Giovani disoccupati: quando precarietà fa rima con depressione

Sono i dati di un sondaggio condotto da YouGov per il Princès Trust Macquarie Youth Index a disegnare un quadro allarmante che riguarda i giovani britannici.

Questi giovani- dai 16 ai 25 anni di età- hanno rivelato di non avere “nulla per cui vivere”.

Il campione utilizzato per tale sondaggio è rappresentato da migliaia di giovani del Regno Unito che vivono con grande disperazione la difficile situazione lavorativa. La disoccupazione, infatti, viene riportata come una tra le cause maggiori che hanno determinato l’insorgenza di vissuti depressivi molto forti.

La mancanza di un lavoro genererebbe nel 40% dei casi sentimenti di angoscia, attacchi di panico, pensieri suicidari e disturbi depressivi importanti. Il 9% dei giovani presi in esame ha dichiarato di “non avere nulla per cui vivere” manifestando chiaramente una totale assenza di fiducia verso il futuro.

Si tratta di una situazione molto preoccupante che fa emergere la necessità di intervenire tempestivamente per risolvere il problema. Sono anni che i giovani soffrono per la precarietà del mondo del lavoro e per una difficoltà reale a divenire autonomi economicamente dalle loro famiglie che non sempre sono in grado di offrire loro un sostentamento a lungo. Questi risultati così allarmanti sono una vera e propria richiesta di aiuto rispetto a un bisogno naturale per una generazione in crescita. Giovani che hanno lavorato sodo per costruirsi un avvenire, si trovano senza alcuna prospettiva lavorativa e questo incide pesantemente sulla possibilità di nutrire per sè sentimenti di speranza.

Sentire, infatti, di “non avere nulla per cui vivere”, vuol dire aver perso la progettualità necessaria per costruire un futuro. Oltre a questo, sembra mancare la fiducia verso se stessi e verso una società che non riesce più a garantire un futuro.

Tali dati risaltato ancor di più se si pensa che le recenti statistiche riguardo la disoccupazione avevano registrato risultati più incoraggianti rispetto a quelle precedenti. Non sembra, quindi, che deboli segnali di ripresa destino sentimenti di angoscia e di sfiducia molto profondi.
Il senso di impotenza, probabilmente, è troppo forte per portare questi giovani a reagire.
Eppure guardare solo al futuro, oltre a rischiare di renderci impotenti, può farci perdere di vista l’unico aspetto su cui abbiamo veramente potere: il presente.
“Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente”, affermava saggiamente Seneca anche se in tempi molto diversi da questi attuali.

Dott.ssa Antonella D’Oriano
Psicologa, psicoterapeuta

Articolo scritto da Antonella Doriano