Giovani e narcisismo: un binomio sempre più allarmante

Una recente ricerca ha approfondito il rapporto tra i giovani e la tendenza al narcisismo.
I dati emersi sono stati estremamente allarmanti.
Secondo quanto riportato dalla rivista “Psychology Today” ben il 70% dei ragazzi risulta essere narcisista.

Il fenomeno, dunque, sta assumendo dimensioni colossali tra i giovanissimi e non solo.

Anche i bambini piccoli manifestano una tendenza all’egocentrismo molto preoccupante.
Cosa vuol dire di preciso “Narcisismo”?
Con il termine “Narcisismo” possiamo riferirci a situazioni di vario tipo: in primo luogo, alla tendenza di una persona all’egocentrismo, oppure a dei tratti di personalità più o meno invasivi fino a riferirci ad un vero e proprio disturbo di personalità.
Il narcisismo caratterizza una persona per l’eccessiva attenzione che essa mostra verso se stessa e verso i propri bisogni mentre manifesta, contestualmente, una totale indifferenza verso l’altro e le sue necessità. La persona narcisista ha bisogno di celebrare continuamente se stessa.

Gli esperti, infatti, parlano di “Sé grandioso” per indicare la tendenza ad attribuirsi una serie di doti che realmente non si possiedono e, comunque, in questa auto-celebrazione la persona non disegna un quadro realistico di sé.
Ciò accade perché un individuo con tratti simili ha bisogno di convincere se stesso (più che gli altri) di essere speciale e questo solo per non entrare in contatto col proprio senso di inadeguatezza, di vuoto e di solitudine.

Caratteristica peculiare del narcisista è la mancanza di empatia.
Sappiamo che l’empatia consiste nell’abilità di mettersi nei panni dell’altro. E’, cioè, la capacità di comprendere i vissuti e i sentimenti dell’altro come se fossero i propri.
L’empatia, quindi, è proprio ciò di cui è più carente una persona narcisista.

Gli studi recenti hanno utilizzato due questionari: il “Narcissistic Personality Inventory (NPI)” per misurare i livelli di narcisismo e l’ “Interpersonal Reactivity Index” per stimare il livello di empatia di una persona.
Ebbene, dai dati di tali questionari emerge che circa il 70% dei giovani risulta possedere un indice elevato di narcisismo e uno basso di empatia. Fino ad alcuni decenni fa, questa percentuale era notevolmente più bassa.

Lo psicologo Peter Gray del Boston College che si è occupato di tale ricerca ha sottolineato che l’area maggiormente compromessa nel narcisismo è quella delle relazioni interpersonali in quanto “impedisce di rapportarsi con gli altri e di stringere delle relazioni profonde ed emotivamente stabili”.

Lo stesso Gray considera responsabili i genitori di questi ragazzi tesi soprattutto a sottolineare quanto i loro figli siano speciali e “superiori” rispetto agli altri.
Chiaramente, riconoscere le doti dei propri figli non comporta di per sé grossi danni.

Ciò che può diventare deleterio avviene quando questi complimenti servono per colmare una mancanza di intimità nel legame tra genitori e figli. In questi casi, infatti, i complimenti servono a colmare una distanza emotiva alle volte molto profonda.

Un giovane che non riesce ad essere empatico è stato un bambino a cui, a sua volta, non sono stati visti né riconosciuti i propri bisogni fondamentali. La conseguenza è che ci sviluppiamo come persone sempre più isolate le une dalle altre dove l’altro non esiste se non come oggetto per soddisfare i nostri bisogni.

E così ci troviamo in un clima dove è più facile sfruttare ed essere sfruttati piuttosto che in uno dove il proprio bene non può esistere scisso da quello degli altri.
Eppure Carl Rogers– che è stato tra i primi psicologi ad interessarsi di empatia afferma che “una comprensione profonda è il dono più prezioso che uno possa fare ad un altro” e anche a se stesso, aggiungerei io!

Dott.ssa Antonella D’Oriano
Psicologa psicoterapeuta

Articolo scritto da Antonella Doriano