Donne e STEM: cresce l’interesse, ma pesano gli stereotipi di genere

Secondo una ricerca effettuata da Ipsos per conto di Save the Children, il numero di ragazze che guardano con interesse agli studi scientifici in Italia è in costante aumento.

Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) possono portare a interessanti sbocchi lavorativi, contribuendo positivamente al tasso di occupazione femminile e colmando il divario di genere esistente. Tuttavia, ancora oggi non mancano pregiudizi e stereotipi di genere secondo cui le donne sarebbero “poco adatte” ai mestieri legati a queste discipline.

Il divario di genere in ambito formativo e professionale

In base ai dati raccolti, oltre la metà delle studentesse (il 54%) dimostra curiosità verso gli studi scientifici. Nel 2021 i corsi STEM sono stati scelti dal 22% delle ragazze: tra i settori di maggior interesse vi sono quelli relativi all’informatica e alle tecnologie ICT, che hanno fatto segnare una crescita superiore al 15%.

Ma fin dai primi cicli di istruzione, il divario di genere risulta oggi ancora molto radicato e gli stereotipi diffusi. Non è raro, infatti, trovare chi pensa che le donne siano più “portate” verso le materie umanistiche, oppure verso i lavori legati all’estetica e alla cura della persona. In questo modo, il talento delle giovani donne per le materie scientifiche viene bloccato sul nascere.

Per contrastare questa grave tendenza, prosegue in campo scientifico la lotta verso l’uguaglianza di genere. Gli investimenti compiuti dal Pnnr fanno pensare a una svolta che vede al centro proprio le donne, nel tentativo di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati per il 2030. Ma ancora molto c’è da fare.

Domanda di esperti IT in forte crescita, il caso della Cybersecurity

Questa realtà, in particolare all’interno del settore informatico e dell’ICT, si scontra con una grave carenza di professionisti e professioniste.

Una situazione che sta già portando diverse imprese a non essere in grado di difendersi, per esempio, dagli attacchi informatici. Nel 2021 il 64% delle aziende è stata vittima di un attacco hacker. Un dato non poco importante, specie se correlato alla mancanza di esperti ed esperte in ambito di sicurezza e di cloud.

Come è evidente, nel settore c’è estrema necessità di figure professionali e i percorsi formativi si sono evoluti proprio per garantire l’equo accesso di tutti alla professione.

Per ottenere una preparazione adeguata ed entrare nel settore della sicurezza informatica è importante affidarsi a realtà dalla comprovata esperienza. Non è necessaria una laurea, ma l’ideale è fare molta pratica, per poter acquisire le basi del mestiere.

Una realtà all’avanguardia in tal senso è Epicode, che propone corsi al 100% online per formare web developer, data analyst e cyber security specialist. La scuola si attesta tra le migliori nel campo della formazione tech: in Italia e in Europa, infatti, vengono assunti 9 studenti su 10 non appena terminato il corso.

Le previsioni occupazionali in ambito tech

La grande esigenza di figure professionali in questo settore è emersa anche dall’analisi “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”, elaborata da Unioncamere e Anpal. L’Ict (Information and Communications Technology) è tra le aree con il tasso di richiesta maggiore.

Entro il 2025 il fabbisogno complessivo previsto è altissimo. Nel corso del prossimo quinquennio andranno sostituiti circa 340mila occupati nella filiera “salute”, per esempio, 387mila unità nei “servizi pubblici e privati” (soprattutto la PA), e 451mila lavoratori nel settore del turismo.

Riguardo al settore della Cybersecurity, invece, la crescita dei posti di lavoro stimata in tutto il mondo è stata del 350% dal 2013 al 2021 (da un milione a 3,5 milioni di unità), e si prevedono ulteriori margini di crescita almeno per i prossimi sei anni. Numeri che fanno ben sperare per chi decide di intraprendere una carriera nel settore tech.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia