Che rapporto c’è tra il sonno e la perdita di peso
Che rapporto c’è tra il sonno e la perdita di peso
La qualità del sonno di una persona è in grado di condizionare addirittura il suo peso. È stata appurata, infatti, l’esistenza di una correlazione tra il numero di ore di sonno che vengono garantite all’organismo e il modo in cui esso risponde al cibo. Tutto dipende dai cambiamenti ormonali interni su cui la mancanza di sonno esercita una forte influenza, ovviamente in senso negativo; ma non va dimenticata la risposta al consumo calorico. Le ricerche, poi, hanno messo in evidenza che se si dorme poco e ci si sente più affaticati si sarà meno motivati a dedicarsi all’attività fisica: ed è noto che uno stile di vita sedentario abbassa la produzione di energia, innescando in maniera diretta un incremento ponderale.
Quando è il caso di rivolgersi a un nutrizionista
Se si hanno problemi da questo punto di vista ci si può affidare a un professionista di comprovata esperienza come il dottor Eugenio Ruggeri, nutrizionista di Ancona che non vuole suggerire unicamente una dieta efficace, ma intende proporre uno stile di vita che sia nuovo sotto tutti i punti di vista. In questo modo si può raggiungere un livello di benessere ottimale tanto sul piano fisico quanto sotto il profilo psicologico. Conoscere i prodotti con i quali ci si nutre vuol dire prevenire molte delle più importanti cause di malattia, ma anche imparare ad assecondare il proprio organismo.
Il ruolo dello stress
Le cattive abitudini dal punto di vista del sonno possono essere influenzate anche dal livello di stress con cui si è costretti a fare i conti nella vita di tutti i giorni. Se nel corso della notte non si dorme un numero di ore sufficiente a garantire un riposo adeguato, si va ad altare il modo con il quale l’organismo reagisce allo stress, da cui dipende il rilascio nel flusso ematico del cortisolo, un ormone.
Cos’è il cortisolo
Non a caso il cortisolo viene definito anche come l’ormone dello stress: maggiore è la quantità che ne viene prodotta e più risulta complicato prendere sonno nelle ore notturne. Il problema è che così si innesca un circolo vizioso che sembra non avere mai fine. Per rimediare vale la pena di adottare pochi e semplici accorgimenti, che hanno a che fare con un complessivo miglioramento dello stile di vita. Si tratta di intervenire sulla dieta e di fare più sport, in modo da raggiungere con più facilità al numero di ore di sonno ideali per ogni notte.
Come intervenire sulla routine del sonno
Se si vuol cercare di dimagrire intervenendo sulla routine del sonno, una buona abitudine è quella di andare a letto sempre alla stessa ora tutte le sere e, al mattino, cercare di svegliarsi sempre allo stesso orario. Non è detto che tutti abbiano bisogno di otto ore di sonno: per alcuni ne bastano di meno, mentre per altri ne occorrono di più. Ogni persona dovrebbe valutare la propria condizione e capire qual è la quantità di sonno ideale, anche in termini di produttività quotidiana.
La dieta paleozoica
Tra i trend alimentari molto in voga in questo momento, un ruolo di primo piano è ricoperto dai regimi con un contenuto di carboidrati modesto, come per esempio la dieta paleozoica. Si tratta di uno stile di vita che prevede di smettere di consumare i latticini e i cereali, ma che include grandi quantità di verdura, di frutta, di noci e di carne. Tuttavia questo regime fa sì che venga consumata una quantità inferiore di calorie, e ciò si potrebbe riflettere nella difficoltà a prendere sonno.
Il ruolo dei carboidrati
Perché avviene tutto questo? La colpa – se così si può definire – è dei carboidrati, che determinano un incremento del triptofano: questa sostanza è quella che poi si trasforma in serotonina e che fa sì che ci si possa addormentare con più facilità. Un compito opposto viene svolto dalle proteine, che favoriscono l’aumento nel cervello degli stimolanti che fanno sì che si resti più vigili e svegli. Le notti insonni, non di rado, sono la conseguenza di una diminuzione del consumo di carboidrati, che a sua volta porta a produrre meno serotonina, specie se abbina a un incremento proteico.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia