Umberto Eco contro Internet: “I social media fanno parlare pure gli imbecilli”
Umberto Eco, semiologo, filosofo e scrittore italiano di fama internazionale attacca duramente Internet scatenando un dibattito nell’opinione pubblica.
“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”.
Dalla fine degli anni ’50, Eco inizia a interessarsi all’influenza dei mass media nella cultura di massa, su cui pubblica articoli in diversi giornali e riviste. Particolarmente noto tra il grande pubblico il breve articolo del 1961 Fenomenologia di Mike Bongiorno ed Apocalittici e integrati, un libro di analisi delle comunicazioni di massa.
Il suo primo romanzo, Il nome della rosa, riscontrò inoltre un grande successo sia presso la critica che presso il pubblico, tanto da divenire un best-seller internazionale.
Le dichiarazioni bomba sono state rilasciate nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino, dove aveva ricevuto dal rettore Gianmaria Ajani la laurea honoris causa in ‘Comunicazione e Cultura dei media’.
In platea erano presenti il sindaco di Torino, Piero Fassino e il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi.
“La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.
Eco con l’occasione invita i giornali “a filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno”.
“I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno”.
Umberto Eco a differenza di molti altri vede un futuro per la carta stampata: “C’è un ritorno al cartaceo. Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato giornali. Questo mi dice che c’è un avvenire, il giornale non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere. A maggior ragione nell’era di internet in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale”.
E voi cosa ne pensate?
Pensate che Facebook sia un social media prediletto dagli imbecilli o il mezzo di comunicazione più democratico che ci sia?
Articolo scritto da luciapioppi