ActionAid, 4 vignette raccontano la povertà del mondo
Cibo, acqua, scuola, salute: quattro vignette per raccontare la povertà nel mondo e sensibilizzare l’opinione pubblica. E’ la scelta di ActionAid, un’organizzazione internazionale indipendente che ogni giorno è al fianco delle comunità più povere ed emarginate del mondo e che opera grazie a privati cittadini e famiglie che hanno scelto di dare il loro sostegno attraverso l’adozione a distanza.
Non è semplice comunicare cosa accade quando cibo, acqua, scuola e salute vengono a mancare a causa di guerre, carestie, contesti culturali degradati e come la mancanza di questi 4 pilastri della società possano mettere in pericolo il futuro di molte comunità in tutto il mondo.
Le principali vittime della mancanza di beni primari sono soprattutto i bambini che vedono negati i diritti più essenziali come avere un pasto assicurato ogni giorno, disporre di servizi igienici funzionanti, andare a scuola e affrontare con serenità malattie infettive per noi banali come il morbillo.
ActionAid ha voluto raccontare problemi gravissimi utilizzando uno strumento diverso dal solito, un tipo di linguaggio vicino al mondo dell’infanzia, ma proiettato a quello degli adulti.
Insieme all’illustratore Daniele Bonomo, in arte Gud, ha realizzato quattro vignette in cui una piccola protagonista di nome Bizunesh affronta delle situazioni di vita quotidiana particolarmente emblematiche.
I personaggi sono naturalmente di fantasia, ma le situazioni sono oltremodo reali. Lo stesso nome della protagonista è stato infatti tratto da una storia vera, quella di Bizunesh, una bambina africana costretta a camminare molte ore per recuperare acqua potabile per la sua famiglia e perciò impossibilitata a frequentare la scuola. Grazie alla costruzione di un pozzo vicino casa, Bizunesh ha più tempo per la sua famiglia e soprattutto per andare a scuola.
Questa storia è significativa e porta alla luce diverse problematiche come:
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Accesso all’acqua
In tutto il mondo, quasi un miliardo di persone non ha accesso a una fonte d’acqua potabile sicura. Ma la situazione generale è molto più grave: ci sono circa 3,5 miliardi di persone che non vedono il proprio diritto all’acqua pienamente rispettato.
Più nello specifico, le persone costrette a procurarsi l’acqua da fonti non sicure sono 748 milioni. Di queste, circa 173 milioni, ancora oggi, si procurano l’acqua direttamente da fiumi, ruscelli o stagni. Una delle zone più colpite dal problema è l’Africa subsahariana: qui, il 36% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile. Dal momento che le fonti di acqua sono spesso inquinate, è necessario percorrere diversi km per poter raggiungere una fonte di acqua potabile. A volte sono proprio i bambini ad essere incaricati di questo compito e ciò impedisce loro di frequentare la scuola.
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Accesso al cibo
In tutto il mondo, ci sono 795 milioni di persone che soffrono la fame. La maggior parte di loro vive nei Paesi in via di sviluppo, dove il 12,9% della popolazione è composto da persone denutrite. I due terzi della popolazione mondiale che soffre la fame si trovano in Asia. Mentre una persona su quattro nell’Africa subsahariana è denutrita.
A pagare il prezzo più alto, come succede spesso nei Paesi più poveri del mondo, sono i bambini. Ogni anno, la metà dei decessi di bambini al di sotto dei cinque anni di età, il 45% per la precisione, avviene a causa della scarsa alimentazione. Stiamo parlando di circa 3,1 milioni di bambini.
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Accesso all’istruzione
Si stima che, in tutto il mondo, ci siano quasi 781 milioni di adulti e 126 milioni di giovani che non sanno nè leggere nè scrivere: sono, in sostanza, quasi novecento milioni di analfabeti. Più del 60% del totale è rappresentato da donne.
Anche da questo punto di vista, è l’Africa subsahariana la zona del mondo dove il problema si manifesta nella sua forma più grave: basti pensare che 33 milioni di bambini in età da istruzione primaria non vanno a scuola; il 56% di questi è costituito da donne poiché spesso i genitori con più figli preferiscono mandare a scuola i maschi.
Le bambine si ritrovano così costrette a dedicare il loro tempo a lavori domestici o, nel peggiore dei casi, ai matrimoni forzati per non essere un peso economico per la famiglia. Si pensi che ogni giorno, 20.000 ragazze sotto i 18 anni diventano madri nei Paesi dei sud del mondo.
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Accesso alla salute
Nel 2015, circa 2,7 milioni di bambini sono deceduti nei primi 28 giorni di vita (si parla di morte neonatale). A livello globale, rappresentano il 45% dei decessi di bambini entro il quinto anno di vita. La stragrande maggioranza di questi è facilmente prevenibile fornendo strutture sanitarie e personale qualificato.
Si stima che, in totale, nel 2015 siano morti 5,9 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni di età. La maggior parte di tali decessi avviene nei Paesi del sud del mondo. Le cause sono varie ma tutte riconducibili alla povertà estrema: infezioni, malnutrizione e mancanza di strutture sanitarie adeguate dove partorire. Si pensi che una malattia banale come il morbillo ha ucciso circa 115 mila bambini solo nel 2014, sebbene esista un vaccino che costa solo 2 dollari.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia