Friggere è un’arte, scopriamo tipologie di cottura, strumenti e consigli per risultati di qualità
Un metodo di cottura dei cibi come quello della frittura ha origini decisamente antiche, che risalgono addirittura al 2500 a.C. , sviluppate per mano degli egizi.
Questa tipologia di cottura, molto amata per il gusto che infonde ai cibi, si è diffusa con il tempo in tutto il mondo e oggi è praticata in tutte le cucine grazie all’uso di componenti diversi.
Quella che un tempo si eseguiva essenzialmente con lo strutto, il grasso animale e il classico olio, oggi è resa più leggera dall’utilizzo di grassi vegetali, oli di semi vari e soia.
Abbondare con il consumo di cibi fritti non aiuta la nostra salute. Se consumati con parsimonia, senza esagerare, i cibi fritti non provocano danni e soprattutto regalano al nostro palato un tripudio di sapori davvero eccellenti.
Non dimentichiamo però che la frittura e la capacità di friggere i cibi sono considerate una vera arte, e come tale l’eccellenza vanta regole e caratteristiche indiscutibili, che nulla hanno a che fare con l’improvvisazione.
Gustare una buona frittura a casa o al ristorante
Per una frittura perfetta, decisamente professionale, vale la pena utilizzare le friggitrici elettriche consigliate dagli esperti della ristorazione.
Si tratta di soluzioni capaci di rendere funzionale un ambito commerciale come una rosticceria o una panineria, consentono di proporre una gastronomia di eccellenza da servire alla clientela, ma sono perfette anche per un uso casalingo, come si scopre scorrendo le pagine online di RistoAttrezzature.com.
Ottenere una cottura a regola d’arte
La tecnica della frittura è usata abbondantemente in cucina . Ma il saper friggere è un’arte culinaria sopraffina, che necessita di regole precise per garantire un risultato ottimale.
Una frittura dorata, poco unta e soprattutto croccante, è un invito a nozze per qualsiasi palato, si rivela una scelta di gusto ma soprattutto se fatta ad arte non incide negativamente sull’organismo e può essere digerita facilmente.
Scegliere di friggere i cibi non deve essere considerata una soluzione estrema, tutt’altro. Seguire regole ben precise permette di realizzare una frittura che non incide negativamente sulla dieta.
Il consumo di cibi fritti può essere inserito una o due volte la settimana in un abituale regime alimentare, è necessario però ottenere un fritto leggero, che non abbia assorbito olio in eccesso.
Prima di friggere un qualsiasi alimento è bene valutare il grado di assorbimento dei grassi.
Patate e verdure ad esempio hanno un basso contenuto di grassi, la carne ed il pesce hanno un’elevata percentuale.
La frittura di un alimento ne eleva la consistenza calorica, può sovraccaricare l ‘organismo offrendo eccessive dosi di colesterolo, per cui è bene valutare a priori l’incidenza e scegliere quali alimenti meglio si prestano alla frittura e alle caratteristiche del nostro fisico.
Farina, pastella o pangrattato per una delizia di frittura
Ottenere un’ottima frittura non è difficile, considerando che esistono tecniche di preparazione diverse.
Si parte da quella più semplice realizzata con la farina per passare ad una soluzione che è garanzia di croccantezza grazie all’uso della pastella, in versione semplice o spumosa.
La frittura più spumosa si rivela perfetta laddove si sceglie la tecnica della tempura, ideale per fritture rapide ed estremamente leggere di gamberi e verdure
Farina e uovo sbattuto garantiscono una frittura dorata, se alla farina si sostituisce il pangrattato si può ottenere una panatura omogenea e molto gustosa.
Un fritto di qualità
Un fritto di qualità è garantito dall’uso di oli e grassi pregiati, abbinati con intelligenza ed attenzione al cibo prescelto.
Una frittura perfetta è la conseguenza del corretto binomio fra cibo e tecnica.
A fare la differenza possono essere anche gli strumenti utilizzati durante la fase di friggitura ovvero la classica padella di ferro o metallo o ancor meglio, per un risultato eccellente, le friggitrici di ultima generazione, perfette se utilizzate nel campo della ristorazione professionale.
In ogni caso la temperatura dell’olio deve essere quella ottimale, che non deve superare mai i 180° C per non subire alterazioni e velocizzare il passaggio nell’olio, evitando che i cibi risultino troppo unti.
Articolo scritto da Egeria Scalabrini