Bambini e videogiochi: una guida per le mamme da seguire in modo scrupoloso
Piuttosto di frequente capita di dover discutere con i propri figli per quanto riguarda l’uso dei videogiochi. Non è solo una questione, come spesso accade, di riprenderli in merito al tempo che viene trascorso sui videogame, ma altre volte è anche una questione di igiene e pulizia dei vari dispositivi elettronici, un aspetto che può rivelarsi decisamente problematico, soprattutto per l’elevato numero di batteri che si nasconde su console e pc, come ben spiegato in uno studio pubblicato sul blog L’insider.
Per tutte le mamme arriva un momento molto particolare della propria vita da genitori, in cui i figli scoprono il mondo dei videogiochi. Spesso e volentieri, si pensa che l’unico modo per reagire a una simile nuova fase sia quella di prepararsi a dire tanti no, eppure sarebbe molto meglio seguire una serie di consigli e indicazioni per agire in maniera molto più efficace, ma non così netta.
I giochi da consentire ai bambini
Esattamente come si verifica per quanto riguarda la visione dei film, anche nell’universo dei videogame non tutti i titoli sono adatti ai bambini. Come capire, quindi, quali sono quelli adatti e quali no? La risposta è molto semplice, dal momento che si trova direttamente sulla confezione, dove viene sempre riportata la raccomandazione di età.
Questo è già un primo sistema che permette di evitare che i vostri figli comincino a giocare con dei titoli che non sono assolutamente adeguati alla loro età. Basti pensare come, nel caso in cui si dovesse consentire di giocare con un titolo che è vietato a chi ha meno di 18 anni, bisogna fare la stessa cosa anche in riferimento a tutti quei giochi che presentano la valutazione PEGI 18. Quest’ultimo non è altro che un sistema di valutazione che permette di capire quanto un videogioco può essere adatto all’età degli utenti.
Cosa suggerire per i bambini?
Per i vostri figli, uno dei consigli migliori in merito al tipo di videogiochi su cui puntare è senz’altro quello di optare verso titolo che rappresentano un vero e proprio stimolo per i bambini a creare. Qualche esempio? Si parla di Super Mario, LEGO, Minecraft, ma anche LittleBigPlanet. Insomma, dovrebbero essere sempre dei giochi che sono in grado di stimolare e incoraggiare in maniera adeguata la loro fantasia e immaginazione.
Il tempo da far rispettare davanti allo schermo
Ecco un’altra questione su cui da tantissimo tempo ci sono dibattiti e dibattiti: per quanto tempo si può permettere ai propri bambini di rimanere davanti allo schermo e divertirsi con le console? Prima, però, di stabilire un tetto orario in tal senso, è fondamentale assicurarsi che i vostri figli godano di sufficiente tempo passato all’aria aperta, ma anche a fare sport, leggere libri oppure giocare insieme agli amici.
Come si può facilmente intuire, stabilire il tempo da trascorrere davanti ai videogame è qualcosa che va analizzato successivamente, tenendo a mente come si tratta sempre e comunque di sapere trovare il corretto equilibrio. Una ricerca che è stata portata a termine da parte dell’American Academy of Paediatrics, consiglia di evitare che i bambini che hanno meno di 18 mesi rimangano davanti a uno schermo, mentre per i bambini fino a 5 anni si dovrebbe trascorrere al massimo un’ora al giorno.
In riferimento a quella fascia di età che va dai 6 anni in avanti, invece, non esiste una tempistica ben precisa. Un’ora, magari suddivisa in due blocchi, rappresentano una limitazione senz’altro ragionevole, ma serve chiaramente fare in modo che i bambini abbiano delle alternative rispetto ai videogiochi, lasciando che possano comunque finire la loro sessione di gioco e salvare i progressi raggiunti.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia