Sbocchi lavorativi medicina veterinaria: la via meno conosciuta
Tra i tanti percorsi universitari che un giovane può scegliere di intraprendere, sicuramente una delle più solide è quella di medicina veterinaria.
Come suggerisce il nome, è un percorso sanitario vero e proprio con la sola differenza che i pazienti non sono le persone, ma gli animali.
Animali che ovviamente non sono tutti uguali, ma anzi al contrario si dividono tra loro in tante specie dove ognuna ha specifiche esigenze e problematiche.
Dopo il percorso di studi che dura 5 anni e la successiva abilitazione alla professione, il laureato in medicina veterinaria ha di fronte a sé diverse strade da percorrere.
I settori principali che offrono lavoro alla maggior parte dei veterinari oggi sono essenzialmente due: la cura degli animali da affezione e quella degli animali da reddito.
Due gruppi di animali agli antipodi della percezione che l’essere umano ha del mondo animale.
Nel gruppo di animali da affezione rientrano essenzialmente tutti quegli animali domestici che l’umanità considera suo amico fedele.
Tradizionalmente sono due le specie animali che rappresentano al meglio questa categoria: cani e gatti.
L’amore incondizionato che molti proprietari hanno nei confronti dei loro animali di compagnia ha creato un ricco mercato di prodotti, cure e trattamenti e tra questi certamente la principale è quella della cura delle malattie che trova nel medico veterinario il professionista di riferimento.
Non a caso molti medici veterinari lavorano in questo settore prestando cure sanitarie a cani e gatti principalmente, ma anche a tante altre specie sempre più presenti nelle famiglie italiane e non solo.
Se l’amore per cani e gatti crea un ricco mercato per i medici veterinari, non può essere da meno il mondo degli allevamenti degli animali da reddito.
Bovini, ovini, suini, caprini, avicoli, la produzione mondiale di prodotti di origine animale richiede un importante numero di medici veterinari specializzati capaci di fornire cure agli animali negli allevamenti di tutto il mondo.
Questi due settori da soli impiegano la quasi totalità dei medici veterinari abilitati, tuttavia esiste un mondo forse meno famoso, ma di sicuro non meno importante: la cura e la riabilitazione della fauna selvatica.
Così come per gli animali domestici, anche le specie selvatiche hanno bisogno di cure veterinarie specializzate.
Il medico veterinario specializzato in fauna selvatica potrebbe infatti trovare lavoro in parchi nazionali e regionali, cliniche private, parchi faunistici, zoo, riserve safari, centri di recupero e riabilitazione.
Anche le Università hanno dei servizi appositi per la fauna selvatica all’interno dei quali il veterinario specializzato può trovare lavoro.
Ovviamente le possibilità di impiego sono nettamente inferiori rispetto ai due grandi settori della medicina veterinaria, tuttavia questo non significa che si deve abbandonare il sogno di diventare parte attiva della conservazione animale.
I doveri tipici di un veterinario specializzato nella cura della fauna selvatica possono includere la sedazione degli animali per le procedure sanitarie, l’esecuzione di esami clinici, la vaccinazione, il prelievo di campioni di sangue, la somministrazione di liquidi, l’esecuzione di interventi chirurgici quando necessario, la prescrizione di farmaci, la valutazione e il trattamento delle ferite, l’esecuzione di radiografie ed ultrasuoni, la pulizia dei denti, assistere con programmi di riproduzione in cattività e fornire cure intensive per animali molto giovani abbandonati dai loro genitori.
I veterinari della fauna selvatica lavorano spesso in collaborazione con i riabilitatori della fauna selvatica in una struttura di riabilitazione.
Devono inoltre essere in grado di interagire e comunicare in modo efficace con tecnici veterinari, funzionari della fauna selvatica e membri del pubblico.
Per chi volesse approfondire il tema, può andare sul sito di Keep the Planet dove si fa maggiore chiarezza circa i lavori legati con gli animali selvatici.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia