La rivoluzione dei profumi di lusso alla portata di tutti
Tra tutte le aree di mercato afferenti al mondo della moda, quello dei profumi è forse il segmento che più di ogni altro tende all’esclusività, specialmente se si parla dei cosiddetti designer brands. In altre parole, i profumi di lusso, le essenze più preziose e ricercate, sono stati collocati – potremmo dire da sempre – all’interno di una fetta di mercato decisamente elitaria ed esclusiva, in parte in ragione dei prezzi, ma anche per marcare una netta differenza rispetto a prodotti considerati più dozzinali.
Entrare nel mondo delle fragranze più costose equivale (o per meglio dire equivaleva) a una sorta di movimento ascensionale dal punto di vista dello status sociale, come se il semplice utilizzo di un profumo di marca in luogo di uno di risulta potesse definire la personalità, le aspettative e il potenziale di un individuo.
Ovviamente, tale atteggiamento improntato a una sottintesa conventio ad excludendum di molti potenziali clienti non in possesso (temporaneamente o in maniera definitiva) di un certo potenziale di acquisto, ha ristretto di molto il target di determinati prodotti. Una scelta forse redditizia nell’immediato, in quanto capace di creare aspettative e desideri verso un prodotto considerato come “nobilitante”; ma poco lungimirante sulla lunga distanza, perché alla prima contrazione del mercato i dati di vendita hanno rischiato di crollare vertiginosamente. Ed è proprio ciò che è avvenuto nel corso della pandemia, specialmente durante i vari lockdown parziali o totali, con le persone costrette in casa e dunque poco inclini a usare del profumo tra le mura domestiche.
È in questa dinamica che si innestano delle novità radicali portate nel mondo della profumeria, non tanto dai produttori (quantomeno da quelli più prestigiosi), ma da parte di alcuni imprenditori e appassionati di essenze che hanno “fiutato” (è proprio il caso di dirlo) un’aria di cambiamento e di rinnovamento che non potevano più essere procrastinati. È da questa urgenza che sono nate realtà internazionali di primo livello come Pafory, un portale di vendita tramite sottoscrizione di alcune tra le più rare ed esclusive essenze attualmente presenti sul mercato. La “rivoluzione” del mondo dei profumi, dunque, si compie all’insegna di tre direttrici principali.
1. Privilegiando il mercato digitale.
Non è infatti una scoperta il fatto che grazie all’e-commerce sia possibile mettere a disposizione del cliente un catalogo praticamente illimitato con tutte le garanzie e le tutele previste dalla legge, dal controllo qualità alla consegna del prodotto.
2. Calmierando i prezzi.
Il sistema delle sottoscrizioni consente di pagare un canone fisso molto basso (quello base di Pafory ammonta al 14,95 euro mensili) e ricevere in cambio una serie di profumi a cadenza regolare, scanditi secondo un ordine e un percorso decisi autonomamente dal cliente.
3. Puntando su prodotti di nicchia e/o aziende emergenti.
In altre parole: dando spazio ai pionieri di una nuova era, coloro che nel giro di qualche anno sono destinati ad affiancare – o forse a rimpiazzare – gli attuali luxury brands. Marchi come Xerjoff, Tiziana Terenzi, Nishane, Initio, Simone Andreoli, sono già noti agli appassionati di fragranze in cerca di novità. Presto lo saranno anche al grande pubblico.
Tutto ciò costituisce un nuovo modo di vedere, e soprattutto di vendere, gli articoli di profumeria. Più libero, meno legato alle convenzioni del mercato, più accessibile dal punto di vista economico e infine più rispettoso dei gusti e delle sensibilità del singolo acquirente. Si tratta, per l’appunto, di una rivoluzione partita dal basso ma destinata a issarsi sulle vette più alte.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia