Come è cambiata la scuola negli anni: dai regoli alla linea del 20
Tra poco più di un mese le scuole verranno riaperte e nelle corsie dei supermercati o nei negozi di settore si iniziano già a vedere articoli di cartoleria di ogni tipo, per la gioia di tutti gli amanti di questi prodotti. Come ogni settembre, anche quest’anno inizierà un nuovo ciclo scolastico per tantissimi bambini tra i cinque e i sei anni, pronti a scoprire cosa li attende tra i banchi di scuola, attrezzati con ogni tipo di materiale didattico: dai quaderni ai libri, passando per penne, colori, matite e oggetti un po’ più specifici come la linea del 20 che sta prendendo il posto dei vecchi regoli colorati. Insomma, tutto il materiale scolastico al completo per permettere ai piccoli scolaretti di imparare e divertirsi al tempo stesso.
Ma il periodo di preparazione alla scuola non è sempre stato uguale ad oggi, così come anche gli strumenti utilizzati un tempo erano decisamente differenti da quelli moderni. A partire dalle piccole differenze che sicuramente molti ancora ricordano come ad esempio le lavagne: oggi sono fissate al muro mentre un tempo erano montate su un cavalletto e si potevano usare tutte e due le facce della struttura. Inoltre, non erano semplicemente nere ma di solito da un lato presentavano delle righe e dall’altro dei grossi quadretti. Anche i banchi erano differenti, le sedie erano attaccate alla scrivania e su di essa erano presenti dei buchi che un tempo venivano usati come “porta calamai”.
E che dire delle valigette piene di regoli? Coloratissimi pezzi di legno o plastica che venivano usati più per costruire castelli che per imparare davvero a far di conto. Gli amati mattoncini colorati oggi sono sempre più sostituiti da strumenti come la linea del 20, forse meno utile per la creazione di strutture fantastiche, ma sicuramente più intuitiva e facile da usare per operazioni come addizioni e sottrazioni. Si tratta, inoltre, di una sorta di gioco educativo, utilissimo per i bambini ipovedenti, ipoacusici o che per i bambini che hanno delle difficoltà di comprensione della lingua di insegnamento.
Un altro importantissimo strumento che probabilmente pochi ricorderanno è di certo l’abbecedario, il libro che veniva usato dai bambini assieme a quello delle tabelline e quello di lettura per imparare le nozioni fondamentali durante le prime classi, in cui insegnava sempre e solo un’unica maestra che si occupava di tutte le materie.
Anche la struttura delle stanze che ospitavano gli alunni erano ben diverse: le classi erano per lo più “spoglie”, adatte ad un gruppo di persone il cui ruolo era ascoltare l’insegnante e assimilare quanto più possibile attraverso un metodo didattico piuttosto passivo, ben diverso da quello moderno in cui i bambini sono al centro del loro percorso di studi e, attraverso lavoretti di gruppo, cartelloni, disegni e quant’altro, vengono incoraggiati ad essere artefici del loro stesso apprendimento, adornando l’aula coi lavori svolti e colorandola nel corso nell’anno, così da essere immersi continuamente in un ambiente stimolante, grazie ai propri sforzi.
Ecco quindi che oggetti utili all’apprendimento come la linea del 20 o i compassi, i colori e tutto ciò che serve per stimolare la creatività e il desiderio di mettersi alla prova diventano compagni di scuola divertenti e necessari al fine di creare un imprinting positivo verso l’apprendimento ed il sistema scolastico.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia