La rigenerazione cellulare e i modelli alimentari basati sul digiuno

Molto spesso, quando si affrontano argomenti che riguardano l’ambito alimentare, si sente parlare di rigenerazione cellulare. Con questa espressione si fa riferimento a quel processo caratterizzato dal rinnovamento continuo delle cellule dell’organismo.

L’importanza di questo processo non è difficile da intuire: quanto più le cellule si rinnovano, tanto più velocemente ed efficacemente si riparano i tessuti. Non sempre il meccanismo funziona alla perfezione e ciò non è positivo per lo stato di salute generale. Una condizione che però può ripristinarlo è il digiuno ed è questo il motivo che ha portato alla creazione di modelli alimentari che in parte lo sfruttano o lo mimano.

Ne sono esempi piuttosto noti la dieta 16:8 e la Dieta Mima Digiuno (DMD), un modello quest’ultimo ideato dal biologo e gerontologo italo-americano Valter Longo.

Rigenerazione cellulare: cosa fa “inceppare” il meccanismo?

Vi sono diverse condizioni che rallentano la rigenerazione cellulare. Una delle principali è l’avanzare dell’età; gli effetti del rallentamento sono evidenti a tutti, anche visivamente (basti pensare alle rughe e alla perdita di elasticità della pelle).

Altro fattore che incide negativamente e pesantemente sulla rigenerazione delle cellule è un cattivo stile di vita, vale a dire sedentarietà, alimentazione squilibrata, eccessivo consumo di alcolici e superalcolici, fumo di sigaretta, stress eccessivo, riposo notturno di cattiva qualità ecc.

Data l’importanza di un corretto funzionamento del processo di rigenerazione cellulare, la ricerca ha posto molta attenzione sul ruolo positivo che una corretta alimentazione e un buon stile di vita possono avere sullo stato di salute generale. Da qui anche la creazione di modelli alimentari che sfruttano il digiuno, una condizione che, come già accennato, favorisce il rinnovamento delle cellule.

Digiuno e rigenerazione cellulare

La rigenerazione cellulare è strettamente legata alla cosiddetta “autofagia cellulare”; si tratta di un meccanismo con il quale le cellule del corpo “cannibalizzano” le componenti cellulari invecchiate o danneggiate e le sostituiscono con altre che invece sono nuove. L’autofagia contribuisce quindi alla salute cellulare e, conseguentemente, alla longevità.

Promuovere l’autofagia significa anche promuovere la rigenerazione cellulare e i vari studi effettuati al riguardo mostrano che si può favorire l’autofagia con una regolare attività fisica, con l’assunzione di antiossidanti (per esempio la vitamina C) e con il digiuno o comunque con modelli alimentari che lo sfruttano o lo mimano.

Il modello 16:8 e la Dieta Mima Digiuno

Due dei principali modelli dietetici che sfruttano gli effetti favorevoli del digiuno sulla autofagia cellulare sono la dieta 16:8 e la Dieta Mima Digiuno.

La dieta 16:8 è un modello dietetico basato sul digiuno intermittente; deve la sua denominazione al fatto che il periodo di digiuno dura 16 ore. Durante le altre 8 ore della giornata ci si può organizzare con l’assunzione dei vari alimenti. Dal momento che tra i suoi obiettivi c’è anche la perdita di peso, è fondamentale far sì che l’apporto di calorie sia inferiore al consumo energetico.

La Dieta Mima Digiuno (o dieta dei 5 giorni) è un programma che si basa su 5 giornate di alimentazione controllata. La denominazione fa riferimento al fatto che si tratta di un sistema che consente di mimare gli effetti del digiuno pur continuando a mangiare.

Il programma prevede un box con 5 kit alimentari (uno per ogni giornata). I kit contengono alimenti di origine vegetale. L’apporto di calorie è il seguente: per il primo giorno è previsto un apporto di poco più di 1.000 kcal, mentre per ognuna delle restanti quattro giornate, è di circa 800 kcal. I 5 kit prevedono un’assunzione bilanciata di macronutrienti e micronutrienti suddivisa tra colazione, pranzo, spuntino e cena.

Per la riuscita del programma è necessario seguire scrupolosamente le istruzioni ed è ovviamente importante verificare che non vi siano controindicazioni. Se si hanno dubbi si possono consultare il proprio medico curante o il nutrizionista di fiducia.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia