Buono a sapersi
Certificazione energetica: cosa implica la mancata presenza dell’APE
Da un po’ di tempo a questa parte, non si fa altro che parlare di Certificazione Energetica. D’altro canto, in questa fase storica, ricca di bonus per la riqualificazione energetica degli immobili, moltissimi soggetti hanno avuto a che fare con questo documento, che risulta di vitale importanza per poter beneficiare di importanti agevolazioni fiscali.
Moltissimi italiani hanno dovuto familiarizzare con un acronimo, APE (attestazione prestazione energetica), che in alcuni casi è diventato un vero e proprio incubo, a causa di errori nella compilazione o ritardi biblici da parte della pubblica amministrazione. Un documento la cui compilazione richiede attenzione certosina da parte di chi lo compila, precisione certosina e veridicità assoluta nei dati compresi nel documento.
Certificazione energetica: da chi può essere redatta?
Per snellire i tempi e, perché no, risparmiare un po’ di soldi, si può richiedere questo preziosissimo documento anche tramite il web e portali di comprovata esperienza come Certificazioneenergeticafacile.it, che vantano tra i propri clienti alcune delle più grandi imprese ed istituti di credito del nostro paese, oltre ad aver stilato oltre 15000 certificati nel corso degli ultimi dieci anni.
La certificazione, è bene ricordarlo, dev’essere obbligatoriamente stilata da un professionista qualificato, che deve prestare grandissima attenzione nella compilazione del medesimo: la compilazione non rispettosa di quanto previsto dalla normativa vigente, infatti, implica il pagamento di una multa dai 700 ai 4200 €uro, che viene comminata dalla Regione dopo aver accertato la mancanza di congruità dei dati presenti all’interno dell’APE stilato dal professionista.
L’importanza di una corretta compilazione dell’attestazione prestazione energetica, si può evincere sotto mille aspetti di fondamentale importanza del proprio immobile o, in senso lato, del mercato immobiliare, che negli ultimi anni, dopo alcuni in forte calo, sta tornando a salire, anche se le differenze restano piuttosto marcate anche all’interno di una singola provincia.
Basti pensare, ad esempio, a quanto accade quando si decide di mettere in vendita un immobile, piuttosto che renderlo disponibile a terze persone tramite un contratto di locazione. In base a quanto previsto dalla legge, infatti, ogni singolo immobile deve avere un APE che testimonia l’efficienza energetica, viceversa i proprietari e i soggetti incaricati alla vendita dell’immobile possono essere soggetti a delle sanzioni.
Vendita o affitto di un immobile di proprietà: cosa implica l’assenza dell’APE?
La vendita dell’immobile privo dell’attestazione di prestazione energetica comporta una sanzione pecuniaria variabile tra i 3/18.000 €uro, che colpisce, indistintamente, il venditore e l’intermediario immobiliare, che si è reso protagonista di una vendita senza rispettare quanto previsto dalla legge. Se l’immobile, invece, viene ceduto in affitto privo dell’APE, invece, la multa varia da 1-4000 €uro.
Sanzioni, oltretutto, che riguardano anche gli annunci immobiliari, che sono letteralmente esplosi con la larga diffusione della grande rete telematica. Se un tempo, infatti, bisognava ricorrere al cartaceo, con piccoli “giornali” lasciati all’interno della cassetta postale, oggi bastano pochi e semplici click per poter visionare immobili in ogni angolo del nostro paese, valutando se sia il caso o meno di procedere all’acquisto di un immobile.
Ebbene, un annuncio immobiliare, sia cartaceo che online, che non contiene i parametri energetici della casa oggetto della vendita o locazione, prevede una sanzione di importo variabile tra i 500 ed i 3000 €uro. Il pagamento delle suddette sanzioni, oltretutto, non implica alcuna deroga nella compilazione dell’APE, che dovrà essere redatto per mantenere “attivo” l’annuncio immobiliare o procedere alla vendita/locazione dell’immobile.
Anche il direttore dei lavori non è immune, eventualmente, al pagamento di alcune sanzioni qualora non rispettasse, pedissequamente, quanto previsto dalla legge. Ad esempio, se non redigesse la dichiarazione di fine lavori, andrebbe incontro ad un’ammenda tra i 1000 ed i 6000 €uro, oltre ad essere segnalato al relativo collegio professionale.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia