Il Ciliegiolo: eccellenza prodotta in Maremma
Il Ciliegiolo era già conosciuto dagli appassionati per essere uno dei vitigni storici nella zona della Maremma Toscana, ma ora sta diventando sempre più di moda insieme a vitigni considerati un tempo “minori” solo perché meno noti. Il suo nome è dovuto al caratteristico colore della sua bacca e al fatto che la ciliegia sia uno degli aromi principali che si ricava da questa produzione.
I suoi grappoli sono per allungati e compatti e i suoi acini hanno invece una forma sferica con una buccia pruinosa; un po’ come una ciliegia insomma. Rispetto ad altri vigneti, la maturazione del Ciliegiolo avviene molto prima, e difatti la vendemmia si svolge già a metà settembre.
L’azienda Rascioni e Cecconello produce Ciliegiolo dal 1988, distinguendosi per l’attenzione ad una produzione che rispetti purezza e autenticità, donando a questa tipologia di vino il suo caratteristico colore rosso rubino. All’assaggio, questo vino si distingue per avere una buona acidità e freschezza sul palato, con delle sfumature che ricordano il profumo del sottobosco o del tabacco. Per saperne di più potete visitare il sito RascionieCecconello.it.
Il vino pluripremiato
Fin dai suoi primi anni di produzione, il Poggio Ciliegio ha conquistato i favori della critica, vincendo diversi riconoscimenti enologici molto importanti, come il Wine Spectator e la Guida l’Espresso; così è diventato un’eccellenza riconosciuta del territorio toscano. L’interesse dei produttori inoltre, è anche quello di trasmettere la cultura e la passione che si celano dietro il Poggio Ciliegio, con standard di produzione altissimi.
La qualità del Ciliegiolo è garantita anche dal lavoro portato avanti dall’Università di Pisa, che a partire dagli anni novanta, ha iniziato una ricerca su questo vitigno, il cui scopo è quello di studiarne qualità e autenticità.
Le tipologie: in purezza e Rotulaia
Non basta dire Ciliegiolo, bisogna anche sapere quale si vuole bere. Si può scegliere fra due tipologie principali.
Per il Ciliegiolo in purezza IGT Toscana vengono utilizzate le uve dei vitigni più vecchi, impiantati sul terreno da almeno quarantacinque anni. La vinificazione avviene in vasche di cemento, poi in grandi botti non tostate per un periodo di almeno 12 mesi. Il Poggio Ciliegio IGT Toscana Rosso è composto al 100 per cento da uve ciliegiolo.
In alternativa arriva il Rotulaia, un IGT Toscana Ciliegiolo al 100 per cento che si distingue per il suo sapore speziato. I vigneti sono un po’ più giovani, hanno circa 35 anni di vita. L’imbottigliamento avviene la primavera successiva rispetto alla vinificazione, per ottenere una bevanda elegante e con un sapore pieno di carattere.
L’abbinamento giusto in tavola
Il fatto che abbia ad esempio una struttura robusta e delle note aromatiche molto intense rende il Ciliegiolo l’accompagnamento ideale per piatti a base di carni rosse o selvaggina. Il carattere speziato del vino va a fondersi alla perfezione con il sapore forte della carne.
Ottimo anche con salumi e formaggi, in quanto in questo caso la sua acidità molto moderata si unisce bene al grasso dei latticini e all’intensità delle carni trattate e affumicate. Il Ciliegiolo può anche essere perfetto con alcuni primi piatti a base di cacciagione, perché non ne sovrasta il sapore.
I piaceri gastronomici in agriturismo
Un bicchiere di buon vino toscano insieme a un piatto di carni della regione; già questa immagine è suggestiva, ma la cornice ideale è un agriturismo sulle colline della Maremma. Per dare vita a questa immagine vi aspetta l’agriturismo Rascioni e Cecconello; la famiglia negli anni ha trasformato l’edificio, prima aggiungendo il ristorante e poi le camere, accogliendo gli ospiti in un ambiente a contatto con la natura.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia