femminile.

  • Rossana Zambelli non è un esempio isolato fra le donne manager nell’ambito delle confederazioni agricole, ma sono state sempre rose e fiori?

No non sono state affatto rose e fiori, perché anche nell’ambito della Cia-Agricoltori Italiani, cosi come in altre organizzazioni e in generale ovunque le donne accedono a posti di responsabilità, devono dimostrare di più. L’impegno che viene richiesto ad una donna è sempre un impegno importante, gravoso, perché c’é sempre come un interrogativo sospeso, quell’attesa, quella curiosità per capire: ma se la caverà? Tutte cose a cui un uomo non è abituato.Rossana Zambelli, Direttore Generale di Cia-Agricoltori Italiani

  •  A cosa si deve la sua ritrosia rispetto alla prima linea mediatica della Cia Agricoltori Italiani?

Al mio carattere e al rispetto della rappresentanza. Io sono sempre rispettosa del ruolo del Presidente Dino Scanavino. I direttori sono a fianco della rappresentanza. La prima battuta è quella del Presidente, degli imprenditori. Aggiungo che per la Confederazione questo è il primo mandato in cui l’autoriforma del 2010 si è completata. Dal 2014 tutti i presidenti regionali, tutte le giunte e tutte le direzioni sono affidate al 70% agli imprenditori. E per rendere visibile questo cambiamento io, come tutti gli altri dirigenti siamo al fianco dei vertici della rappresentanza per far risaltare ancora di più all’esterno il loro ruolo di servizio nei confronti dei soci, imprenditori e coltivatori agricoli.

  •  La domanda che si aspettava e che non le abbiamo rivolto?

Nessuna in particolare. Le interviste condensano sempre un insieme di curiosità e di notizie. Per me è importante comunicare l’orgoglio di avere ruoli e responsabilità di rilievo al vertice della Cia- Agricoltori Italiani, la seconda organizzazione delle imprese agricole del paese. E poter raccontare come si esercita un ruolo di primaria importanza nella governance, quindi nella gestione: credo che questo sia un mix di successo per la Confederazione.

 

Articolo scritto da Redazione PinkItalia