Fashion Low Cost! Fenomeno dilagante, i rischi per la salute

IL MERCATO DELLA NAPOLI BENE APERTO AD AGOSTO Abiti, scarpe e borse acquistati a poche decine di euro sulle bancarelle, sempre più in tempi di crisi: sono un buon affare?

T-shirt e scarpe “taroccate”, all’apparenza simili agli originali, non lo sono nel prezzo e sicuramente non nei materiali.

Se il portafoglio forse ci guadagna, a rimetterci è la salute.

A mettere in guardia sono i dermatologi, secondo cui «i pericoli dello shopping low cost si scontano sulla propria pelle e si chiamano dermatiti: coloranti e altri agenti chimici, inquinanti, tecniche di lavorazione improvvisate o che non rispondono alle severe regole europee possono innescare reazioni allergiche a carico della pelle», sottolineano su Humanitas Salute.

Con il fashion low cost si va incontro a «problemi che non vanno sottovalutati – spiega il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano – e a cui le società scientifiche stanno prestando sempre più attenzione per il dilagare del fenomeno».

Innanzitutto, occhio ai tessuti.

Pantaloni, magliette, persino biancheria intima rappresentano «merce prodotta a basso costo in varie parti del mondo – sottolinea Monti – generalmente senza rispettare le normali regole di fabbricazione, in particolare quelle per la fissazione del colore. E infatti, quando si indossano per la prima volta si rivelano di scarsa qualità».

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I rischi per la pelle arrivano anche dai coloranti utilizzati per i capi venduti sulle bancarelle. In particolare, due tinte conosciute con il nome di Disperso Rosso e Disperso Blu, sono i principali responsabili delle dermatiti da contatto dovute agli indumenti.

«A contatto con la pelle, specie se sudata – continua l’esperto – questi coloranti vengono rilasciati dai tessuti e vanno a depositarsi sull’epidermide».

D’estate, e nelle aree del corpo dove la sudorazione è più intensa come ascelle, inguine e la zona subito sotto il seno, si possono avere infiammazioni cutanee e vere proprie dermatiti irritative. «Generalmente il primo sintomo è il prurito – spiega Monti – accompagnato o seguito da bruciore. Subito dopo la pelle diventa rossa e si può ricoprire delle piccole vesciche tipiche della dermatite».

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Neanche ripetuti lavaggi in lavatrice o il ricorso alla tintoria riesce a eliminare del tutto il problema, «perché questi indumenti continuano a rilasciare il colore ogni volta che si indossano».

Alle prime avvisaglie di allergia da ‘fashion low cost’, l’esperto consiglia di «lavare bene la parte, eliminando il colore dalla pelle, applicare una crema lenitiva facendo attenzione al fatto che sia priva di cortisone perché potrebbe mascherare il problema» e «di rivolgersi al dermatologo per le cure del caso e i test allergologici – conclude lo specialista – utili a scoprire la sostanza che ha provocato la reazione».

Articolo scritto da Redazione PinkItalia