Antonio Patuelli Presidente ABI: “La presenza delle donne ai vertici delle banche è in crescita e deve essere incentivata”

antonio patuelli presidente abi intervista pinkitalia
ANTONIO PATUELLI PRESIDENTE ABI

Spesa e risparmio familiare, investimenti per i figli, carriera e piena autonomia retributiva: donne sempre più al comando non solo nella gestione dei beni di famiglia, ma soprattutto dei vertici di aziende, istituzioni, professioni.

Capitane d’industria e leader dell’innovazione e della finanza: da Fabiola Gianotti a Ornella Barra (classificata da Fortune fra le 50 manager più influenti in Europa, Medio Oriente e Africa), da Diana Bracco a Marina Berlusconi, da Lucrezia Reichlin a Silvia Candiani (General Manager di Channel Group per l’Europa), da Emma Marcegaglia a  Miuccia Prada …. e l’elenco potrebbe continuare per diverse pagine.

Donne al top e comuni cittadine, accomunate dalla cultura del risparmio, che come ha sottolineato in diverse interviste il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, “é una cultura di valori, di principi, di responsabilità, di consapevolezza dei rischi, di consapevolezza di quanto sia faticoso risparmiare e investire in maniera produttiva e redditizia”.

Sottosegretario nel Governo Ciampi e più volte parlamentare, da oltre 20 anni Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna, Antonio Patuelli sta guidando con rigore l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) facendola uscire dalle secche della crisi economica internazionale.

antonio patuelli presidente abi intervista pinkitalia
Antonio Patuelli Presidente ABI insieme con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

——————-

  • Donne ed economia, un connubio inscindibile. Un rapporto di base e di vertice. Dall’apporto familiare alle molteplici leadership aziendali. Come si delinea il trend del ruolo delle donne nella gestione delle banche?

Le donne italiane nel corso della crisi hanno dimostrato una capacità di adattamento anche superiore a quella degli uomini. Non sfugge a nessuno come il tema delle donne nell’economia del Paese sia strategico. Occorre andare, attraverso le riforme che mancassero, verso il superamento dei vincoli che ancora frenano lo sviluppo delle carriere femminili e l’accesso alle posizioni più elevate, anche a causa dei prevalenti legami con la cura della famiglia. Il settore del credito è in prima linea nell’economia produttiva nazionale per la valorizzazione delle risorse femminili, prova ne è una serie di elementi nei rinnovi contrattuali con forme di flessibilità che consentono di poter gestire, meglio che altrove, il tempo di lavoro. In numeri, secondo i dati più aggiornati, la presenza delle donne ai vertici delle banche è in crescita, con ampi margini di miglioramento: dal 1993 la percentuale in organi amministrativi, di controllo e nell’alta dirigenza è salita dal 2 al 10 per cento.

  • In Italia il tasso di occupazione femminile è al di sotto del 50% , contro una media europea che si attesta al di sopra del 58%: la fotografia dell’Istat rende l’idea di come l’Italia debba fare ancora molta strada per implementare l’occupazione femminile. C’é anche un contesto Abi?

È in atto da tempo nelle banche in Italia un progressivo cambiamento nella struttura occupazionale del settore orientato verso il personale femminile. La differenza occupazionale per genere continua infatti a ridursi e in termini prospettici, considerate le politiche gestionali aziendali, è ragionevole attendersi un prossimo sostanziale equilibrio tra uomini e donne. Ad ora si evidenzia un costante consolidamento del processo di crescita del personale femminile rappresentando il 44,7% del totale occupati del settore bancario.

antonio patuelli presidente abi intervista pinkitalia

  • Le donne nei processi decisionali apportano un contributo diverso rispetto a quello degli uomini ?

C’è una ampia letteratura che mostra le diversità di reazioni e di approccio di uomini e donne. Le donne sembrano più avverse al rischio. Gli uomini avrebbero la tendenza a far prevalere la “rabbia”, che li renderebbe più disposti ad accettare maggior rischio. Sono questioni di studio interessanti, ma non mi sembra possano essere sinceramente decisive. Da studi approfonditi emerge che molte di queste  differenze si attenuano significativamente nelle donne nelle posizioni manageriali o nei professionisti. Dietro questi dati si nascondono spesso più pregiudizi impliciti che benefici per le donne. Personalmente credo nella professionalità, nella competenza delle donne, che sono motori e moltiplicatori di competenze e portatrici di eccellenze e quindi, segni tangibili di meritocrazia.

  •  Come è cambiato il rapporto fra le donne e il potere politico?

Nella storia della Repubblica si è assistito a un cambiamento davvero profondo. Sulle macerie della seconda Guerra Mondiale si gettarono le basi di una nuova Italia anche attraverso l’estensione del diritto di voto alle donne. L’anno cruciale fu il 1946: in marzo si tennero le prime elezioni amministrative che videro la partecipazione femminile. La successiva data del 2 giugno 1946, giorno delle elezioni per l’Assemblea Costituente e del referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica, sancì formalmente il più ampio e generalizzato ingresso delle donne nella vita politica italiana. Però su 556 deputati della Costituente le donne elette furono 21, meno del 4%. Di quella esigua prima rappresentanza fecero parte deputate destinate a una lunga e prestigiosa carriera parlamentare. Nei decenni successivi al 1946 la presenza femminile nelle istituzioni e nell’economia si è sempre più consolidata.

  • L’evoluzione riguarda anche i vertici internazionali, dopo Margaret Thatcher e Angela Merkel anche in Africa e in Asia si sta affermando l’equiparazione uomo-donna. Una svolta che a novembre potrebbe riguardare per la prima volta anche la Casa Bianca, con Hillary Clinton.

Il ruolo forte del Presidente degli Stati Uniti (si pensi ai poteri attribuiti al Presidente dalla Costituzione in ambito di politica estera, politica militare e di indirizzo dell’economia nazionale) ha un’influenza che anche travalica i confini domestici.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia