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Logistica agroalimentare: perché è importante rispettare la catena del freddo

La supply chain dei prodotti agroalimentari richiede il rispetto di specifici standard di igiene e sicurezza.

Gli alimenti, infatti, devono andare dal produttore al consumatore rimanendo sempre a una temperatura controllata, affinché ne vengano preservate le qualità e le proprietà organolettiche.

Questo sistema è noto come catena del freddo, un processo logistico realizzato dalle aziende stesse che producono gli alimenti, oppure esternalizzato a operatori specializzati che si occupano della supply chain a temperatura controllata. In entrambi i casi, è necessario che i procedimenti siano in linea con le normative di legge per garantire la sicurezza e la salute dei consumatori.

Come rispettare la catena del freddo

Come sottolineato anche dagli esperti di STEF, azienda leader in Europa per la gestione della supply chain alimentare, per operare nel pieno rispetto della catena del freddo i prodotti freschi, termosensibili e surgelati devono essere mantenuti costantemente in un range di temperatura specifico durante tutto il loro percorso, dallo stabilimento produttivo al punto vendita.

Nel dettaglio, per gli alimenti freschi è necessario che le temperature siano mantenute tra gli 0° e i 4° C, per i prodotti termosensibili si deve rimanere tra i 15° e i 18° C, mentre per i surgelati il controllo della catena del freddo viene garantito tra i -18° e i -25° C.

Il rispetto di questi range assicura una perfetta conservazione degli alimenti lungo tutta la filiera, i quali arrivano a destinazione integri e inalterati, mantenendo la loro qualità, aspetto e consistenza.

La catena del freddo nella supply chain agroalimentare

La logistica agroalimentare nella catena del freddo comprende diversi processi, tra cui lo stoccaggio e il trasporto degli alimenti deperibili.

Lo stoccaggio consiste nel deposito temporaneo dei prodotti agroalimentari all’interno di magazzini refrigerati, in cui gli alimenti sono tenuti a una temperatura controllata che viene monitorata in modo continuo.

Si tratta, per esempio, degli hub delle aziende specializzate nella logistica agroalimentare, strutture che permettono di gestire i flussi di prodotti in maniera più efficiente in base alle dinamiche della domanda e dell’offerta, alla stagionalità e alle esigenze lato produzione.

Il trasporto a temperatura controllata consiste nella movimentazione dei prodotti alimentari nel rispetto della catena del freddo, un’operazione realizzata tramite appositi mezzi refrigerati dotati di strumenti per il monitoraggio costante della temperatura del vano di carico.

I mezzi adoperati variano in funzione del servizio richiesto, dagli autocarri per coprire le lunghe distanze ai veicoli refrigerati più piccoli per l’home e urban delivery o le forniture dei negozi di prossimità.

Catena del freddo: cosa stabilisce la normativa?


All’interno dei paesi dell’Unione Europea per agire nel pieno rispetto delle politiche sulla sicurezza alimentare è necessario fare riferimento alla normativa UE, formalizzata nello specifico dal Regolamento UE N. 625/2017 e dal Regolamento UE 382/2021.

Proprio questi regolamenti stabiliscono la necessità di rispettare la catena del freddo effettuando operazioni di logistica e trasporto a temperatura controllata, prevedendo inoltre per le diverse realtà del settore la possibilità di applicare anche gli appositi piani di HACCP. Si tratta di piani di autocontrollo dei processi produttivi e distributivi, che si basano sul rispetto di principi specifici e codificati.

Affidare la gestione della supply chain alimentare ad aziende specializzate permette quindi di usufruire non soltanto di un elevato livello di servizio ma anche di avere la sicurezza che ogni operazione venga svolta nel pieno rispetto della normativa vigente.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia