Giovani si diventa: l’età mentale influenza l’età anagrafica?
A vent’anni tutti mi dicevano: “Vedrai quando avrai cinquant’anni!” Ora ho cinquant’anni e non ho visto un bel nulla.
(Erik Satie)
Alcuni neuropsicologi sostengono che l’età mentale è in grado di influenzare l’età anagrafica e biologica.
Da tali riflessioni sembrerebbe proprio “che gli anni effettivi o (quelli) che si dimostrano stanno tutti nella nostra testa!”.
In particolare, il professor Giuseppe Alfredo Iannoccari, si è domandato se la percezione della propria età possa influenzare il concetto di sé al punto tale da determinare nella persona un invecchiamento fisico e mentale più o meno precoce.
Desiderare di sentirsi più giovani è un’esperienza abbastanza comune.
Molte persone, infatti, si impegnano fortemente nell’esercizio fisico, in diete salutari e nell’uso di cosmetici ‘anti-age’ solo per poter dimostrare meno anni di quelli che realmente si possiedono.
Ebbene, da uno studio pubblicato su “Perspectives on Psychological Science” sembra che esista un’incidenza tra come ci si sente e come effettivamente funziona l’organismo, sia a livello fisico che mentale.
Ad esempio le donne che sono convinte di ringiovanire attraverso la cura di sé (come andare dal parrucchiere) mostrano effettivamente modificazioni anche a livello fisiologico, come la diminuzione della pressione arteriosa.
Non solo, anche da giudizi espressi da valutatori esterni, queste stesse persone appaiono più giovani rispetto alle loro coetanee che non si sentono ringiovanite. Tale studio, quindi, dimostra che la percezione di sé è una componente potentissima nello stato di benessere di una persona al punto tale da avere un’influenza tangibile.
Chiaramente è più facile sentirsi ringiovaniti per chi ha la possibilità di andare dal parrucchiere, dall’estetista, in palestra, alle terme, a fare shopping e altro; ma esistono rimedi anche per chi non può permettersi tutto questo.
I neuropsicologi suggeriscono una serie di “attività anti-aging”, come ad esempio:
- sfogliare gli album di quando si era più giovani senza avere l’occhio critico verso i cambiamenti dovuti al tempo, ma piuttosto riconoscendo di essere la stessa persona.
- Trascorrere del tempo in allegria in compagnia di amici.
- Mantenere un buon livello di allenamento mentale anche semplicemente leggendo un libro.
- Farsi un regalo, anche piccolo, di tanto in tanto per gratificarsi .
C’è da dire che più il tempo passa e più si rischia di adeguarsi agli stereotipi sociali che non fanno altro che etichettare le persone.
La sfida è proprio quella di sentire di essere vivi e, quindi, non etichettabili.
Ciò vuol dire percepire di poter diventare ciò che si vuole e non ciò che gli altri si aspettano.
Dott.ssa Antonella D’Oriano
Psicologa, psicoterapeuta
Articolo scritto da Antonella Doriano