Artrosi: quali sono le forme più comuni?
Artrosi è un termine medico con il quale si fa riferimento a una condizione patologica cronica degenerativa che si caratterizza per la presenza di alterazioni della cartilagine e delle articolazioni sinoviali. Un termine usato come sinonimo è osteoartrosi.
Si tratta di una patologia molto diffusa; nel nostro Paese interessa circa 4 milioni di persone.
L’artrosi è un processo che può interessare una o più articolazioni; in quest’ultimo caso, se le articolazioni sono almeno tre si parla di artrosi generalizzata.
Generalizzata o no, una volta insorta è necessario gestirla adeguatamente per cercare di non aggravare la situazione.
È per esempio importante sapere cosa si può e si deve fare e cosa non fare in caso di artrosi all’anca, di artrosi della spalla o di una qualsiasi altra forma artrosica. Cerchiamo quindi di saperne di più.
Artrosi: quali sono le forme più diffuse?
Esistono molte forme di artrosi; fra quelle più diffuse si ricordano in particolare l’artrosi dell’anca (coxartrosi), del ginocchio (gonartrosi) e della colonna vertebrale (spondiloartrosi).
La malattia si manifesta solitamente in modo progressivo e, perlomeno inizialmente, senza dare alcun segno di sé. Le prime avvisaglie possono fare la loro comparsa dopo i 40 anni, ma non mancano certo casi di artrosi precoce. Entrambi i sessi ne sono interessati (con maggiore prevalenza nelle donne) e, superati i 75 anni, è quasi impossibile trovare qualcuno che risulti totalmente immune dal problema.
I fattori predisponenti
Lo sviluppo di artrosi può essere favorito da vari fattori; tra questi si ricordano la predisposizione genetica, il tipo di attività svolto, il sesso femminile (le donne sono più soggette allo sviluppo della malattia), il sovrappeso, l’obesità, la sedentarietà, il soffrire di determinate patologie (artrite reumatoide, diabete mellito ecc.), traumi e lesioni articolari subiti nel corso dell’esistenza ecc.
La sintomatologia
Le manifestazioni tipiche dell’artrosi sono il dolore articolare più o meno intenso, la rigidità dell’articolazione coinvolta e la limitazione funzionale.
Nelle fasi iniziali il dolore può essere molto lieve e viene spesso sottovalutato; in seguito però la situazione tende a peggiorare. È proprio la volontà di limitare il dolore che in parte è responsabile della limitazione funzionale (si cerca cioè di evitare determinati movimenti per non avvertire sensazioni dolorose).
La rigidità delle articolazioni si fa sentire soprattutto dopo il riposo notturno oppure quando si resta immobili per un periodo di tempo abbastanza lungo.
Queste manifestazioni fanno ovviamente sospettare la presenza di artrosi, ma per la certezza della diagnosi sono necessari esami di imaging.
Il trattamento
I casi più lievi traggono beneficio da trattamenti fisioterapici, trattamenti termali e dall’utilizzo, che deve essere concordato con il medico curante, di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che hanno una funzione sintomatica (riducono l’infiammazione e il dolore); tra i principi attivi usati si ricordano il diclofenac, il piroxicam, l’ibuprofene, il ketoprofene ecc. Talvolta sono suggeriti anche cicli di integratori a base di glucosamina e acido ialuronico.
Importante è anche lo stile di vita; un’alimentazione sana e un’adeguata attività fisica sono importanti per ridurre il rischio di sovrappeso, obesità, diabete ecc.
Tra l’altro, una corretta attività fisica aiuta a rinforzare la muscolatura proteggendo le articolazioni che saranno quindi meno soggette a usura. Ovviamente, si dovranno scegliere attività fisiche che non sono controproducenti (per esempio: l’hockey non è uno sport indicato a chi soffre di artrosi dell’anca).
Nei casi più gravi e particolarmente limitanti e quindi con un notevole impatto negativo sulla qualità della vita, può essere presa in considerazione la possibilità della chirurgia (protesi di anca, di ginocchio ecc.).
Articolo scritto da Redazione PinkItalia