Rivoluzione AI: cosa cambierà nel gaming?
Rivoluzione AI: cosa cambierà nel gaming?
In 70 anni di informatica il mondo è radicalmente cambiato. La digitalizzazione della società ha infatti operato importanti cambiamenti nel quotidiano di tutti, inserendosi nell’ordinarietà facendoci assumere comportamenti di routine sempre più orientati al digitale. E questo vale anche nel campo del gaming che da qualche anno sta vivendo una profonda trasformazione che non riguarda solo l’aspetto grafico o della giocabilità ma interviene proprio nell’interazione con il gamer arrivando persino a personalizzare l’esperienza ludica per ogni utente. Questa possibilità è data in special modo dall’intelligenza artificiale applicata al gaming che permette già adesso di apprendere autonomamente le abitudini o lo stile di gioco di un gamer e offrire un’esperienza di gioco unica e personale. Se si pensa a cos’era il mondo del gaming cinquanta o anche sessant’anni fa si capisce quali passi da gigante sono stati compiuti in così poco tempo. Dai tempi di Pong e Spacewar si è passati per giochi come Super Mario, Street Fighter e Zelda e oggi ad una vastità di titoli che graficamente sono in maniera impressionante vicini al realismo e tecnologicamente offrono qualcosa di avanzato che permette di creare ambienti e ambientazioni autonomamente differenti. Lo sviluppo di questo settore come si nota è continuo e costante e abbraccia tutta la categoria dei videogiochi, tanto quelli da console e pc, tanto quella delle sale da gioco digitali che offrono diverse categorie di giochi tra i quali va menzionato il poker online come anche le slot e la roulette. Ma tra gli altri ambiti di applicazione non vanno dimenticati gli applicativi in realtà aumentata e virtuale così come la meta tecnologia o anche i giochi in remoto e su cloud.
IA e videogame, ecco la rivoluzione digitale
Diciamolo, parlare di futuro ha poco senso. Perché con l’accelerazione che si sta dando alle tecnologie applicate al gaming la rivoluzione è già nel presente. Oggi infatti quello a cui si sta assistendo è lo sviluppo del machine learning tanto che stanno nascendo uno dopo l’altro laboratori di ricerca specializzati proprio sull’intelligenza artificiale come il nuovissimo Kyutai. Grazie al machine learning, infatti, possono essere realizzati algoritmi nei giochi che migliorano aspetti come l’intelligenza del personaggio di un gioco o la sua espressività, il livello di realismo, ma anche tutti quegli automatismi in fase di gioco da remoto e di multiplaying. Non bisogna poi dimenticare che l’IA è una tecnologia che tende ad apprendere autonomamente, come un essere umano. Quindi impara dalle proprie esperienze e dunque si adatta al contesto in cui si trova. In pratica grazie all’IA sarà potenzialmente possibile creare tantissimi “mondi” di un gioco a seconda del gamer, di come gioca, cosa preferisce fare in un gioco, quali armi o utensili preferisce usare e tutta una serie di dati che permettono una completa personalizzazione del gioco.
L’IA poi porta non solo benefici ma anche dubbi e domande. Quello che ingegneri, ma anche studiosi di roboetica, si domandano è quale sia il limite dell’uso dell’IA. Cioè da una parte la questione etica per cui non sarebbe giusto estremizzare una umanizzazione della tecnologia, ma dall’altra una questione tecnica che riguarda una presunta eccessiva personalizzazione dei giochi. C’è chi afferma infatti che un’autonomia creativa, chiamiamola così, porterebbe fuori dalla strada dell’idea originale del creatore di quel gioco. Sono tutte questioni che si stanno dibattendo ma notando anche come, tecnicamente, ci siano anche potenziali vantaggi nell’uso dell’IA, come ad esempio la possibilità di trovare da solo dei bug o degli errori all’interno del gioco stesso, permettendo un risparmio per l’azienda, sia in termini economici che di tempo.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia