Le smorfie che tradiscono! Come smascherare un bugiardo
Le smorfie che tradiscono! Come smascherare un bugiardo
Capire se chi ci parla dice la verità o mente è sempre importante e in certe situazioni diventa fondamentale. Scopri le tecniche in grado di smascherare un bugiardo.
Capire la menzogna è possibile. O comunque probabile grazie alle incongruenza delle smorfie facciali e dal linguaggio non verbale.
In alcuni campi dell’attività umana saper giudicare correttamente la credibilità di una persona è tutto.
Capire se chi ci parla dice la verità o mente è sempre importante, ma in certe situazioni diventa fondamentale. Un errore di valutazione durante un controllo di frontiera, in un interrogatorio di polizia o in un colloquio di lavoro possono avere conseguenze molto serie: la commissione o la reiterazione di reati sono le più evidenti, ma anche l’assunzione della persona sbagliata per ricoprire un ruolo chiave in azienda può causare danni molto gravi a una società.
A parlarne è John Pearse, psicologo Forense di Scotland Yard e di Diego Ingrassia di I&G Management quanto sia importante osservare il linguaggio non verbale delle persone per valutare la loro credibilità.
«L’analisi delle espressioni facciali, della postura o del modo di muoversi non sono in grado, da sole, di rivelare se una persona stia mentendo», spiega Ingrassia, «ma la conoscenza di una serie di indicatori consente di individuare i cosiddetti ‘hotspot’, quei momenti in cui il linguaggio verbale e quello non verbale si contraddicono».
Queste discrepanze non indicano automaticamente che una persona stia mentendo, ma possono guidare un osservatore attento verso le domande giuste, e permettergli di smascherare un eventuale bugiardo.
Paul Ekman ha elaborato le sue teorie a partire dagli studi di Charles Darwin e di Silvan Tomkins, attraversando il mondo alla ricerca del minimo comune denominatore nelle espressioni facciali associate alle emozioni.
La ricerca di Ekman, finanziata dal governo degli Stati Uniti, ha permesso di identificare i tratti caratteristici di una serie di «emozioni base» universali, che vengono espresse allo stesso modo in tutto il mondo, e di codificare il Facial action coding system (Facs), un metodo per interpretare anche i più piccoli movimenti facciali.
Così, l’attenta osservazione di queste espressioni, unita all’analisi dei movimenti del corpo, del tono di voce e del contesto, ha permesso agli studiosi del metodo di Ekman di capire come valutare al meglio la credibilità delle persone e di migliorare sensibilmente l’efficacia delle organizzazioni in cui le sue teorie sono state applicate.
Le persone però mentono quotidianamente, e spesso lo fanno per ragioni non gravi: anzi, a volte anche con buone intenzioni.
Se una persona fosse capace di scoprirle, dovrebbe per questo farlo?
«La conoscenza dei campanelli d’allarme che possono indicare una potenziale bugia è una capacità che non va usata a cuor leggero, ma deve essere esercitata con forte senso dell’etica e sensibilità», sostiene Ingrassia.
«La menzogna spesso è un meccanismo di difesa che non causa danno, e per alcuni soggetti come gli adolescenti, poi, è parte integrante del processo di crescita. In questi casi va rispettata, così, anche se a volte ci rendiamo conto di qualcosa di strano in quel che ci dice nostro figlio, bisogna capire quando è il caso di approfondire e svelare una bugia, e quando invece è meglio lasciar perdere».
Articolo scritto da Redazione PinkItalia