Inglese e bambini: basta davvero la scuola?

Il livello di inglese nei bambini e ragazzi in età scolare è al di sotto delle aspettative. A dirlo sono i dati 2019 delle prove invalsi, secondo cui la metà dei ragazzi esaminati non raggiunge il livello B1 nella lettura, e il 65% incontra grandi difficoltà nella comprensione della lingua parlata. Un dato che fa riflettere, dato che il B1 è lo standard adottato a livello internazionale per identificare persone capaci di interagire in una lingua straniera, conversando su argomenti della realtà quotidiana (scuola, lavoro, famiglia, ecc.) in maniera superficiale.

La conclusione a cui si giunge è semplice: la scuola non può essere l’unico canale di apprendimento della lingua inglese se vogliamo che i nostri figli siano davvero in grado di esprimersi e comprendere questa lingua. Requisito ormai indispensabile nella maggior parte delle attività professionali, nonché per proseguire con il ciclo di studi oltre le scuole superiori.

Come risolvere il problema? L’anno all’estero è una delle soluzioni più gettonate e apprezzate dai ragazzi, ma riguarda solo gli adolescenti ed è consigliabile non affrettare i tempi perché il distacco dalla famiglia potrebbe essere eccessivo prima dei 14-15 anni. Ci sono però molte attività utili a migliorare la conoscenza dell’inglese che si possono inserire nella routine dei propri figli fin da piccoli.

Sì, perché uno dei principali problemi nell’apprendimento dell’inglese in Italia è che i bambini sono esposti alla lingua troppo tardi (generalmente solo a partire dai 6 anni). Sono molti gli studi che dimostrano come l’apprendimento sia più semplice se il bambino inizia ad approcciarsi alla materia fin da piccolissimo. Maria Montessori identificava la fase di maggior apprendimento nel periodo che va dalla nascita ai 6 anni, un lasso di tempo in cui il bambino ha la cosiddetta mente assorbente.

È chiaro quindi che l’insegnamento dell’inglese deve iniziare a casa, ricorrendo ad attività stimolanti, come racconti, canzoni e filastrocche. Una soluzione senza dubbio efficace è inserire l’inglese all’interno della routine quotidiana scegliendo una canzone per il bagnetto e cantarla fin dalla prime settimane dopo la nascita. Così il bambino è stimolato all’apprendimento dell’inglese, perché desidera cantare con mamma e papà, e allo stesso tempo si abitua alle sonorità della lingua, molto diverse da quelle dell’italiano.

La stessa logica può essere utilizzata per la favola della buona notte o una canzoncina del buon giorno. Anche le filastrocche sono molto versatili, specie se associate a qualche forma di gioco, ad esempio recitare una filastrocca mentre si cambia e si veste il bambino può essere un escamotage efficace per rendere più divertente quest’attività. A condizione chiaramente di iniziare dai primi mesi di vita, quando i cambi sono frequenti e rappresentano un’occasione di gioco.

I libri illustrati poi sono un ottimo strumento per facilitare l’apprendimento, sempre ricordando di intraprendere l’attività come un gioco. E senza aspettarsi risultati nel breve termine. L’apprendimento di una lingua straniera per un bambino in età prescolare è una grande sfida. Per questo è importante che il libro scelto gli piaccia. Se la storia lo appassiona e lo incuriosisce, il piccolo non si annoierà a sentirla ripetere e guardare il libro insieme a mamma e papà diventerà un’esperienza piacevole ed entusiasmante. L’ideale perché acquisisca sicurezza con l’inglese.

I genitori che non hanno un elevato livello di conoscenza della lingua possono optare per un audiolibro, così da avere la certezza che il bambino sia sottoposto ad una pronuncia corretta. Apprendere l’inglese con pronunce errate è infatti una pratica controproducente. L’audiolibro supera questa problematica senza arrecare danni all’esperienza, che resta infatti positiva e coinvolgente sia per il genitore che per il bambino.

Con il passare del tempo, oltre alla lettura della favola si possono proporre al piccolo attività di maggiore interazione con libri e dispositivi tecnologici. Un esercizio semplice ed efficace è quello di metterlo di fronte alla storia illustrata e chiedergli di individuare i personaggi, ponendo la domanda in inglese. Ripetere l’esercizio quotidianamente gli consentirà di aumentare la fiducia in sé stesso, facilitando quello che sarà lo step successivo: esprimersi in un’altra lingua.

Anche i cartoni animati sono una soluzione da valutare, a condizione chiaramente di scegliere contenuti adatti al livello di comprensione del bambino e possibilmente sottotitolati. Come per le altre attività, la visione dei cartoni andrebbe inserita all’interno della routine del bambino con tempi adeguati alla sua età e in compagnia dei genitori.

Lo stesso vale per i giochi, che costituiscono una forma di apprendimento divertente e coinvolgente. Sono molti quelli che possono essere fatti in inglese, adatti ai bambini in età prescolare e scolare. Uno dei più apprezzati è il Memory: le carte in inglese possono essere acquistate oppure realizzate in casa, coinvolgendo il bambino nella scelta dei soggetti e nella produzione delle tessere.

In ogni caso, la regola d’oro per aiutare i nostri figli ad apprendere l’inglese è non andare troppo di fretta, scegliendo sempre attività adatte alla loro età. Aumentando la complessità di pari passo con la crescita cognitiva.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia