Vacanze pericolose, la mappa dei Paesi off limits
Dal Bangladesh alla Turchia, la mappa dei Paesi off limits per le vacanze pericolose
Dal Bangladesh, teatro della recente strage di Dacca alla Turchia, dove dall’inizio dell’anno si sono verificati numerosi attacchi di diversa matrice (di cui 4 solo a Istanbul), passando per Egitto, Pakistan, Kenya e India, sono molti i paesi bollati come ‘off limits’ per gli italiani che quest’estate si preparano ad andare in vacanza.
A ricordarlo è Viaggiare Sicuri, il portale con il quale la Farnesina dà indicazioni e informazioni ai turisti sulla sicurezza ed eventuali pericoli per chi si mette in viaggio.
Tra i Paesi finiti di recente nella lista nera figura il Bangladesh, dove nell’ultimo anno si sono registrati attacchi contro stranieri organizzati da gruppi armati terroristi di ispirazione jihadista.
Uno su tutti, quello del primo luglio scorso, quando un gruppo di terroristi ha preso d’assalto il ristorante ‘Holey Artisan Bakery’ di Dacca, provocando la morte di nove connazionali e diversi stranieri. La Farnesina raccomanda quindi agli italiani che intendono recarsi nel Paese di “usare la massima cautela” ed evitare, durante la permanenza,”luoghi di eventuali proteste ed assembramenti (come ad esempio, a Dacca, l’area universitaria nella zona sud della città, le zone adiacenti a Piazza Shahbag, il quartiere di Mirpur e l’intera area di Motijil)” ma anche, dato il rischio di possibili ulteriori atti di ispirazione jihadista, “evitare gli assembramenti specialmente nei fine settimana e durante il venerdì di preghiera”.
Per quanto riguarda la Turchia, entrata di recente nell’elenco delle zone da evitare, dopo i numerosi attentati terroristici in varie parti del Paese (dall’inizio dell’anno sono avvenuti attentati a Istanbul, Ankara, Izmir, Bursa, Gaziantep e Diyarbakir), la Farnesina ricorda ai connazionali “di esercitare, in tutto il Paese, soprattutto nei luoghi di attrazione turistica, ivi comprese le principali località balneari e le più note mete turistiche all’interno del Paese (es. la Cappadocia), accresciute misure di cautela, limitando gli spostamenti, evitando manifestazioni, celebrazioni, assembramenti, installazioni militari e delle Forze dell’ordine, luoghi ad elevata frequentazione, luoghi di culto e associazioni e fondazioni a carattere religioso”, nonché “la rete metropolitana e dei trasporti pubblici, in particolare nei centri urbani, dove non può essere escluso il rischio di ulteriori attentati terroristici”.
Inavvicinabili anche Iraq, Afghanistan e Siria, “vivamente sconsigliate” per l’attuale situazione di “elevato rischio e grave pericolosità’, così come l’Egitto, dove, “in considerazione del deterioramento della generale situazione di sicurezza registrato nel Paese” la Farnesina raccomanda di evitare i viaggi non indispensabili.
Tra i casi più gravi, si ricorda la morte di Giulio Regeni, il disastro aereo del volo Egypt Air, nel maggio scorso, partito da Parigi con destinazione Cairo e precipitato nell’isola greca di Karpathos, l’assalto, a gennaio 2016 al Resort Bella Vista di Hurghada, l’ordigno artigianale che ha colpito un bus di turisti israeliani nei pressi delle piramidi di Giza e nell’ottobre 2015 lo schianto nella regione del Sinai di un aereo di una compagnia commerciale russa.
Diverso il discorso per i resorts di Sharm el-Sheik, sulla costa continentale del Mar Rosso, nelle aree turistiche dell’Alto Egitto e di quelle del Mar Mediterraneo.
Qui bisogna l’allerta è minore anche se, fa sapere la Farnesina, bisogna “mantenere comunque elevata la soglia di attenzione in quanto, seppur sottoposti a controllo da parte della autorità di sicurezza, non possono essere considerati completamente immuni da possibili minacce”.
Anche in Kenya sono sconsigliate visite turistiche “alla luce della perdurante minaccia terroristica” e”all’attivismo di formazioni terroristiche suscettibili di porre seri rischi alla sicurezza (con una probabilità maggiore anche a Nairobi per tutta la durata delle festività religiose) con particolare riferimento all’area della città di Mombasa, in quella di Malindi, e nelle regioni di Ijara, di Garsen, di Garissa, Dadaab, Wajir e Mandera”.
Stesso discorso per Tunisia, Algeria e Mali, per via dell’elevata presenza di gruppi terroristi e delle minacce all’incolumità di cittadini occidentali.
fonte adnkronos
Articolo scritto da Redazione PinkItalia