Le donne che hanno fatto la storia
Dumont, Earhart e Moser: tre donne che hanno fatto la storia
Nonostante siano state a lungo oscurate e continuino a esserlo in molti campi, le donne sono spesso state le protagoniste di importanti rivoluzioni e scoperte, anche in campi molto diversi tra loro e da sempre considerati appannaggio degli uomini. Per ricordarlo, lo scorso anno il Time magazine ha dato vita al progetto “100 Women of the Year”, una raccolta di 100 copertine di donne che si sono distinte per il loro talento, pur essendo sempre rimaste nell’ombra. Proprio come fatto dal Time, oggi ne ricordiamo tre che hanno fatto davvero la differenza nella storia.
Eleanor Dumont
L’intrattenimento e il gioco d’azzardo sono ancora oggi considerati un ambito di pertinenza maschile, anche se i dati degli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato come le donne appassionate d’azzardo stiano diventando sempre di più. Se oggi possiamo contare sulla presenza femminile anche in questo settore, in passato non era certo così, tanto che i casinò erano frequentati da soli uomini.
È proprio sulla base di queste premesse che la storia di Eleanor Dumont risulta ancora più straordinaria: conosciuta anche come Madame Mustache per i suoi baffi, Eleanor è infatti nota per essere stata una delle più abili dealer americane di blackjack, oltre che la prima manager di una sala giochi.
Eleanor Dumont è ricordata soprattutto per la sua capacità strategica, un’abilità a dir poco indispensabile per giocare a un classico gioco di carte come il blackjack, basato soprattutto sull’intuizione e sul fiuto strategico, oggigiorno offerto anche in versione online da numerosi siti di giochi, come quello offerto da Betway Casino.
Non a caso, Eleanor era solita intrattenersi anche con il poker, che affiancò al blackjack solo gli ultimi vent’anni della sua vita. Nonostante la tenacia e l’intraprendenza di Eleanor, però, il suo casinò non ebbe molto successo: il motivo è legato proprio al fatto che la proprietaria fosse una donna, un elemento che non era per niente visto di buon occhio ai suoi tempi. Eppure, il suo nome è riuscito a passare alla storia.
Amelia Earhart
Un po’ come Eleanor Dumont, anche Amelia Earhart è ricordata per aver occupato per la prima volta una posizione considerata a lungo di appannaggio maschile. Earhart è infatti stata la prima aviatrice a volare sopra l’Oceano Atlantico – sfidando l’idea diffusa che il posto delle donne fosse la casa – e la prima persona in assoluto a volare sia sopra l’Atlantico che sopra il Pacifico.
Come raccontato in un approfondimento di National Geographic, Amelia Earhart aveva dimostrato sin da bambina di avere un carattere ribelle e intraprendente, tanto da aver deciso di fare la pilota nel 1920, quando aveva appena 23 anni. In soli due anni, dopo aver cominciato le lezioni di volo nel ’21, Earhart ottenne il brevetto da pilota e cominciò a registrare un record dopo l’altro, come quello di maggiore altitudine e velocità mai raggiunte fino a quel momento.
Come successo anche a molti altri aviatori, di Amelia Earhart si persero le tracce nel 1937: l’aviatrice aveva infatti programmato di compiere il giro del mondo insieme all’ufficiale di rotta Fred Noonan, ma i due ebbero un incidente nell’oceano e i loro corpi non furono più ritrovati.
May-Britt Moser
Passando alla scienza, invece, sono tante le donne che hanno contribuito a dare un’importante svolta a questo settore, anche se i nomi degli uomini di scienza continuano a essere i più conosciuti tra i non esperti.
May-Britt Moser, ad esempio, è passata alla storia per una scoperta fondamentale, ovvero quella di particolari cellule del cervello che permettono agli esseri umani di creare le mappe mentali dei posti in cui sono stati. Queste cellule, in sostanza, conosciute con il nome di cellule a griglia, ci permettono di riconoscere lo spazio in cui ci troviamo e di creare mappe dei luoghi in cui ci spostiamo, così da essere consapevoli della direzione da prendere per raggiungere una certa destinazione.
Si è trattato di una scoperta straordinaria, per la quale May-Britt Moser ha vinto anche il Premio Nobel per la medicina nel 2014, insieme al marito Edvard I. Moser. I due, tra l’altro, sarebbero anche stati i primi a far vincere alla Norvegia un premio così prestigioso e ambito.
Queste donne, ognuna in un campo diverso, saranno sempre ricordate per la loro tenacia e forza di volontà, che ha permesso loro di raggiungere obiettivi che secondo la società non avrebbero mai potuto raggiungere.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia