Intervista a Tracy Farr, autrice del romanzo “Dopo la pioggia”

 

Intervista a Tracy Farr, autrice del romanzo “Dopo la pioggia”Intervista a Tracy Farr

Tracy Farr è una scrittrice e scienziata. Nata in Australia nel 1962, vive da vent’anni in Nuova Zelanda. Pubblica nel 2014 per la casa editrice australiana Fremantle Press il romanzo The Life and Loves of Lena Gaunt, poi pubblicato con successo nel Regno Unito e negli USA. L’opera è stata inclusa nella rosa dei candidati per i premi Miles Franklin Literary Award, Western Australian Premier’s Book Award e Barbara Jefferis Award. Dopo la pioggia (The Hope Fault) è il suo secondo romanzo, pubblicato in Italia da Parallelo45 Edizioni/Unorosso.

A cura di Elisabetta Latenzi

 Intervista a Tracy Farr

Di cosa parla il tuo ultimo romanzo Dopo la pioggia?

Parla di una famiglia alle prese con l’impacchettare la casa vacanze ora che è stata venduta. Racconta di un lungo fine settimana piovigginoso di metà inverno e dell’ultima volta che si ritrovano tutti assieme in questa casa che contiene decenni di buoni e cattivi ricordi. La famiglia organizza una festa e, mentre la festa e il fine settimana proseguono, emergono le faglie che corrono sotto la superficie delle loro vite e le discussioni che li lega gli uni agli altri.  In superficie, quindi, è un romanzo che parla di famiglia, di genitori e di partner che mancano, e di coloro che li sostituiscono. Esamina il modo in cui reagiamo al cambiamento delle relazioni, e il modo in cui costruiamo (distruggiamo, ricostruiamo) una casa. Dopo la pioggia, però, parla anche dell’ansia e dell’insicurezza, della sensazione di essere in bilico, e dell’idea che la terra potrebbe, da un momento all’altro, scuoterci, letteralmente o metaforicamente.

 

Dopo la pioggia è un’opera ricca di simbolismi: dalla pioggia onnipresente nella vicenda, che sembra cessare solo quando la famiglia allargata di Iris è pronta a voltare pagina e ad iniziare una nuova storia, fino all’Uroboros, che la donna ricama sulla copertina per la neonata in segno di continuità, di eterno legame tra i membri della famiglia. Qual è il significato profondo che si cela dietro la storia di Dopo la pioggia?

Sono stata influenzata dalle favole e dai racconti folkloristici. E mi sono posta una domanda: come avrei potuto gestire la storia naturalistica e quotidiana di una famiglia in una casa vacanze, come avrei potuto fletterla e piegarla per farla crescere, surreale, ricca dei magici simboli delle favole, mentre, tuttavia, la tenevo ancora reale e terrena? Inoltre, mi interessavano i tanti modi di raccontare una storia.Volevo mostrare diverse forme di agire del testo nel suo intento di comunicare un significato: la favola, le cartoline, le lettere (spedite e ancora da spedire), la poesia, il fumetto, le canzoni; una copertina ricamata, persino la torta con in cima la lettera «P» di Piccola, anche questi sono testi.

Uno dei modi in cui ho organizzato i miei pensieri mentre scrivevo il romanzo è stato quello di redigere una struttura fondata sul gioco «Carta, forbice, sasso». Ho messo ciascuna parte del testo sotto la categoria di carta, forbice o sasso (o anche sotto tutte e tre le categorie, certe volte). Quindi, la copertina ricamata è un testo «forbice»; il libro di fumetti di Kurt è un testo «carta»; il report geologico di Zigi è un testo «sasso», e così via. Come dice Kurt nella prima parte del romanzo, «Carta, forbice, sasso» è un gioco circolare, che non finisce mai, e questa è la sua bellezza. «Carta, forbice, sasso», Uroboro sulla copertina ricamata, la famiglia che si ricompone e perdura: è tutto connesso e in un perenne continuo. Il significato profondo del romanzo? Ciascun lettore troverà il suo significato, ma forse la peculiarità di «Carta, forbice, sasso» (circolarità, universalità, semplicità, paura, interazione umana, casualità) è un buon inizio nel definire il senso ultimo.

 

I personaggi presenti nel romanzo Dopo la pioggia sono lo specchio della società odierna: tra figli naturali e acquisiti, ex partner e fratellastri, la riunione di famiglia dipinge un importante momento di condivisione e di tolleranza. La protagonista Iris in particolare è il ponte che collega tutti i personaggi, un faro nell’oscurità di un fine settimana stravolto dalla pioggia e da irreversibili cambiamenti. So che Iris è un personaggio presente in altri tuoi racconti; come la descriveresti, e perché ricorri spesso a lei nelle tue storie?

Ho voluto che questo romanzo celebrasse la complessità quotidiana della famiglia, di coloro che ci sono nati dentro, di quelli che sono sopraggiunti e anche di coloro che, sebbene parte, non se ne accorgono di esserci dentro. Ho voluto mostrare la possibilità di restare connesso (o di fare nuove connessioni) dopo la rottura di un matrimonio. Mentre scrivevo, ho percepito Iris come una presenza calma, serena, ferma, al centro di questa famiglia particolare. È un’ancora per tutti, è la stabilità in mezzo al cambiamento.

Se ha una colpa, è quella di mettere i bisogni di tutti prima dei propri.  È vero che una versione di Iris è presente in molte storie brevi che ho scritto, come anche in un romanzo iniziato (e abbandonato) tanti anni fa. Ho scritto di Iris persino a diverse età: Iris bambina, giovane donna, giovane madre e – in Dopo la pioggia – nella seconda metà della vita, dopo l’età fertile. È una donna, ma è tutte le donne. È una persona buona; la bontà è il suo superpotere, anche se questo la mette in difficoltà.

Intervista a Tracy Farr

La seconda parte del romanzo Dopo la pioggia racconta la vita di Rosa andando a ritroso, dai suoi quasi cento anni al momento della sua nascita. In tutta l’opera in realtà giochi col tempo, non solo con quello cronologico ma anche con quello psicologico, con la percezione che ogni personaggio ha di esso. Che valore ha il concetto di tempo nel tuo romanzo?

Trovo che il tempo sia affasciante. Da un punto di vista intellettuale, sappiamo che il tempo è fisso, misurabile, quantificabile, ineludibile, eppure la nostra esperienza, la nostra percezione del tempo è così scivolosa. Quindi, in senso lato, ho voluto variare l’esperienza del tempo attraverso questo romanzo. Ho voluto che il tempo accelerasse e rallentasse (qualche volta, entrambe le cose nello stesso momento), scivolasse e cambiasse nell’arco di un fine settimana, una vita intera. Uno scrittore può fare davvero tanto con il tempo (e con lo spazio). In poche parole, si può andare avanti o indietro di dieci mesi o di dieci anni. Ma si può prendere un solo istante e allungarlo in decine di pagine, concentrando l’attenzione sull’esperienza vista nei minimi dettagli. Si può descrivere il medesimo momento dalla prospettiva di più personaggi. Il racconto può viaggiare nel tempo, in ogni direzione, in plurime direzioni, a diverse velocità, e io ho usato tutti questo approcci in Dopo la pioggia.  La parte centrale del romanzo incapsula uno spazio e un tempo differente rispetto al resto della storia. Riavvolgere il tempo porta una narrativa del ricordo imitativo (ricordiamo il passato, non il futuro). Ci viene offerta la risposta prima ancora di conoscere la domanda; incontriamo il risultato prima di conoscere la causa. Ed è un processo stranamente stimolante e sconvolgente.

 

Nei ringraziamenti alla fine del romanzo Dopo la pioggia racconti di aver avuto la tranquillità e la concentrazione per completare la tua opera grazie alla possibilità data dalle residenze per artisti. Una realtà che in Italia è poco conosciuta. Ci parli di questa esperienza?

In questi ultimi anni, ho avuto la fortuna di vincere diverse brevi residenze per artisti. Ci sono molti programmi dedicati agli scrittori e agli artisti nel mondo. Alcuni raggruppano molti artisti insieme, in una comunità. Altri mettono a disposizione uno studio o un ufficio per un solo scrittore per dedicarsi alla scrittura. Una residenza di solito è per una o due settimane, ma anche per un mese o un anno. Qualche volta, all’artista viene riconosciuto un compenso, ma è raro. Ciò che accomuna le diverse residenze è il fatto di dare uno spazio e il tempo necessari all’artista per lavorare con massima concentrazione. Ho notato che riesco a lavorare con grande intensità e produttività nelle residenze per gli artisti, quindi per me sono una grande risorsa.  Un altro beneficio riguardo alle residenze che raggruppano più artisti alla volta è la possibilità di incontrare altre persone e di interagire con artisti e scrittori. La scrittura è un’attività solitaria, quindi immergersi in una comunità può aiutare a connettersi gli uni con gli altri. Personalmente, traggo grande beneficio dalla contaminazione con le altre pratiche creative, oltre allo scrivere. Condividere le residenze con pittori, scultori e fotografi, mi ha mostrato nuovi modi per guardare il mondo, e questo ha avuto un grande impatto sulla mia scrittura.

 

Nel romanzo c’è una contrapposizione tra l’idea di faglia geologica, di rottura del terreno che genera disequilibrio, e il concetto di casa, intesa come microcosmo in cui essere protetti dal mondo esterno, e in particolare in quest’opera dalla pioggia che non concede tregua. La stabilità data dalla casa che i personaggi condividono dovrà però cedere il passo all’insicurezza: l’abitazione verrà infatti venduta, e la famiglia dovrà trovare altri modi per sentirsi unita. Pensi di raccontare un seguito delle vicende dei personaggi di Dopo la pioggia?

In Dopo la pioggia c’è la sensazione di rifare e riconfigurare la famiglia e la casa, di perdere l’equilibrio (anche a causa della faglia geologica che potrebbe scuotere la terra) e poi riprenderlo. Quindi un seguito è una prospettiva interessante. Mi piace l’idea di aver già sviluppato i personaggi, quindi dovrei soltanto addentrarmi di nuovo nel loro mondo. Quando ho iniziato a scrivere Dopo la pioggia, il primo personaggio che ho aggiunto è stato quello di Iris, avevo già una certa famigliarità con lei dalle storie precedenti. Luce, la nipote adolescente di Iris, è stato l’ultimo personaggio che ho creato, ma mi sono subito affezionata a lei. Sarebbe interessante tornare da Luce un giorno, a concentrarmi sulle sue prospettive da adulta, e vedere come si sviluppa la sua storia e come fa la famiglia a interagire di nuovo.

 

So che Dopo la pioggia avrà una trasposizione teatrale in Australia. Vuoi parlarci più nel dettaglio di questo progetto? Ne farai parte?

Il romanzo è stato adattato per la prestigiosa Western Australian Academy of Performing Arts dallo scrittore e regista Andrew Hale. Sono stata in Australia, a novembre, e ho incontrato Andrew e i 18 attori che metteranno in scena la pièce alla fine di quest’anno. Hanno passato una settimana lavorando sulle bozze della sceneggiatura, e ho avuto la fortuna di assistere. È stato meraviglioso, un privilegio: essere in una stanza di persone talentate, impegnate con le parole e i personaggi nati dalla mia mente. Le parole mi erano famigliari, ma sembrava tutto così nuovo, fresco nel vedere i personaggi muoversi in carne e ossa, in uno spazio fisico, e sentire le mie parole dette a voce alta. È stato, e lo è ancora, un’esperienza straordinaria.  Alcune settimane fa, Andrew mi ha inviato la versione finale della sceneggiatura, che verrà provata a Settembre e messa in scena a Ottobre. È molto interessante vedere il modo in cui si è approcciato nei confronti delle molte sfide che il romanzo gli ha posto, soprattutto la questione del tempo. Non vedo l’ora di vedere il romanzo nella sua nuova veste sulla scena.

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Titolo: Dopo la pioggia (The Hope Fault)

Autore: Tracy Farr

Genere: Romanzo famigliare

Casa Editrice: Parallelo45 Edizioni – Unorosso

Collana: Hoboken

Pagine: 346

Prezzo: 13,50 euro

Codice ISBN: 9788899246099

 

Articolo scritto da Redazione PinkItalia