#SocialCafè, la grinta di Marco Morandi
Ammette di non essere molto attivo con i social ma nel suo lavoro non lo ferma nessuno. D’altronde, poteva essere solo così per Marco Morandi, figlio del grande Gianni, che con forza, idee chiare, e determinazione, sta lasciando il segno: sia come cantante, la sua voce graffiante si sposa bene con i testi di Rino Gaetano, che come attore, visto che sta girando l’Italia con diversi spettacoli teatrali…
- Che rapporto hai con i tuoi social?
Devo ammettere di non essere molto attivo. Li utilizzo soprattutto come mezzo di promozione per i lavori che faccio; cerco quindi di sfruttare la visibilità che i social offrono. Ma non mi piace condividere la quotidianità, o la mia vita familiare, a quello ci pensa mia moglie!!!
- Cito parte di un tuo recente post: «Gianni Morandi insegna: ci vogliono foto doc per avere MI PIACE»… Possibile che le vecchie generazioni ci debbano anche insegnare a usare i social?
Credo che mio padre sia un caso unico nel suo genere. È sempre al passo coi tempi, e il successo della sua pagina Facebook lo dimostra. Senza considerare che nel suo caso funziona la sua quotidianità più semplice. Evidentemente ha ancora tanto da insegnare!
- Essendo figlio d’arte come ti rapporti con Leonardo, Jacopo e Tommaso, che sono a loro volta figli d’arte e nipoti d’arte?
Cerco innanzitutto di inculcargli che l’attenzione che li investe non li deve fare sentire superiori, poi cerco di spiegare loro che sono fortunati e, proprio per questo, devono approcciarsi al prossimo con la massima umiltà e disponibilità. Infine, ripeto spesso loro che è il ‘fare’ a rappresentare chi sono, non solo l’anagrafe
- “Nel nome del Padre. Storia di un figlio di…” parla della tua condizione di figlio d’arte. Perché hai deciso di rappresentare tutto questo in uno spettacolo teatrale?
Dopo aver sentito la stessa domanda per tutta la vita, ovvero, com’è essere il figlio di Gianni Morandi, a quarant’anni ho maturato questo spettacolo dove racconto attraverso aneddoti e storie di vita vissuta, che cosa ha rappresentato per me questo risonante cognome
- “Non c’è due senza te” è uno spettacolo autoprodotto, che a maggio approderà in un grande teatro come il Sistina. Ce ne vuoi parlare?
Stento ancora a crederci… Se penso a come è cominciato tutto, tre anni fa, seduto al tavolino di un bar, insieme ai miei colleghi e amici Claudia Campagnola, Tony Fornari (che ha scritto e diretto lo spettacolo), Carlotta Proietti e Matteo Vacca mentre ci domandavamo: «Ma perché non proviamo a fare una commedia tutta nostra?». E così, con un piccolo investimento iniziale e un po’ di buona volontà ci siamo buttati nella mischia ed è andata benissimo! Lo spettacolo diverte molto, ha superato le 100 repliche in giro per l’Italia, finalmente è cresciuto! Oltre ad andare in scena al Sistina di Roma, sarà anche all’Augusteo di Napoli; Teatri ‘sacri’ per chi fa questo mestiere… Per noi è una grande soddisfazione.
- “Generazione di precari” è in scena al teatro Golden di Roma fino al 17 gennaio. Meraviglia sentirti parlare di precariato: come attore e come uomo senti la morsa dell’instabilità contemporanea?
“Generazione di precari” è la storia di quattro ragazzi che, loro malgrado, sono costretti a convivere, a causa della loro situazione lavorativa precaria. Affronta con ironia un tema molto serio, che riguarda la nostra attualità. In quanto musicista e attore non posso evitare di avvertire il problema perché, come per molti, è quanto di più precario esista!!! Ho anche tanti amici che spesso mi dicono di essere in partenza per cercare fortuna altrove. Teatri che chiudono, sale semi deserte, la paura a livelli d’allerta sempre più alti. L’instabilità è ormai un fattore tangibile
- Nelle tue info di Facebook c’è scritto: genere “quasi Pop”. Vuoi spiegarci cosa significa per te?
Era un modo ironico per dire che, per fattori ‘genetici’, sono Pop anche se non lo voglio ammettere
- Il 29 ottobre 2015 Rino Gaetano avrebbe compiuto 65 anni. È da anni che con “I Rinominati”, la tua band, lo ricordi in giro per l’Italia. Cosa si prova a interpretare i brani di un gigante?
Rino per me è terapeutico, liberatorio. Una valvola di sfogo incredibile, un modo anche per urlare le insoddisfazioni e i fastidi in faccia al mondo, come faceva lui
- Quali sono le canzoni di Rino Gaetano che hai più nel cuore?
La canzone che mi ha fatto innamorare della sua musica, è la traccia numero 1 del suo primo disco: “Tu forse non essenzialmente tu”. Ma anche “Cerco”
- Natale è la festa che rappresenta meglio di tutte la famiglia. Qual è per te l’elemento che rende speciale questo periodo?
L’atmosfera che si crea: il fuoco acceso, la gioia dei bambini, il calore di tutta la famiglia, pluri-allargata, che si riunisce, i giochi da tavola…Nulla a che vedere con il caos commercial-consumistico che invece detesto…
Cose da web, miti social e altre storie…
Articolo scritto da Roberto Federico Manzoni