Adriana Pannitteri dalla Tv al romanzo con “Cronaca di un delitto annunciato”
Adriana Pannitteri dalla Tv al romanzo con “Cronaca di un delitto annunciato”
L’annuncio come epicentro della storia e della letteratura. Per non parlare delle religioni in genere e della fede cristiana in particolar modo. Annuncio cerniera della trama di un romanzo, come quello della bravissima giornalista del Tg1 e scrittrice collaudata Adriana Pannitteri, “Cronaca di un delitto annunciato” che cattura il lettore fin dal titolo.
Un romanzo ispirato a una storia vera e purtroppo al reale stillicidio infinito delle violenze contro le donne e dei femminicidi. “Una tragedia, quella dei femminicidi, che in Italia accade una volta ogni tre giorni” sottolinea l’autrice.
- Dopo tre libri d’inchiesta su madri assassine, la tragedia di Eluana Englaro e l’inferno dei manicomi, un romanzo che evolve come un giallo. Ispirato da cosa?
Credo che anche questo romanzo vada considerato come un’inchiesta, ovvero un modo per scavare nel profondo delle persone. Ho scelto solo una modalità narrativa diversa per addentrarmi in una vicenda che somiglia, purtroppo, alle tante tragiche storie che raccontiamo ogni giorno nei tg. E’ ispirato a una storia vera. Ovviamente ho modificato luoghi e situazioni che, confesso, conoscevo solo in parte. Mi interessava raccontare la vita di un uomo normale che crede in certi valori, un uomo strutturato, che imbocca un binario completamente diverso e che vede la sua vita disgregarsi fino all’epilogo tragico che purtroppo ho dovuto descrivere nel romanzo. Sarebbe stato più semplice parlare di un mostro, intendo dire di una persona che per le sue caratteristiche psicologiche o culturali, ha già elementi di devianza ma probabilmente non è questo il problema. O meglio non è la chiave del problema.
- Scrittura meditata o immediata?
Io la definirei una scrittura immediata. Non mi sono mai seduta a tavolino pensando a come costruire i personaggi o il fluire della vicenda. Piuttosto mi sono guardata intorno, basti pensare agli scenari e all’ambientazione, e istintivamente la penna ha seguito un suo percorso. Poi mi è piaciuto affinare la parola, la frase, la suggestione, ma solo in un secondo tempo quando ormai i protagonisti, con i loro sentimenti e le loro fragilità, erano sufficientemente delineati e vitali e quindi avevano acquisito una loro autonomia. Ho scritto una buona parte del romanzo l’anno scorso in vacanza, in riva al mare, nella mia Sicilia dove ho le mie radici e dove torno spesso a trovare i miei parenti. Di quella terra descrivo colori e sapori, il calore, e la luce.
- Cosa legge una giornalista-scrittrice in vacanza ?
Ora sto leggendo i libri di Elena Ferrante che conoscevo solo in modo superficiale. E’ incredibile la ricchezza di linguaggio e allo stesso tempo la semplicità di questa scrittrice. Parlo di scrittrice perché al di là dello pseudonimo ( ancora non si è capito chi si nasconda dietro Elena Ferrante) sono certa che il suo modo di usare le parole sia femminile. Insomma è certamente una donna. L’anno scorso ho letto qualche giallo di ambientazione nordica ( sono molto cupi ma suggestivi) e poi, quando ho davvero voglia di rilassarmi e di acchiappare la risata, non posso fare a meno di un Camilleri e del suo eroe positivo Montalbano. In vacanza leggo meno i giornali perché cerco, per quanto possibile, di dimenticare alcune brutture della quotidianità. Per qualche giorno mi concedo persino di spegnere la tv ma è un lusso che non può durare a lungo per chi fa il mio lavoro.
- Giornalismo e letteratura, cosa li separa?
Giornalismo e letteratura hanno la stessa radice. Penso a Gabriel Garcia Marquez con il suo “Cronaca di una morte annunciata”. Il titolo del mio libro è un omaggio a lui, ovvero a un premio Nobel che ha saputo fondere in modo geniale letteratura e giornalismo. Ma a volte noi giornalisti siamo svantaggiati perché gli scrittori puri ci snobbano e la gente pensa che al più siamo utilizzati dalle case editrici come richiamo per fare soldi. Ecco, io vorrei decisamente smentire questo. Scrivere un romanzo è una fatica che poco viene ripagata da tutti i punti di vista. C’è la soddisfazione di mettersi in gioco, di misurarsi, di esplorare altre strade e questo è l’obiettivo principale.
- Dopo la cronaca, la conduzione, i reportage d’inchiesta del Tg1, cosa farà da grande Adriana Pannitteri?
La Pannitteri è già abbastanza grande, nel senso che ha un’età nella quale si possono immaginare solo limitate soddisfazioni professionali. Mi piacerebbe condurre un programma di approfondimento di cronaca o, come avevo fatto in passato, in una mia rubrica, continuare a incontrare i grandi personaggi della cultura per raccontare le loro vite in tv. E vorrei continuare a scrivere consolidando quanto ho fatto fino ad ora. Spero di riuscirci.
Adriana Pannitteri
E’ nata a Roma. È giornalista del Tg1 Rai e ha pubblicato diversi libri. Tra questi: Madri assassine. Diario da Castiglione delle Stiviere (2006), Vite sospese (2007), La vita senza limiti (con Beppino Englaro, 2009) e per L’Asino d’oro edizioni La pazzia dimenticata. Viaggio negli ospedali psichiatrici giudiziari (2013). Cronaca di un delitto annunciato è il suo primo romanzo.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia