Serena Pellegrino, una rivoluzione in 20 parole

Serena Pellegrino, una rivoluzione in 20 parole

Serena Pellegrino, una rivoluzione in 20 parole1

Il suo mantra è: facciamo dell’Italia “una bellezza Costituzionale”.

Serena Pellegrino, architetto, parlamentare per Sinistra Ecologia e Libertà, eletta in Friuli Venezia Giulia, ambientalista ma soprattutto esteta, ha proposto, con grande riscontro mediatico ma finora scarsa incidenza istituzionale, la modifica dell’Art. 1 della Costituzione.

Al classico “L’Italia é una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”. l’On. Serena Pellegrino intende far aggiungere: «La Repubblica Italiana riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali».

Serena Pellegrino, una rivoluzione in 20 parole

L’obiettivo, spiega a PinkItalia, è molteplice: certificare a livello mondiale il valore intrinseco ed estrinseco del patrimonio artistico, culturale e ambientale; rappresentare un volano economico; bloccare scempi e abusivismo. Una rivoluzione in 20 parole.

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#30 mesi a Montecitorio 100 battaglie, dalla bellezza in Costituzione alla sfida ai giganti della Silicon Valley. Il fronte più impegnativo?

“L’ipocrisia di tutti coloro che ogni giorno pronunciano e dichiarano con i titoli di operare per il bene dei cittadini, della nostra bella Italia, di tutti i suoi abitanti e con i fatti invece promuove gli interessi di poche lobbies pronte a dettare quotidianamente la linea.”

#Poca sensibilità? indifferenza? Perché un’iniziativa come quella dell’inserimento del concetto di bellezza quale riferimento nazionale nel primo articolo della Costituzione è stata accolta tiepidamente dal Parlamento e dalla gran parte dei media?

“Non direi, anzi. È stata una mia volontà non lanciarla subito. Una chiara scelta progettuale. Più di un anno fa ho depositato la proposta di legge per il riconoscimento della Bellezza in Costituzione in totale sordina. Appena un mese dopo ho desiderato coinvolgere coloro che a questa parola hanno dedicato tutta la loro vita – operatori di Bellezza li ho voluti chiamare – per capire se ero sulla strada giusta, se era vero che ci fosse la reale e concreta necessità di un pronunciamento così forte e ho trovato un coro unisono di approvazione.

Successivamente ho interrogato i miei colleghi parlamentari e nel giro di poche settimane abbiamo superato le 140 firme di deputati, di ogni schieramento, senza distinzione di appartenenza. Il risultato: oggi le adesioni sia da parte delle associazioni sia da parte dei colleghi deputati continuano a crescere.

Forse qualcuno può pensare che ci voglia “ben altro” in questo momento così difficile per il nostro Paese? Ebbene rispondo quello che dico a tutti i cittadini che incontro settimanalmente e che puntualmente concordano: la parola Bellezza, sconosciuta alla ragioneria di Stato è il valore aggiunto che l’Italia può vantare e su cui può puntare per riuscire ad uscire da questo empasse di degrado culturale e caduta economica. La parola Bellezza deve rientrare tra le priorità anche della nostra economia. Ed è proprio per questo che ho voluto inserirla all’articolo 1 della Costituzione.”

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#Esiti del braccio di ferro in corso per la startup che marginalizza gli Architetti?

Al momento 1 a zero per la “piccola Pellegrino” che si è schierata contro il colosso, la Silicon Valley, che sostiene i mediatori di servizio. Di fatto non possono definirsi “architetti”.  Davide contro Golia, la fionda sempre a portata di mano. Invitata durante la festa della rete ho trovato un mondo in cui il virtuale e il reale si confondono e che vedono per il futuro un mondo governato unicamente dalla sharing economy, in nome di un fantomatico risparmio per il consumatore.

Fermo restando che non ho nulla contro questo metodo di vendita, ma che a mio parere può essere una parte dell’economia, sostengo e affermo con determinazione che non si possono aprire le porte verso nuove economie senza avere posto i rispettivi confini di azione e appartenenza.

La deontologia professionale a cui tutti i professionisti devono rispondere al ministro di Grazia e Giustizia, mi sembra il primo passo necessario.

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#Ultime tre “arrabbiature” politiche?

 “L’ultima è fresca.. Ma possiamo dire che si è replicata altre due volte.

Dopo aver combattuto, per un anno e mezzo, la prevaricazione delle cosiddette “società di ingegneria” che – voglio sottolineare – non sono i poveri giovani ingegneri ma i colossi che si sono divorati tutti gli appalti pubblici degli ultimi anni, ho perso l’ultima battaglia. Vale la pena approfondire un pò.

Tutti conosceranno almeno un ingegnere, architetto,  geometra,  perito,  geologo,  insomma un professionista tecnico. Costoro dopo aver conseguito la laurea per accedere alla professione e firmare un progetto devono fare un esame di stato, iscriversi ad un ordine professionale, seguire le norme deontologiche, rispondere al ministero di Grazia e Giustizia che, attraverso l’ordine provinciale gli consegna il timbro con il quale potranno garantire ai cittadini che quel progetto risponde a quanto definito per legge, pena l’espulsione dall’ordine.

Ebbene i signori delle società di ingegneria, che ora possono accedere solo alle gare d’appalto pubbliche, da domani, qualora la norma non dovesse essere stralciata al Senato, potranno accedere anche ai contratti privati senza avere gli obblighi dei professionisti abilitati, ovvero gli obblighi li devono avere solo i tecnici che lavorano a libro paga per loro.

Con tutte le mie forze, ma sostenuta dalla rete delle professioni tecniche, ho combattuto perché le società di ingegneria, che di ingegneria hanno solo il titolo perché sarebbe più giusto chiamarle società private di capitale che fanno capo a OICE e sostenute dal ministro Guidi, fossero equiparate alle società tra professionisti, ovvero che rispettassero le regole che vengono imposte ai professionisti. C’eravamo quasi riusciti.

La commissione attività produttive aveva approvato un emendamento che andava in quella direzione: società di ingegneria volete fare le opere di progettazione? Dovete iscrivervi all’albo professionale.

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Ebbene con un colpo di mano il Governo, con l’appoggio di una collega del Pd, Francesca Bonomo che ancora oggi non capiamo perché si sia fatta alfiere per un anno e mezzo di Confindustria e OICE mettendosi contro praticamente tutti i colleghi parlamentari, per mano della sottosegretaria Simona Vicari in Aula fanno passare l’emendamento sanatoria. Di sanatoria si tratta perché già molte società di ingegneria in violazione della legge hanno sottoscritto contratti privati. Ma si sa dopo aver mangiato tutto il comparto pubblico ora costoro sono senza lavoro e pescano dove capita.

Quale sarà l’esito? Che i professionisti giovani o vecchi che siano se da domani vogliono progettare dovranno iscriversi a libro paga delle società di capitale dare il massimo con il minimo reddito. Perché tanto c’è sempre uno dietro pronto a prendere il suo posto.

Questa non è concorrenza questo è nuovo schiavismo.

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#Orizzonti di Sinistra Ecologia Libertà?

“Ha detto bene: Sinistra ECOLOGIA Libertà. Perché la trasformazione da “e” a Ecologia non è stato un passaggio semplice. Ed io mi ritengo la “e” di SEL. L’orizzonte politico di una forza di sinistra, con vocazione di governo, che di fatto era nata cinque anni fa per morire in un percorso più ampio vive di costanti trasformazioni.

Un dato è certo però, quello che vediamo svolgersi ogni giorno sotto i nostri occhi attraverso le scelte del Governo non ci fanno dire: “questo è l’orizzonte di SEL”.

Il Parlamento invece è, di fatto, al servizio dei cittadini, rappresenta il popolo sovrano, e lo dimostra ogni qual volta che si trova a dover approvare leggi di iniziativa parlamentare, non ci sono steccati. Le maggioranze parlamentari spesso non coincidono con le maggioranza di governo. E questo troppe volte non viene percepito.

#Dimensione personale, oltre la politica, di Serena Pellegrino?

Nasco donna, muoio architetto. Non potrei mai rinunciare a questa prospettiva.

Rivendico con forza questa dimensione e anche in questo frangente, sebbene non riesca a dedicare tempo alla mia professione perché il ruolo di parlamentare mi prende a tempo pieno, mi spendo per difendere una figura così tanto necessaria quanto vituperata nel nostro Bel Paese. Una professione di cui l’Italia necessità quanto il pane. E ce lo chiedono i cittadini stranieri ogni qualvolta vengono nel nostro paese. Ricordo che i bei centri storici italiani non sono stati progettati da “grandi firme” come Palladio, Alberti o Brunelleschi, ma da semplici progettisti affiancati da committenti rispettosi della professionalità. Tutto questo oggi non c’è più, stiamo purtroppo perdendo una grande opportunità. Ma lei vuole sapere chi è Serena Pellegrino? Ebbene posso rispondere: Serena a Pellegrino è ogni giorno di più omen nomen. Il mio scopo nella vita: riuscire a perseguire il pellegrinaggio dell’esistenza, in ogni momento della giornata, vivendolo serenamente.

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#Classifica delle preferenze fra scrittura, lettura, musica, cinema, mostre?

 “Musica, mostre, scrittura e lettura ex equo, cinema.”

#La domanda che si aspettava e che non abbiamo fatto?

 Cerco di non avere aspettative: chi si illude, si delude e io non amo le delusioni.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia