#SocialCafè, Marco Liorni: «Il web è un grande regalo che ci ha portato la tecnologia»
Il conduttore de “La vita in diretta” ci parla del suo rapporto con i social network e dell’importanza che hanno all’interno di un programma televisivo, perché come lui stesso ammette: «Il web fa parte degli ascolti»
- Che uso fai dei social network?
Li leggo, soprattutto! li uso per leggere le opinioni, per accedere a link postati da altri, per cogliere il ‘sentiment‘ sul fatto del giorno: sono un buon polso dei temi di cui si parla e dell’orientamento generale, anche se bisogna fare la tara perché conosciamo bene quante distorsioni vi siano! Ogni tanto scrivo qualcosa anche io, ma non sono un gran twittatore!!!
- “La musica è come la vita: si può fare solo insieme” lo ha detto Ezio Bosso, ospite al Festival di Sanremo riuscendo ad arrivare al cuore di tutti gli italiani. Probabilmente è stata la frase più twittata del Festival. Perché nell’era del 2.0 è più semplice ricordare una bella frase con un post, piuttosto che applicarla nella vita di tutti i giorni?
Questa è una bella domanda. Sottintende che si rilancino frasi come esercizio retorico, un po’ ipocrita forse, ma che poi non ci si comporti di conseguenza. Non lo so se è sempre così, credo che se una frase colpisce e hai voglia di metterci un like, un cuoricino, o se hai voglia di trascriverla e postarla, allora vuol dire che dentro ci senti qualcosa di bello, qualcosa che ci unisce, a cui ispirarsi. Fosse anche solo una condivisione di bellezza, comunque, sarebbe sempre un qualcosa di giusto da fare, no?
- Secondo te, i social network hanno cambiato il modo di intendere il Festival di Sanremo? E se così fosse, la vittoria degli Stadio è secondo te un trionfo dello stile classico contro l’innovazione apportata dai social media?
I social network hanno sicuramente cambiato per molti il modo di intendere la televisione. Il double-screen è ormai qualcosa di largamente praticato e per quel che mi risulta anche molto considerato nel marketing. Come un colossale gruppo di ascolto. La vittoria degli Stadio con questo aspetto non credo c’entri molto però
- Nel 2009 hai scritto Facebook. Tutti nel vortice, dove hai raccolto testimonianze, opinioni di esperti, dati statistici e tanto altro, sul social network che oggi convive con milioni di persone in tutto il mondo. Numeri a parte, cosa è cambiato da allora?
Quel libro l’ho scritto su un’onda emotiva che ha riguardato milioni e milioni di persone in Italia fra la fine del 2008 e buona parte del 2009. E’ stato bellissimo scoprire la potenza di Facebook, e davvero si era come attratti in un vortice: vecchi e nuovi amici, vecchi e nuovi amori, fotografie, proiezioni di se stessi in profili che delineavano personalità, discussioni accese e molto molto altro. Prima non c’era ed era abbacinante! Una ‘droga’. Oggi, a distanza di sette otto anni, tutto questo non è sparito come qualcuno preconizzava, ma anzi è entrato in modo stabile o addirittura strutturale nelle vite di milioni di persone nel nostro Paese. Quindi è cambiato solo il tasso di emotività, ma Facebook ha vinto
- Sei un bell’uomo, e sui social si perde il conto delle manifestazioni di affetto e delle avance che ricevi da tantissime donne. Tua moglie si è mai infastidita?
Che io sappia no! Sappiamo che i social sono stati e sono anche dei velocizzatori delle pratiche di contatto e di seduzione online impressionante, ma per chi è personaggio pubblico non vale più di tanto: dietro un nome o una foto di una bella donna può nascondersi chiunque
- Da genitore cosa pensi del rapporto che hanno i ragazzi con l’uso dei social network e, tenuto conto dell’invadenza di questi ultimi, saresti d’accordo se uno dei tuoi figli volesse diventare una web star?
Mio figlio ha vent’anni e ha scelto di ‘disintossicarsi’ dai social più o meno un anno fa: ha tolto di mezzo lo smartphone e usa un telefonino di vecchia generazione col quale non naviga. È una repulsione: li ha usati troppo. Al massimo usa WhatsApp e Telegram. Quanto al discorso ‘webstar‘, sarebbe interessante capire come ci si arriva, diventare opinion leader su qualcosa credo sia segno di grande intuito, di capacità, quindi un qualcosa di positivo
- Quanto è importante per te l’opinione della rete?
‘L’opinione della Rete’ che cos’è? Nel senso che siamo persone che si esprimono in tanti modi, a volte anche scrivendo un post su Internet. Il famoso ‘popolo della Rete’ che cos’è? Forse quella fetta di popolazione che prevalentemente si esprime scrivendo post? Guarda, quando faccio ricerche sui social per tastare il polso alle opinioni circolanti, mi viene istintivo togliere di mezzo tutti i commenti estremi, livorosi o adoranti o militanti, vanno tolti i commenti fatti solo per fare battute… Gli altri contano, a volte ho letto cose interessantissime, a volte post che sembrano editoriali di livello. Però bisogna stare attenti alla rappresentatività, gli esperti di marketing ci hanno sottolineato che spesso i commenti non solo non sono statisticamente significativi, ma sono persino fuorvianti
- Ritieni che il web contribuisca ad aumentare gli ascolti di un programma televisivo?
Il web fa parte degli ascolti! Ed è uno straordinario canale di comunicazione che un tempo non esisteva e oggi è uno strumento importante per un programma televisivo. Purché sia fatto bene, da professionisti seri che conoscano il mezzo. Credo vada incrementato moltissimo, per la TV generalista è un complemento perfetto! Bisogna investirci di più perché in questo modo un programma TV va oltre la fruizione passiva, da spettatore ti permette di entrarci, di proporre, di chiedere aiuto, di offrire soluzioni; e poi naturalmente di usarlo come luogo di incontro con altri che come te stanno vedendo il programma e vogliono dire la loro. Il programma acquisisce affezione e partecipazione. Un grande regalo che ci ha portato la tecnologia
Cose da web, miti social e altre storie…
Articolo scritto da Roberto Federico Manzoni