Lo sapevi che?

Genetiche semi di cannabis e differenze

Per gli amanti della coltivazione di Cannabis homemade, certamente il discorso sulle genetiche non è così sconosciuto. Infatti, questo è un elemento fondamentale della coltivazione di questa pianta poiché permette di creare nuovi ibridi che possano adattarsi a diverse condizioni ambientali ed esigenze specifiche per quanto riguarda le caratteristiche ed i principi contenuti. Per capire tutto quello che c’è da sapere sulla coltivazione dei semi di marijuana sul web si trovano un sacco di testi interessanti.  

La selezione genetica dei semi ha permesso la nascita di varie tipologie di pianta e varie tipologie di semi acquistabili sui vari negozi online, dove è possibile comprare i semi autofiorenti migliori o anche i femminizzati, semi regolari e tante altre varietà. Ma cosa vuol dire tutto ciò? Nel seguente articolo, andremo a vedere nello specifico cos’è la genetica della Cannabis, come funziona e le differenze tra alcune varietà più famose.

Qualche cenno storico

La Cannabis è una pianta angiosperma, della famiglia delle Cannabaceae ed è utilizzata dall’uomo per vari scopi da millenni. Il suo utilizzo riguardava principalmente il campo medico dato che, i suoi fiori, contengono una sostanza psicotropa, il tetraidrocannabinolo, più comunemente chiamato THC noto per le sue doti antiestetiche, sedative e rilassanti. La percentuale di THC ne determina l’utilizzo e, in tempi moderni, la legalità.

Al di sopra di una percentuale di THC, infatti, la Cannabis ha un effetto narcotico ben noto anche agli antichi che la utilizzavano per scopi divinatori o puramente ricreativi. È proprio quest’ultimo che ha reso nota questa pianta in occidente, in particolare nella seconda metà del ‘900 in cui fumare Marijuana era diventato un vero trend.

Tutto ciò ha portato la necessità di regolamentarne la vendita e la coltivazione. In Europa, ad esempio, ne è consentita la coltivazione solo con un THC inferiore al 2%. Ma com’è nata, invece, la necessità di creare varie genetiche? Il motivo principale è una questione di adattabilità.

Quando la Cannabis ha cominciato a diffondersi in vari paesi, si è presentato il problema della  coltivazione in situazioni climatiche diverse da quella di origine e si è visto che, incrociando diverse varietà genetiche, si poteva ottenere un ibrido che avesse le caratteristiche di entrambe le piante da cui veniva generato riuscendo ad adattarsi meglio a condizioni climatiche ed ambientali diverse.

Ciò ha portato ad una coltivazione più intensiva e selettiva che riesce a garantire delle qualità sempre più pregiate di questa pianta, alcune delle quali sono diventate particolarmente famose.

Le Landraces

Per landraces, cioè varietà locali, si intendono quelle genetiche di Cannabis più antiche ed indigene di una determinata zona dove si sono adattate naturalmente alle condizioni ambientali e climatiche dopo un lungo tempo di isolamento.

Pur essendosi in gran parte adattate naturalmente alle condizioni circostanti, spesso, gran parte del lavoro veniva effettuato dai coltivatori che cercavano di selezionare in modo da aiutarne la conservazione nel tempo, cercando i migliori abbinamenti che potessero adattarsi meglio a determinate condizioni ambientali, alla resistenza alle muffe, a climi particolari ecc.

Le landraces giocano un ruolo fondamentale nella selezione genetica moderna. Infatti, da esse è partito il concetto di selezione ed incrocio per poterle conservare meglio, e sono state poi utilizzate per l’ibridazione moderna che si basa, non solo sull’incrocio di due landraces, ma anche sull’incrocio tra una Landrace ed un ibrido o di più ibridi, dando una maggior diversificazione genetica e nuove varietà.

Le varietà Landrace, in genere, sono diversificate in base alla loro regione di origine, come le note Think Panama Red, Maui Wowie e Malawi Gold. Può sembrare assurdo che da poche varietà Landrace siano nate così tante varietà ibride moderne, alcune delle quali particolarmente pregiate e conosciute. Vediamo insieme quali sono.

Le genetiche più famose

Tra le tante genetiche di semi che esistono, ce ne sono alcune particolarmente conosciute che hanno quasi fatto la storia della Cannabis per le loro caratteristiche particolari e per l’interesse che hanno suscitato in coltivatori e consumatori. Citiamone alcune:

Skunk:

si tratta di una delle prime varietà ibride di questa pianta, e prende il nome dal suo aroma particolarmente forte. Nata dall’ibridazione di tre landraces : l’indica Afghana, dalla quale ha preso il breve tempo di fioritura ed il grande raccolto, e due sativa, Acapulco gold e Colombian gold dalle quali ha preso l’alto effetto narcotico (che ne determinò il successo all’epoca dato che era utilizzata principalmente per questo scopo);

Northern Lights:

un altro ibrido di prima generazione, è nato dall’incrocio di sole varietà di indica, per poi aggiungere un po’di sativa thailandese alla quinta generazione. Questa varietà è particolarmente pregiata e facile da coltivare dati i tempi brevi di fioritura ed il raccolto abbondante;

Haze:

le varietà di Haze hanno fatto la storia nel campo della coltivazione della Cannabis mettendo in campo un prodotto innovativo ed estremamente pregiato. Questo tipo di pianta, infatti, è nata dall’ingegno degli Haze Brothers che hanno scoperto che il clima di Santa Cruz, California, permetteva di sperimentare delle ibridazioni con una predominanza di sativa che hanno suscitato un enorme successo tra gli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo;

Sour Diesel:

chiamata così per il suo odore ed il sapore pungenti, simili a quelli del diesel, ha riscosso un enorme successo negli anni ’90 riportando in auge la sativa dato che, a causa della coltivazione più veloce dell’indica, i coltivatori preferivano questa, dalla coltura più immediata.

Queste sono solo alcune delle varietà genetiche che hanno fatto la storia, ma, grazie alla capacità di ibridazione dei coltivatori, ce ne sono e ne nascono ogni anno sempre di più numerose migliorando di generazione in generazione.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia