Sbiancamento dentale domiciliare: quali prodotti si possono usare?
Quando si parla di sbiancamento dei denti si può fare riferimento a due possibili modalità di trattamento, vale a dire lo sbiancamento dentale professionale oppure quello effettuato in ambito domiciliare ricorrendo ad appositi prodotti.
Lo sbiancamento dentale professionale è uno dei trattamenti che rientrano nell’ambito della cosiddetta odontoiatria cosmetica e può essere eseguito dal dentista o, più comunemente, dall’igienista dentale. Con questo trattamento è possibile schiarire la dentatura riportandola alla sua colorazione naturale eliminando macchie o ingiallimenti.
Lo sbiancamento dei denti in ambito domiciliare, invece, consiste nell’utilizzo di appositi prodotti ad azione sbiancante quali dentifrici, collutori, fili interdentali e bite sbiancanti.
Tralasciando l’intervento professionale, cerchiamo di saperne di più sui prodotti che si possono impiegare per sbiancare la propria dentatura e che agiscono rimuovendo le macchie superficiali e attenuando progressivamente l’ingiallimento dentale.
Il dentifricio sbiancante
Fra i vari prodotti disponibili, lo sbiancante per denti più noto è sicuramente il dentifricio sbiancante; in commercio esistono varie proposte che possono avere formulazioni diverse anche se alcuni ingredienti sono comuni come per esempio gli agenti sbiancanti; quelli più utilizzati sono il perossido di idrogeno (altrimenti noto come acqua ossigenata) e il perossido di carbammide (una sostanza composta da perossido di idrogeno e urea).
In un dentifricio sbiancante sono in genere presenti anche i cosiddetti agenti abrasivi, sostanze che hanno un’azione levigante sulla superficie dei denti, ma comunque abbastanza delicata per non danneggiare lo smalto. Fra gli abrasivi più noti si ricordano il carbonato di calcio, gli ossidi di alluminio idrati e il gel di silice disidratato.
In commercio sono inoltre disponibili dentifrici ai carboni attivi, che hanno un’azione leggermente abrasiva e proprietà assorbenti; sono utilizzati per l’eliminazione dei pigmenti superficiali che si depositano sui denti.
Il ricorso a dentifrici sbiancanti presuppone di norma un utilizzo prolungato nel tempo affinché gli effetti desiderati siano visibili.
Si ricorda che l’utilizzo di questo tipo di sbiancante per denti può essere causa di una temporanea maggiore sensibilità dentale che tende però ad attenuarsi con l’uso del prodotto grazie alla presenza di fluoruro.
Il collutorio sbiancante
Un altro tipo di sbiancante per denti è il collutorio sbiancante, che serve a rimuovere le macchie superficiali. Gli agenti schiarenti utilizzati più comunemente, come nel caso dei dentifrici, sono il perossido di idrogeno e il perossido di carbammide; sono disponibili in commercio anche collutori che contengono carboni attivi, spesso combinati con zinco.
Molti collutori sbiancanti contengono anche altri principi attivi che hanno azioni diverse, per esempio il fluoro che contribuisce a rinforzare lo smalto dentale e il cloruro di cetilpiridinio che serve a combattere l’alitosi.
Affinché un collutorio schiarente possa dare gli effetti desiderati è necessario un utilizzo regolare per un certo periodo di tempo. Si deve precisare che l’utilizzo del collutorio non sostituisce l’azione del dentifricio per quanto riguarda la quotidiana igiene orale.
Altri prodotti sbiancanti
Altri prodotti utilizzati per lo sbiancamento dei denti sono il filo interdentale sbiancante, utilizzato soprattutto per coadiuvare l’azione di dentifrici e collutori schiarenti, e il bite dentale sbiancante; quest’ultimo è uno speciale bite riempito di agenti sbiancanti che deve essere posizionato sulle arcate dentali e che agisce sia sulla superficie esterna che su quella interna dei denti. Deve essere lasciato in posizione per una decina di minuti dopodiché dovrà essere rimosso. Seguiranno poi le normali azioni di igiene orale.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia