Le 6 donne che grazie alla scienza hanno cambiato il mondo
Sei scienziate hanno dedicato la vita alla scienza e alla ricerca con estrema tenacia, sfidando diffidenze e convenzioni della loro epoca, e lasciando una preziosa eredità alle nuove generazioni.
Fra le numerose protagoniste femminili che, nel corso dei secoli, hanno sfidato le convenzioni per dedicarsi alla scienza, ve ne sono alcune che si sono distinte, a cavallo tra ‘800 e ‘900, meritando un grande riconoscimento perché, grazie a loro, la scienza si tinge di rosa e si può affermare che almeno sei donne hanno cambiato il mondo, lasciando un’impronta indelebile.
Queste grandi figure hanno compiuto infatti una scelta di vita difficile per la loro epoca, sfidando un ambiente scientifico a netta prevalenza maschile, distinguendosi per attitudine, preparazione accademica, passione professionale e tenacia. E’ quindi necessario onorarne la memoria con una carrellata in loro onore.
Elisabeth Garrett-Anderson (1836-1917)
Si tratta di una vera pioniera che ha conciliato carriera e famiglia, costruendo un matrimonio felice che è durato 36 anni con tre figli, di cui una prematuramente scomparsa per malattia. Garrett-Anderson ha infatti sfidato molte convenzioni del suo periodo per la sua passione rivolta alla medicina e non si è mai tirata indietro per affermare le sue capacità.
Elisabeth aveva studiato come infermiera, ma puntava a traguardi più alti e, dopo una serie di studi privati e sudati riconoscimenti in chimica e medicina, nel 1870 si è laureata anche alla Sorbona di Parigi che, nel frattempo, aveva aperto l’ingresso in facoltà anche alle donne. Ma la sua vita è stata costellata da una raffica di rifiuti e ostacoli prima di esercitare negli ospedali inglesi.
I riconoscimenti medici e politici di Garrett-Anderson
La dottoressa Garrett-Anderson non si è mai arresa, diventando alla fine un fiume in piena di riconoscimenti, sia in medicina, sia in politica: prima donna inglese a qualificarsi come chirurgo, cofondatrice del primo ospedale amministrato da donne, prima direttrice della British Medical School (la prima scuola di medicina inglese), unico membro femminile della British Medical Association per 19 anni, prima donna in Inghilterra ad essere eletta nel consiglio di amministrazione di una scuola e poi sindaco e magistrato.
Elisabeth è stata infatti un’apripista anche in politica e convinta suffragetta, che si è sempre battuta per il diritto di voto e rappresentanza parlamentare in favore delle donne ma, anche sulla distinzione tra sfera lavorativa e domestica, ha dimostrato idee chiare: “Un dottore conduce due vite, quella professionale e quella privata, e i confini tra le due non devono mai oltrepassarsi“. Per l’impegno dimostrato in carriera e come madre di famiglia, Garrett-Anderson è tutt’ora una delle principali fonti d’ispirazione per le donne medico di tutto il mondo.
Marie Curie (1867-1934)
E’ probabilmente la più conosciuta fra le nostre protagoniste. Di origine polacca, il suo vero nome era Maria Salomea Skłodowska, ma più conosciuta come Marie Curie, è stata una fisica, chimica e matematica, insignita addirittura due volte del premio Nobel, sia per la fisica nel 1903 con il marito Pierre Curie, sia per la chimica nel 1911.
Marie Curie ha scoperto radio e polonio. L’impatto degli studi di questa geniale ricercatrice sulle radiazioni causate dal radio, aveva reso questo elemento talmente popolare, che serviva addirittura per realizzare dentifrici, creme solari, shampoo per capelli, tisane e sigarette, perché non si conoscevano ancora gli effetti nocivi della radioattività. Questi pionieri della ricerca, compresa la Curie, correvano quindi gravi rischi di salute, permettendo però di aprire nuove strade nella ricerca scientifica, utili anche al perfezionamento delle moderne radiografie.
Lise Meitner (1878-1968)
Fisica austriaca di origine ebraica, ostracizzata dal nazismo, ha avuto un ruolo fondamentale nell’aumentare le conoscenze sulla radioattività e nel gettare le basi per la fissione nucleare. Lise Meitner era una convinta sostenitrice dell’uso civile del nucleare e quindi aveva rifiutato di partecipare alla ricerca che ha condotto alla prima bomba atomica, trascorrendo gli anni della guerra in Svezia.
Più volte premiata nel dopoguerra, non ha mai ricevuto il Nobel per aver dovuto interrompere gli studi con il collega Otto Hahn, premiato nel 1944 proprio per i risultati sulla fissione. E’ stata tuttavia la prima donna membro della classe delle scienze naturali dell’accademia delle scienze e dottore honoris causa di diverse università. Un elemento chimico, il meitnerio, porta il suo nome e sulla sua tomba nello Hampshire, il nipote ha voluto il seguente epitaffio: “Lisa Meitner, una fisica che non perse mai la sua umanità“.
Un’altra donna austriaca che si è distinta oltre che per il suo fascino, anche per le sue doti scientifiche è Hedy Lamarr, pseudonimo di Hedwig Eva Maria Kiesler. Sul sito Quotidianpost.it è possibile leggere l’incredibile storia di Hedy Lamarr la diva scienziata.
Emmy Noether (1882-1935)
Amalie Emmy Noether è stata una matematica tedesca che si è occupata di fisica matematica, teoria degli anelli (strutture algebriche) e di algebra astratta, che ha formulato nel 1915 il teorema nel campo della fisica teorica, per stabilire una profondo legame tra le simmetrie, che identificano la proprietà dei fenomeni fisici di ripetersi sostanzialmente identici nel tempo e nello spazio, con le leggi di conservazione.
Queste leggi, dette appunto di conservazione, descrivono sostanzialmente il valore di una grandezza che si mantiene invariato nel tempo in un “sistema isolato” perché non interagisce in nessun modo con l’ambiente circostante. Per valore di grandezza, s’intende la proprietà di un fenomeno, corpo o sostanza, misurabile in modo quantitativo con un numero e un riferimento.
Scomparsa ancora giovane per i postumi di un intervento chirurgico, ha avuto l’onore di un necrologio scritto da Albert Einstein sul New York Times mentre il topologo (branca della geometria N.d.R.) russo Pavel Alexandrov l’ha definita: “Il più grande matematico donna di tutti i tempi“, anche perché il teorema di Noether è uno strumento didattico fondamentale nelle facoltà di fisica.
Rosalind Franklin (1920-1958)
Rosalind Elsie Franklin, chimica, biochimica e cristallografa britannica, è morta giovanissima per un male incurabile, ma è considerata di diritto l’eroina mancata nella scoperta del DNA, oltre che per la comprensione della struttura molecolare di RNA, virus, carbone e grafite, a causa dei dissidi con un altro scienziato che ha poi collaborato con i vincitori del Nobel per questa scoperta, fornendo loro i dati raccolti dalla collega.
Il neuroscienziato, biofisico, biologo molecolare britannico e premio Nobel per la medicina Francis Crick, ha ammesso l’importanza dei risultati della giovane ricercatrice che hanno contribuito a formulare l’ipotesi, da lui stesso elaborata nel 1953 con il biologo statunitense James Dewy Watson, riguardo la la struttura del DNA.
John Desmond Bernal, uno dei pionieri della biologia molecolare e sugli studi della diffrazione dei raggi X, le ha dedicato un necrologio sul Times che descrive il suo lavoro come autentico apripista nella conoscenza del DNA: “Come scienziata, Miss Franklin si è distinta per l’estrema chiarezza e per l’eccellenza con cui ha svolto il suo lavoro in ogni campo al quale si è dedicata. Ciò con cui Miss Franklin contribuì fu (tra i tanti risultati dei suoi studi N.d.R.) l’applicazione dei metodi analitici con cui dimostrò che la struttura (del DNA) veniva descritta meglio da una doppia elica di nucleotidi, nella quale gli atomi di fosforo giacciono all’esterno“.
Mileva Marić (1875-1948)
Per la serie dedicata alla scienza che si tinge di rosa, grazie a sei donne che hanno cambiato il mondo, non poteva mancare Mileva Marić anche se è vissuta all’ombra di una celebrità, perché questa fisica serba era la prima moglie di Albert Einstein, ma fu comunque la prima donna ad aver studiato fisica al politecnico di Zurigo. Madre di tre figli e poi divorziata da Einstein, è al centro di un dibattito nel mondo scientifico.
Alcuni ritengono infatti che Mileva abbia partecipato alle stesura dei lavori sulla teoria della relatività, partendo dai suoi studi riguardanti la teoria della cinetica dei gas, e questa ricerca si è integrata con le idee di Einstein dell’anno 1905 e con le sue ipotesi di studio.
Mileva Marić è stata una studiosa di grande spessore, ma la proposta di conferirle la laurea in fisica come riconoscimento postumo è caduta fino a oggi nel vuoto, dato che gli studiosi non traggono conclusioni definitive sui suoi meriti scientifici, pur considerando la collaborazione alla stesura di articoli redatti da Einstein.
In ogni caso, grazie a queste sei donne, la scienza si tinge davvero di rosa, perché sono tra quelle che hanno cambiato il mondo, rivelandosi pioniere nel loro settore, sfidando diffidenze e convenzioni consolidate, per mettere a frutto il loro sapere e battere nuove piste di ricerca. La loro eredità, trasmessa alle nuove generazioni, ha aperto nuove frontiere scientifiche e dimostrato chepreparazione e tenacia fanno la differenza.
Articolo scritto da Redazione PinkItalia