#SocialCafè, il Digital Coach Luca Menna: “Migliorare la nostra vita sociale e lavorativa grazie a un’immagine digitale funzionale e corretta”

La figura del Digital Coach, ovvero il professionista che insegna a massimizzare l’utilizzo dei Social Media, è sempre più richiesta. Come ci spiega l’esperto Luca Menna, non solo vip, politici, e imprenditori richiedono questa figura professionale, ma anche persone comuni in cerca di fama, successo o riscatto attraverso i Social Network

Nella foto Luca Menna
  • Secondo gli ultimi dati pubblicati da Audiweb powered by Nielsen in Italia al momento sono 30,7 milioni gli utenti online, cioè il 55,8% della popolazione totale. Cambierà questo dato o il Paese resterà diviso?

Ho letto i dati Audiweb che delineano una tendenza al rialzo specie per i dispositivi mobili (smartphone e tablet), ormai e per fortuna oltre la metà degli italiani è online. Interessante notare che le donne spendono online in media 2h 32m contro le 2h 08m degli uomini. Il cosiddetto Digital Divide comprende una serie di fattori tra cui età, area geografica, copertura Wi-Fi e naturalmente alfabetizzazione digitale

  • Sempre secondo Audiweb powered by Nielsen (dati annuali 2016) pare che Facebook in Italia sia più frequentato da uomini che da donne. Per quale motivo?

L’infatuazione collettiva iniziale per Facebook è diventata in certi casi utilità del servizio (penso a chi ha parenti ed amici lontani, penso ai mercatini online dell’usato, ai gruppi e ai fandom) mentre in altri casi si tratta di semplice ricerca di nuove amicizie e contatti. Quest’ultima funzione è stato il motore che ha fatto nascere questo Social Network, che ancora oggi, specie per gli uomini, rappresenta una buona opportunità di conoscere prima che dal vivo una persona. Facebook è ancora oggi la piattaforma più grande per incontrare un potenziale partner.
Ma è vero che gli uomini sono i più assidui frequentatori di questa piattaforma  per i motivi suddetti, mentre le donne gestiscono i gruppi più grandi e le fanpage spontanee

Audiweb powered by Nielsen, gennaio 2017
  • Si sente spesso parlare di Dark Web, di cosa si tratta e quanto è pericolosa? 

Il Dark Web o Deep Web è una rete parallela accessibile tramite software particolari dove in genere avvengono una serie di attività illegali. La non tracciabilità e l’anonimato di questo sottosistema favorisce lo scambio di dati sensibili come identità, commerci illegali, password di accesso a siti o servizi a pagamento o anche solo… consigli di natura varia. Sconsiglio vivamente a chi non è esperto di farsi un giro nel Deep Web; potreste trovarvi il conto svuotato e la vostra identità clonata

Il Deep Web è molto più grande del Web
  • A che punto siamo con l’istruzione all’utilizzo dei Social Media nelle scuole?

Siamo ad un punto morto. Purtroppo la crisi e i continui tagli non consentono al nostro Paese di mettere in agenda un Ministero ad hoc per Internet (cosa da me auspicata) ma neanche una politica nazionale di alfabetizzazione digitale.
I recenti casi di suicidi, condivisione di fake-news, le bufale della rete, dovrebbero far comprendere quanto il fenomeno digitale è radicato e ormai componente imprescindibile della vita umana. Dovremmo fornire a tutti quantomeno gli strumenti base per difendersi, e non commettere errori

  • Quali sono gli errori più comuni che si fanno sui Social Media?

Nel corso del tempo le cose sono migliorate, abbiamo imparato dai nostri errori e da quelli altrui su cosa pubblicare e non.
La questione di fondo riguarda la privacy, e i Social Media sono l’opposto della privacy. È la piscina preferita per chi vuole apparire spesso…
Il mio consiglio è quello di non geolocalizzarsi troppo spesso e di evitare di postare foto di beni materiali e di appartamenti che sono facilmente identificabili o localizzabili. Un sistema semplice, è quello che è nato su Instagram con l’hashtag #latergram: pubblicare foto che si riferiscono ad un evento passato; non pubblicare le foto in tempo reale geolocalizzandosi, ma aspettare di trovarsi altrove

#Latergram: caricare la foto in un momento successivo
  • Chi sceglie di rivolgersi a un Digital Coach?

In genere si viene contattati da politici, imprenditori di successo e vip.
Tutti hanno in comune lungimiranza e capiscono le potenzialità del mezzo; accettano di farsi guidare almeno per un primo periodo in modo da riconoscere gli errori più comuni e stabilire quali siano le piattaforme più consone ai propri obiettivi. Le donne, in particolar modo, sono molto più sensibili alla questione e accettano più volentieri di apprendere tutte le opportunità che i Social Media possono offrire

  • Ti capita di essere contattato anche da persone comuni che sognano di diventare star del web?

Sì. È un fenomeno recente, persone comuni che vogliono avviare una ‘carriera digitale’ in maniera corretta ottimizzando visibilità e qualità dei post. Avere un’immagine digitale funzionale e corretta può migliorare, e di molto, la vita lavorativa e sociale. Molto spesso si tratta di donne che lavorano nell’ambito del fashion-food o della tecnologia; mi è capitato di collaborare al lancio di una nuova linea di jeans o di pubblicizzare una nuova App per l’ascolto di musica in streaming, oppure di avviare e curare le PR sui social di una senatrice

  • Cosa pensi del ruolo degli influencer all’interno dei programmi televisivi?

Il ruolo degli influencer è molto importante, ma secondo me ancora sfruttato male qui in Italia. L’influencer ha il suo pubblico, e spesso questo non è lo stesso di quel programma o di quella fiction, mi si potrebbe obiettare che è meglio così se si cerca nuova audience, ma spesso il pubblico in qualche modo si sente tradito. Ho assistito ai vari esperimenti di web TV, dal web alla TV, e viceversa, tutti con scarsi risultati. Manca un allineamento fra contenuti, media, e fruizione finale, molto spesso si perde la spontaneità

Nella foto Schmee150 un vlogger che su YouTube ha 960,151 iscritti e 365,661,389 views

In ambito non televisivo ho curato delle campagne digitali usando esclusivamente influencer e una pianificazione worldwide che ha avuto un discreto successo, grande e faticoso lavoro di ricerca e organizzazione, non è una cosa che si fa da soli, serve un team dedicato

  • Secondo te una campagna Social ben strutturata può aumentare gli ascolti di un programma televisivo?

Sicuramente sì, e sempre di più nel tempo. Essere in contatto con il fandom, fornire contenuti esclusivi agli influencer, aiutare gli utenti all’estero, fornire backstage, contenuti esclusivi e attivare contest, può davvero spostare parecchio lo share aumentando in maniera considerevole l’interesse per il programma o la fiction in rete

  • Sei il fondatore e amministratore del gruppo Facebook “Pubblicitari Italiani”, ce ne vuoi parlare?

Ho fondato Pubblicitari Italiani per gli addetti al settore, studiosi, studenti e semplici curiosi, diversi anni fa. È un gruppo con pochi ma selezionati post, dove alle discussioni partecipano anche pubblicitari molto importanti. Sono molto contento dei risultati che sto ottenendo, sono anche stato contattato per motivi di lavoro da diversi iscritti. Ad oggi il gruppo vanta oltre 2700 iscritti

La Cover del Gruppo Facebook Pubblicitari Italiani
  • Facebook è al lavoro per regalare agli utenti l’esperienza della realtà virtuale. Non pensi che si rischia di perdere ancora di più il contatto con la realtà?

Quando Facebook nel 2014 ha avviato il progetto Oculus ero un po’ scettico e lo sono ancora. La realtà virtuale è una tecnologia stupenda se applicata in campo medico o tecnologico e forse meno in campo ludico, un po’ come la televisione 3D che stenta ad ingranare. E invece i massicci investimenti arrivano proprio dalle software house produttrici di videogame. Ci vuole tempo e una mole di investimenti che solo Facebook poteva, e può sostenere, e se si parte dai videogiochi… ben venga la ricerca!

  • Come cambieranno i Social Media nei prossimi anni?

L’Internet delle cose è la realtà digitale più concreta e più prossima. Questo condizionerà per forza di cose alcune funzioni dei Social Media. Chissà come sarà essere amici su Facebook del proprio frigorifero che ci scriverà su Messenger cosa ci manca per preparare la torta di mele. (ride)
Interessante anche lo sviluppo di Social verticali come Snapchat; a volte basta aggiungere quella funzione che proprio mancava a tutti per avere un successo veloce e di portata mondiale

Cose da web, miti sociali e altre storie…

 

 

Articolo scritto da Roberto Federico Manzoni