Filastrocche e videogame allenano bimbi contro disturbi linguaggio
Filastrocche, ritornelli, videogame. Anche giocando è possibile prevenire i disturbi del linguaggio nei bambini, problemi che riguardano il 7% dei piccoli in età scolare.
Una via «ecologica» per allenarli a una parlantina sciolta, «senza sanitarizzare» i bimbi ritenuti a rischio, viene indicata da un progetto avviato nel 2012 dall’Irccs Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco), approvato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del ministero della Salute.
Il progetto prevedeva attività di osservazione precoce dello sviluppo e del potenziamento delle abilità linguistiche in un ampio gruppo di bambini di 2-3 anni, e delle abilità di attenzione visiva in un gruppo più ristretto di bimbi di 4-5 anni.
Per raggiungere il primo obiettivo sono stati coinvolti 742 bambini. Un gruppo di piccoli a rischio di disturbi del linguaggio, valutati con un semplice test di screening eseguibile dai genitori, ha partecipato a un particolare programma di allenamento: in orario scolastico, maestre formate ad hoc hanno proposto attività di potenziamento linguistico (giochi con le rime, riconoscimento di suoni, suddivisione delle parole, ripetizioni di non-parole).
I bambini a rischio di disturbi del linguaggio sottoposti al training linguistico hanno mostrato migliori abilità rispetto ai coetanei a rischio che non hanno ricevuto lo stesso allenamento.
Un miglioramento risultato significativo subito, a poche settimane dalla fine del percorso. Il secondo esperimento ha coinvolto un gruppo di 30 bambini che frequentavano l’ultimo anno delle scuole dell’infanzia.
Un’ora al giorno, per un totale di 20 ore, sono stati proposti videogiochi d’azione o videogiochi di abilità ideati appositamente dai ricercatori del ‘Medeà, in collaborazione con i dipartimenti di Psicologia generale e di Matematica (per lo sviluppo della tecnologia) dell’università di Padova.
I risultati preliminari hanno mostrato che allenare l’attenzione con l’utilizzo di videogiochi migliora le prestazioni in quelle abilità ritenute predittive del futuro apprendimento della lettura.
«L’aspetto interessante – sottolineano i ricercatori – è stato constatare che allenando una abilità specifica, quella visiva, migliorano anche altre abilità, come quella acustica e quella attentiva.
Il progetto è ancora in corso, per seguire i bambini nel tempo e verificare l’effettivo progresso delle loro abilità di lettura e di apprendimento».
«Il nostro intento – afferma Massimo Molteni, responsabile della ricerca in psicopatologia all’Irccs Medea – è promuovere la salute e il benessere del bambino, coinvolgendo la scuola e la famiglia, mettendo loro a disposizione le conoscenze e le tecnologie.
Spesso si pensa ai giochi di brain training per gli anziani per un aging più attivo.
Perchè non pensarli anche per i bambini, naturali utilizzatori di tecnologia?
Perchè non mettere a disposizione di scuola e genitori suggerimenti che potrebbero aiutare a far acquisire ai bambini competenze più idonee rispetto alle richieste di un mondo sempre più complesso e esigente?».
Secondo gli specialisti dell’Istituto lecchese, «un bambino più “allenato” sarà in futuro uno studente al passo con le richieste sociali, che non dovrà convivere quotidianamente con il disagio psicologico, l’ansia e la demotivazione, effetti secondari dei disturbi del linguaggio».
Articolo scritto da Redazione PinkItalia