In epoca di lockdown globalizzato, qual è lo stato delle relazioni?

Articolo scritto da Maggie S. Lorelli 

Nella bolla temporale dell’isolamento da Covid-19 si assiste a una compressione degli impulsi psicologici, con inevitabili conseguenze sociali. Chiudersi tra le mura domestiche crea vasi comunicanti o cortocircuiti fuorvianti?

Lo abbiamo chiesto alla neuroscienziata sociale Rosalba Morese, esperta dei meccanismi neurofisiologici coinvolti durante la comunicazione e le interazioni sociali.

In epoca di lockdown globalizzato, qual è lo stato delle relazioni?
Neuroscienziata sociale Rosalba Morese, esperta dei meccanismi neurofisiologici

Cominciamo dalle relazioni di coppia. Chiariamo un presupposto di base. Nel diverso approccio alle relazioni fra i due sessi prevalgono le differenze neuronali o quelle culturali?

Esistono delle caratteristiche che contraddistinguono maggiormente gli uomini e le donne, ad esempio dal punto di vista neuroendocrino, ma anche le influenze culturali possono avere un impatto sui ruoli sociali in cui siamo stati abituati a identificarci. Non esiste un fattore che prevalga sull’altro, ma l’insieme dei vari aspetti influisce su di noi e sulle nostre relazioni.

In caso di conflittualità, può farci un elenco delle doti che è necessario affinare per ritrovare la concordia tra persone che vivono sotto lo stesso tetto?

In un momento in cui si rischia la crisi dei nostri equilibri sociali è importante mettere in campo tutte le nostre capacità relazionali. Possiamo cogliere l’occasione per tirare fuori le nostre risorse. In particolare un superpotere del nostro cervello sociale che tutti abbiamo: l’empatia. Mettersi nei panni dell’altro può aiutarci a sentire i bisogni, le emozioni e capirne il punto di vista. Questo ci permette di mettere in atto le modalità relazionali più adeguate.

L’empatia si può sviluppare con l’esercizio?

Certo. L’empatia rappresenta una vera e propria abilità che in questa esperienza collettiva di disagio sociale può essere esercitata per migliorare le relazioni in modo trasversale, anche al di là dei rapporti di coppia.

L’empatia può aiutarci a decomprimere la rabbia e a cercare di essere più solidali e meno aggressivi?

L’empatia consente di connetterci con gli altri. Quando proviamo questa esperienza emotiva rispetto all’altro siamo portati ad essere più prosociali e altruistici. Con l’affinamento della pratica, accade in automatico che le emozioni negative come la rabbia possano essere rimodulate, riducendo il pregiudizio e i comportamenti di violenza. A volte, pur costretti da necessità a passare più tempo insieme, capita di sentirsi ancora più soli. E’ vero. Ma anche questa può rappresentare un’opportunità da cogliere. I momenti di solitudine possono aiutare a riscoprirsi e, attraverso dei processi introspettivi, a vedersi più nel profondo. In questo tempo in cui tutto è fermo, il tempo interiore può assumere un valore importante per noi stessi. Nella routine quotidiana spesso questa necessità interiore ci sfugge.

Crede che questa inedita esperienza di isolamento ci farà scoprire qualcosa di nuovo?

L’impossibilità temporanea di poter stare con gli altri potrebbe aiutarci a riscoprire il loro valore nella nostra vita, il senso della collettività, il piacere delle relazioni sociali, il bisogno di stare con gli altri, fondamentale per l’essere umano che, come intuì bene Aristotele, è animale sociale.

Cosa cambierà quando tutto questo sarà finito?

Già ora siamo diversi, il nostro cervello è plastico e le esperienze che viviamo ci cambiano a tutti i livelli. Questa situazione ci sta già cambiando. Sarà interessante vedere come vivremo le relazioni sociali, come le vivranno le donne e gli uomini, come verranno gestite e rielaborate le emozioni. Il nostro cervello sociale apprenderà nuove modalità relazionali e nuovi significati sociali.

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Articolo scritto da Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all’Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Assieme ad una esperienza decennale alla Feltrinelli, ha collaborato come autrice con Radio Tre Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l’agenzia di stampa Adnkronos,  scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d’esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia