La ghiandola pineale tra scienza e tradizione

La ghiandola pineale tra scienza e tradizione

Chiamata anche “terzo occhio”, la ghiandola pineale (o epifisi) è una ghiandola endocrina situata fisiologicamente nel terzo ventricolo del nostro encefalo, incaricata alla produzione della melatonina, un ormone importantissimo che regola il ciclo sonno-veglia e i ritmi circadiani, migliora le difese immunitarie e combatte i radicali liberi.

Ha le dimensioni di una nocciola con la forma di una pigna (da qui il nome) e il buon funzionamento di questa ghiandola è essenziale per il benessere del nostro organismo.

La ghiandola pineale fra stress e melatonina

Il buio è l’elemento chiave perché avvenga la secrezione di melatonina: durante la notte, infatti, la ghiandola pineale ripara i danni e le attività alterate durante la vita diurna. Nelle prime ore di sonno il livello del nostro cortisolo (comunemente chiamato l’ormone dello stress) diminuisce fino quasi ad azzerarsi, mentre quello della melatonina aumenta al massimo.

Se ci troviamo in particolari condizioni di affaticamento fisico e mentale o ci capita di trascorrere notti insonni, il nostro livello di cortisolo rischia di rimanere alto, bloccando la trasformazione della serotonina (l’ormone del buon umore) in melatonina e quindi riducendone la sua produzione.  Non solo: può capitare per esempio che la ghiandola pineale risenta anche di alcune condizioni, come il jet lag, se si viaggia attraversando diversi fusi orari. In questi casi spesso occorrono alcuni giorni di adattamento per riprendere il giusto ritmo di sonno, ed è proprio la ghiandola pineale a doversi adeguare alle nuove condizioni per mantenere al meglio l’equilibrio del nostro corpo.

Perchè la ghiandola pineale si chiama tradizionalmente “terzo occhio”?

Fin dall’antichità, in quasi tutte le tradizioni orientali si sente spesso attribuire alla ghiandola pineale l’appellativo di terzo occhio. Situato al centro della fronte, in mezzo alle sopracciglia, il terzo occhio è considerato la parte del nostro cervello che ha la capacità di vedere ciò che non appare agli altri due occhi, in grado di percepire sensazioni dal mondo spirituale. Questo accade soprattutto quando sogniamo di notte, e la ghiandola pineale, oltre a serotonina e melatonina, produce piccolissime quantità di una sorta di sostanza allucinogena (dimetiltriptamina-DMT), in grado di trasportare l’individuo in dimensioni extrasensoriali durante la fase REM del sonno.

Il DMT fu sintetizzato chimicamente per la prima volta nel 1931 dal chimico Richard Manske, in realtà era noto già molti anni prima in alcune tribù. L’uso di piante contenenti dimetiltriptammina, specialmente fra i popoli indigeni del Brasile, è, infatti, una pratica antichissima, spesso riservata agli sciamani che la utilizzavano nei rituali per entrare in contatto con gli “spiriti”, o in pratiche curative.  In tempi più recenti anche il filosofo francese Cartesio nel XVII secolo dedica parte dei suoi studi a descrivere le ghiandola pineale come la sede principale dell’animo umano,  centro di tutte le informazioni  e del pensiero.

Come prevenire la calcificazione della ghiandola pineale?

All’interno della ghiandola pineale scorre acqua, che con l’avanzare dell’età si calcifica. Anche il ritmo e la quantità della secrezione di melatonina nelle persone più anziane si riduce gradualmente.

Non bisogna allarmarsi per questo: non si tratta infatti di una patologia, ma di un processo fisiologico normale del nostro organismo, anche se a volte può essere accelerato da alcuni elementi che utilizziamo regolarmente nella nostra quotidianità come i composti a base di fluoro o alcuni prodotti chimici contenuti ormai in moltissimi alimenti.

Sembra infatti che proprio il fluoro si accumuli maggiormente nella ghiandola pineale piuttosto che in altre parti del corpo generando a lungo termine una possibile calcificazione dovuta alla formazione di piccoli cristalli. Per questo motivo spesso gli esperti consigliano di limitare con il passare degli anni l’uso di prodotti ricchi di additivi a base di fluoro come alcuni dentifrici, bibite gassate, acqua fluorizzata e zuccheri raffinati.

In ogni caso, attraverso alcuni semplici accorgimenti, è possibile tenere sotto controllo questo processo e aiutare, almeno in parte, a rallentarlo. Vediamone alcuni:

  • mantenere una sana alimentazione, praticando regolarmente attività fisica
  • non rinunciare alle ore di sonno
  • evitare l’utilizzo di dispositivi elettronici (smartphone, tablet, tv) subito prima di andare a dormire, per favorire al meglio la produzione di melatonina
  • dedicarsi allo yoga e alla meditazione, che aiuta a risvegliare la ghiandola pineale
  • dormire al buio evitando di lasciare accese anche piccole lucine soffuse. L’assenza totale di illuminazione, infatti, è la condizione migliore per produrre melatonina
  • esporsi al sole, con le giuste precauzioni. Sembra un controsenso, eppure i raggi solari sono importanti per la produzione di vitamina D e di serotonina e, di conseguenza, di melatonina

Ci sono anche diversi metodi che ci consentono di attivare la ghiandola pineale e le sue funzioni, per saperne di più si può consultare l’articolo di approfondimento di MBenessere.it, il magazine di salute e benessere con molte informazioni utili.

Fonti

https://www.medicalnewstoday.com/articles/319882.php

https://upliftconnect.com/detoxify-your-pineal-gland/

https://www.yourhormones.info/glands/pineal-gland/

 

Articolo scritto da Redazione PinkItalia