Cosa c’è di più sexi del potere? Torna il power dressing
Cosa c’è di più sexi del potere?
Torna in voga il power dressing, ovvero la moda delle donne di potere. Cosa c’è di più sexi del potere? E’ questa la famosa frase del fotografo di moda Helmut Newton dopo aver immortalato Margaret Thatcher ed è dai tempi di Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, che il termine power dressing non veniva utilizzato dagli addetti ai lavori del fashion, se non per riferirsi a quell’abbigliamento austero tradotto in tailleur severi e camicette abbottonate da prima della classe.
Poche donne come la Iron Lady, sapevano come trasformare grigi tailleur gonna e discutibili bow blouse (la camicetta con il fiocco, per intenderci) in leziose e imitatissime tendenze anche fuori dai corridoi di Downing Street.
Oggi sono finiti i tempi di rigidi doppiopetto abbottonati e gonne squadrate, troppo sobri per finire nell’armadio delle donne in carriera, troppo ingessati per diventare strumenti di seduzione. E poco importa che golfini e giacche informi siano ancora tanto amati dalle donne della politica: nel guardaroba della working woman si fanno largo modelli destrutturati e rivisitati in chiave ironica.
Complice il neo primo ministro inglese Theresa May, inseparabile dai suoi spolverini vigorosi, tailleur pantalone e scarpe animalier, la moda di stagione ha rispolverato il power dressing, preferendo però a millenarie spalline extra large e tagli maschili in voga negli anni ’80 colori sgargianti e silhouette avvitate.
Basta dare un’occhiata ai look di stagione, per capire che va bene il rigore da business manager, ma un tocco di colore o tagli più addolciti sono preferibili. E possono rivelarsi un vero passepartout, dagli orari d’ufficio a quelli dell’aperitivo.
E’ il caso del due pezzi damascato di Gucci, tutt’altro che rigido, e che Alessandro Michele, anima creativa della griffe fiorentina, ha stemperato abbinandoci cravatta rosa, mocassini e maxi occhiali da geek. Forse un look poco adatto alle stanze dei bottoni, ma senza dubbio preferibile agli aridi completi grigi che per anni hanno dominato la scena politica femminile.
E se Michele non si fa scrupoli a rivisitare il power dress con spirito Seventies, la donna tratteggiata da Max Mara nella spring summer 2016 prende il largo con un due pezzi ‘stellare’ composto da giacca caban in doppio tessuto stampato e pantalone scampanato.
E che dire del doppiopetto color cipria di Emporio Armani, che lo stilista piacentino abbina a morbidi shorts a metà coscia? Non è un caso poi se anche l’alta moda ha ceduto alle lusinghe del power dress, prendendo ispirazione dal virtuosismo del tailleur bianco, come quello rivisitato in chiave ultrasexy da Atelier Versace.
Insomma, che scegliate di sperimentare, azzardando tessuti poco convenzionali o navigare invece nelle acque sicure del classico tailleur pantalone, poco importa. Quel che conta è riuscire ad far emergere la femminilità che è in voi.
“What could possibly be more sexy than power?“, tradotto, Cosa c’è di più sexy del potere?
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Articolo scritto da Redazione PinkItalia