Elena Bonelli, ieri, oggi e domani, una voce fra tradizione e innovazione

Intervista by Paola Aspri

Elena Bonelli, ieri, oggi e domani, una voce fra tradizione e innovazione

elena bonelli intervista
Elena Bonelli

Elena Bonelli, ieri, oggi e domani, una voce che si propaga in tutto il mondo e coniuga tradizione e innovazione.

Dallo stornello al rap…e poi .. Brecht”, sarà in scena fino al 26 marzo al Teatro dell’Angelo di Roma, l’artista vuole coniugare gli schemi classici con quelli attuali e attraverso il drammaturgo Brecht evocare situazioni presenti che sembrano usciti dalle opere del demiurgo.

Del segno dei pesci, Elena è una curiosa e sensibile alla cultura e in quanto tale ama i giovani e gli da credito attraverso progetti innovativi. Vorrebbe essere la prossima concorrente di “Pechino Express”, lei riuscirebbe a far cantare chiunque in qualsiasi buco del mondo.elena bonelli intervista

  • C’è ancora cultura oggi e se si dove si trova?

La cultura sta andando alla deriva e rimane in piedi solo per pochi volontari. Per quanto mi riguarda faccio cose che hanno anche un valore didattico, come quando portai in scena uno spettacolo su Juliette Greco e poi in seguito sulla canzone romana. Il mio è un modo di  fare intrattenimento, ma anche cultura. Per “Dallo stornello al rap …e poi…a Brecht”,  spettacolo dedicato in parte a Brecht vale la stessa cosa. E’ un ripescaggio di un autore di un secolo fa che è stato sempre interpretato in maniera ortodossa, mentre io ne ho fatto una rilettura fresca e giovane, che fa capire quanto la scrittura di questo autore sia stata profetica. Lui oggi è quanto di più attuale possa esistere  e ci fa capire quanto ci stiamo avvicinando ai tempi bui.

  • Lo spettacolo si snoda tra il passato e il presente

Le canzoni di Brecht vengono accompagnate dalle notizie che leggo dai quotidiani nazionali che spiegano il brano. La canzone è una profezia di quello che accade allo stato attuale, tra follia omicida di massa come quella dell’Isis, oppure la prostituzione di donne portate in Italia con promesse di vita migliore.

Mackie Messer de “L’opera da tre soldi” non è altro che il serial killer che nessuno trova. Ho trattato anche il tema della schiavitù sessuale all’interno dello spettacolo, accompagnandolo ad una proiezione con la notizia di Gaucci, di Gianfranco Fini e Elisabetta Tulliani, quest’ultima una donna che ha asservito due uomini ai suoi poteri. Ne viene fuori la grande attualità del drammaturgo riportata ad oggi.

  • “Dallo stornello al rap a Brecht”, affini e complementari

Il rap non è altro che la realtà cruda messa in musica. Brecht a suo tempo scriveva queste cose. Lo stornello era il racconto della vita quotidiana. Sono tre tipologie di scrittura che si assomigliano e hanno dei grossi punti in comune.

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  • Tra Gabriella Ferri e Anna Magnani con chi senti di avere più affinità?

Con Anna Magnani  sento più affinità. Entrambi siamo del segno dei pesci, istintive e impulsive. Carlo Lizzani con cui ho girato “Tanto pè cantà”, mi diceva che ero la Anna Magnani del 2000, facendomela poi interpretare in questo film. Io sento di poterla rappresentare bene perché la conosco riga per riga e passo per passo.

  • Quanti cambiamenti hai fatto per amore della tua professione

Pochi in quanto è stata una vocazione fin da piccola. Se c’è un grosso cambiamento che devo segnalare è l’incontro con Adriano che mi ha talmente preso da lasciare meno spazio al lavoro. Da quando sto con lui la professione ne ha un po’ risentito, ma sono io ad aver messo al primo posto un uomo che amo. Sono dodici anni di vita in comune e lui è al primo posto. Ho un po’ di distacco di attenzione nei confronti di quello che prima per me era la ragione di vita.

  • Adriano ti incoraggia nel tuo lavoro o ti distoglie?

Lui non c’entra niente sono io a farmi distogliere. Lui non mi può aiutare perché non è dell’ambiente, è un costruttore. Per me è una benedizione averlo incontrato.

  • Come vedi la donna oggi?

La donna oggi fatica il quadruplo ad emergere. Non si sa se il 1968 con le sue rivoluzioni sessuali e politiche ha fatto bene alla donna. Io credo che abbia combinato solo dei grandi guai, rompendo degli equilibri non ricostruendone di più validi. Le donne che hanno promosso quel tipo di battaglia sociale sono sopravvissute e ancora credono in quel tipo di lotta del passato, le donne che vengono dopo ne hanno pagato le conseguenze. Io come tante della mia generazione non posso accontentarmi delle quote rosa.

  • Per essere una donna di successo bisogna inventarsi ogni giorno?

Assolutamente si, io l’ho fatto sulla mia pelle. Ho ripescato l’inno e l’ho modificato a mio modo, la canzone romana che era morta e sepolta l’ho riportata in auge e tante artiste mi hanno seguito. Io mi invento ogni giorno qualcosa.

  • Ti riposi mai?

Si e quando posso mi riposo dormendo.

  • Cosa guardi in televisione?

I Tg, le interviste, i reality. Mi piace molto Barbara D’urso che ritengo una brava professionista. Poi ho una passione per “Pechino Express”. MI piacerebbe partecipare a Pechino Express e spero che mi chiamino, magari in coppia con Pino Quartullo, mio amico da trent’anni e con lui formerei una accoppiata vincente per un adventure game.

  • Cosa stai facendo per i giovani?

Tantissimo, investo molto su di loro. Il concorso “Dallo stornello al rap”  scade il 30 aprile e chiunque sia interessato a parteciparvi può andare sul mio sito www.elenabonelli.it 

Articolo scritto da Redazione PinkItalia