Garbiñe Muguruza, il volto nuovo del tennis femminile

La nuova stella del tennis femminile è una giovane ventitreenne originaria del Venezuela. Garbiñe Muguruza, vincitrice a Wimbledon contro la titanica Venus Williams.

C’è una ragazza di soli ventitré anni che siede davanti alle telecamere della conferenza stampa tenuta a Parigi. Una domanda dei giornalisti, il volto di lei che si nasconde guardando verso il basso dove gli sguardi nostri e di tutti gli altri non possono arrivare. Le mani di lei si spostano dal tavolo al suo viso coprendo un dolore troppo forte e proteggendola da tutto il resto. L’addetta alle interviste si avvicina e chiede un minuto di pausa. Garbiñe si alza e la segue. Le due donne escono dall’inquadratura che resta fissa su di una sedia vuota.

Nessuno stacco, nessun montaggio drammatico, solo una pausa che dura il tempo di cui ha bisogno Garbiñe per decidere se continuare o meno nella sua intervista. Qualche minuto dopo è di nuovo seduta di fronte alle telecamere per parlare della sua sconfitta al torneo del Roland Garros. Siamo a Giugno del 2017.

Quando Andre Agassi vinse per la prima volta a Wimbledon fu messo a parte di un piccolo grande segreto, una rivelazione che gli fu chiara ed evidente, ma ci voleva quel trofeo, quel grande successo da sempre agognato per averne la piena consapevolezza. Come scrive nella sua autobiografia (Open ed. Einaudi) vincere non cambia niente. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente.

Eppure lui ha vinto tanto, nonostante odiasse il tennis con la stessa rabbia con cui prendeva parte alle sfide sul campo da gioco. La sconfitta ci rende più umani, fa crescere l’umiltà che sta nella consapevolezza dei propri limiti. E dei suoi Agassi è sempre stato consapevole.

A distanza di così tanti anni dal ritiro di Agassi e della sua compagna, la campionessa di tennis Steffi Graff, troviamo una giovane donna che è venuta a parte del segreto di cui sopra. Perché fin quando non lo si sperimenta in tutta la sua devastante realtà, la sconfitta, nel tennis come nella vita, non insegna un bel niente. Celebriamo campionesse e campioni visto che non fa piacere a nessuno identificarsi con il secondo arrivato, men che meno con l’ultimo. Il perdente sembra non insegnarci nulla e invece è proprio qui che sta il succo della storia. Perché dietro la sconfitta di Garbiñe Muguruza, davanti a quel pubblico di giornalisti assiepati per fare domande e nutrirsi, qualcuno, delle lacrime della perdente ecco che la debacle diventa storia di rivincita.

Siamo nel Luglio di quest’anno. Dopo aver mostrato la propria fragilità, Garbiñe affronta a Wimbledon la titanica Venus Williams. Lei e la sorella sono le eredi di una tradizione di campionesse che vanno da Steffi Graff alla Sharapova, rappresentano la precedente generazione, incontrastata dominatrice dei campi da gioco.

Garbiñe scombussola le carte, rivoluziona le aspettative e mette tutti davanti a una palese evidenza quando sorridente tiene in mano il trofeo della vittoria. E prima ancora del pubblico se ne erano accorti i bookmakers del Regno Unito. Basta pensare a William Hill, numero uno per le scommesse in Italia, che quotava, già al quarto turno di Wimbledon, la Muguruza tra le principali pretendenti al titolo. Preveggenza di chi con i giochi ci lavora, mettendo da parte sogni e desideri.

E invece nei suoi sogni Garbiñe ci ha sempre creduto, perché è abituata a sognare in grande, perché se lo si fa in piccolo che senso ha? Così ha vinto ed è stata battuta nei tornei minori, ma non tanto da impedirle di arrivare a giocare nei tornei che davvero segnano una carriera. È qui che Garbiñe ha dato il massimo ottenendo la sua prima finale ad uno Slam nel 2015 contro Serena Williams. Perde è vero, ma l’anno successivo al Roland Garros i ruoli si invertono ed è lei a trionfare.

La sua ultima vittoria a Wimbledon dimostra che quando le cose si fanno davvero serie Garbiñe è in grado di vincere e di stupire.

Tra un sorriso e le lacrime a noi basta vederla giocare.

Articolo scritto da Redazione PinkItalia