#SocialCafè, Cataldo Calabretta: “Bisogna fare di più per tutelare le donne”

Avvocato, esperto di scienze forensi, docente universitario in Diritto dell’Informazione, opinionista televisivo e conduttore e moderatore di iniziative di grande interesse. È una vita piena quella di Cataldo Calabretta, che in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, fa il punto sull’emergenza femminicidio in Italia

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AVV. CATALDO CALABRETTA
  • Il femminicidio è una piaga del nostro tempo. L’uomo uccide perché non ha più il possesso di quella “cosa” che riteneva sua

L’aumento esponenziale degli episodi di violenza sulle donne è oramai una vera e propria emergenza. Tutto ciò è inaccettabile in uno Stato di diritto. Gli uomini che commettono atti così deplorevoli sono probabilmente ancorati a una cultura maschilista e patriarcale dove la donna è soggetta al potere maschile. Sono fragili, deboli, percepiscono la donna come “oggetto” da possedere, di cui disporre, e non gli è attribuita la possibilità di scegliere in autonomia. Non accettano l’abbandono, tanto meno il rifiuto

  • Nel nostro ordinamento giuridico vige dal 2013 una legge varata per contrastare la violenza sulle donne, qual è il suo giudizio?

È stato indispensabile l’intervento normativo, e per avversare il fenomeno serviva una legge ad hoc, ma ritengo che si debba fare di più. L’omicidio è l’ultimo atto del “procedimento” della violenza, ed è l’estrema manifestazione del possesso. Il femminicidio si colloca tra i reati che hanno origine da un substrato culturale radicato ed arcaico. Alcuni uomini non hanno ancora accettato l’emancipazione della donna. A tal proposito mi preme sottolineare che fino a pochi anni fa era ancora presente nel nostro ordinamento giuridico il “delitto d’onore”. Tuttavia, anche se ci sono queste nuove norme a salvaguardia della donna, ininterrottamente si annotano episodi di violenza. Stato, famiglia e scuola, devono creare una rete di protezione e intervenire in maniera incisiva perché la violenza sulle donne riguarda tutti e non deve essere concepito solo come un fatto privato

  • Quali sono gli interventi legislativi più innovativi?

La denuncia presentata da una donna maltrattata, nei casi più gravi, diventa irrevocabile: una volta esposta non può più essere ritirata in modo da allontanare la vittima dal rischio di nuove intimidazioni. Purtroppo le statistiche registrano che questo rischio non è né diminuito né controllabile perché non esiste alcun tipo di vigilanza e controllo sul soggetto autore di minacce e violenze. Questa legge prevede anche investimenti per il potenziamento dei centri antiviolenza e per la sensibilizzazione dei media, della collettività, e di tutte le professionalità che entrano in contatto con fatti di violenza di genere o di stalking. Purtroppo a tre anni dall’entrata in vigore della legge, non abbiamo constatato né il rafforzamento dei centri antiviolenza, né massicce campagne di sensibilizzazione sulla questione. Ritengo che si debba fare molto di più!

AVV. CATALDO CALABRETTA
AVV. CATALDO CALABRETTA
  • Le donne vittime di violenza possono denunciare e mantenere l’anonimato? In molte hanno paura di essere lasciate sole e di non avere la giusta protezione dalle autorità competenti. Anche dopo aver denunciato, molto spesso, la vittima continua ad essere perseguitata

Purtroppo si registrano moltissimi casi di questo genere. L’uomo continua a perseguitare nonostante la denuncia. Una buona soluzione potrebbe essere l’utilizzo del braccialetto elettronico, ma nel nostro Paese non è ancora di facile utilizzo. È opportuno ricordare che quando si viene a conoscenza di casi di maltrattamenti sulle donne, chiunque può fare una segnalazione anonima alle autorità.

  • In seguito alla vicenda di Tiziana Cantone si è parlato tanto di diritto all’oblio. Ci spiega cos’è? Come si svanisce dal mondo virtuale?

Il diritto all’oblio è una creazione giurisprudenziale, non è codificato in Italia ma è riconosciuto a livello europeo. Garantisce di essere dimenticato al protagonista di vicende non encomiabili quando la funzione informativa si è esaurita. È una particolare forma di garanzia sancita dalla Corte di Giustizia Europea, stabilisce che gli utenti possono avere la possibilità di chiedere la cancellazione di link, dati, e materiali ritenuti “inadeguati o non più rilevanti”.

Per procedere alla cancellazione è fondamentale fare un raffronto tra il possibile interesse pubblico di un dato materiale in opposizione al diritto alla privacy. È facilmente intuibile che il diritto all’oblio riguarda casi e fatti generalmente legati al passato. In generale per poter essere rimossi i risultati visualizzati devono essere “inadeguati, irrilevanti, non più rilevanti, oppure eccessivi”. La prassi ha consentito che l’interpretazione principale del diritto all’oblio riguardi dunque informazioni non più aggiornate perché senza una rilevanza corrente. Ecco che dovrebbe essere definito come il diritto ad avere “una seconda possibilità” nel mondo virtuale.

  • E’ molto apprezzato in veste di opinionista di cronaca giudiziaria, come si ricopre un ruolo così “delicato” in uno studio televisivo? 

Non è affatto semplice. Quando si fa corretta informazione non credo si possa influenzare negativamente la pubblica opinione, se la cronaca giudiziaria è esercitata in maniera equilibrata, in alcuni casi si possono addirittura favorire le indagini. Non mancano gli episodi in cui le inchieste giornalistiche sono state di grande aiuto agli inquirenti. Non mi piace “processare”, nel senso che nel pieno rispetto del diritto di cronaca, prediligo il commento e l’analisi dei casi, delle inchieste giudiziarie, e dei processi in corso. L’unico processo ad oggi esistente è quello che si svolge nelle aule dei tribunali

  • Siamo abituati a vedere opinionisti che urlano ed esagerano nei commenti mentre il suo è un volto rassicurante, “familiare”, che manifesta preparazione e una grande attenzione nel trattare argomenti molto delicati

E’ fondamentale prepararsi e conoscere le vicende giudiziarie per non commettere errori e non deludere il pubblico. Nessuno deve avere la presunzione di credere che un’opinione è la verità assoluta

  • Avvocato, docente universitario di Diritto dell’informazione, opinionista e in molte occasioni anche moderatore e conduttore di iniziative di grande interesse. Come riesce a conciliare tutti i suoi impegni?

Mi rendo conto di avere una vita professionale molto complicata ma piena di grandi soddisfazioni. Tutto quello che faccio è legato in maniera indissolubile. Non riuscirei ad eliminare niente. Ho sempre avuto una buona organizzazione mentale, e con tanta determinazione ho raggiunto risultati per me molto importanti. Per il momento il fisico e la mente mi sostengono. L’impegno in tutto quello che faccio è massimo, e ho la fortuna di avere attorno a me tanti bravi professionisti con cui collaboro come Vittoriana Abate, giornalista di Porta a Porta, con la quale ho scritto il libro “Il ragionevole sospetto” (edito da Imprimatur), prossimamente in tutte le librerie, dove analizziamo i casi di cronaca nera più intricati del nostro Paese

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VITTORIANA ABATE E L AVV. CATALDO CALABRETTA
  • A pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, sono andati in scena due grandi eventi di solidarietà dove ha dato un grande contributo: il Premio Nazionale dell’Accoglienza “A Braccia Aperte”, e “Con il Cuore – Uniti per la ricerca sul cancro”. Ce ne vuole parlare?

La manifestazione “A Braccia Aperte” è stata una grande festa di solidarietà e spettacolo dedicata ai temi dell’accoglienza e dell’inclusione sociale. La partecipazione e l’interesse attorno a questa prima edizione che ho organizzato insieme alla Confraternita della Misericordia guidata da Leonardo Sacco ha stupito anche noi. Alla conduzione un inedito trio formato da Savino Zaba, Elisabetta Gregoraci e Roberta Morise, tre amici a cui sono molto legato.

In questa avventura mi sono stati accanto anche validi professionisti come Tommaso Martinelli, Luigi Miliucci, Marco Marrocco, Mario Maiellaro e Francesca Aiello, ai quali non finirò mai di dire grazie. Tra gli ospiti spicca il nome di Al Bano Carrisi, che con la sua voce ha incantato tutti. Sono state tante le personalità del mondo della comunicazione, della cultura, dell’imprenditoria, della religione, dello sport e della TV che hanno ricevuto l’ambìto riconoscimento creato dal maestro orafo Michele Affidato.

Per quanto riguarda “Con il Cuore-Uniti per la ricerca sul cancro”, è stata una nobile iniziativa nata dall’intuizione di due straordinarie donne calabresi: Sabina Ceccacci e Serafina Sammarco. Ho avuto il piacere di affiancare Manila Nazzaro alla conduzione e moderare la discussione tra l’oncologo Salvatore Turano, l’avvocato Giuliana Barberi membro del consiglio di amministrazione di Fin Calabra, e il ricercatore e fisico Giuseppe Strangi, docente CWRU University Cleveland USA, un vero orgoglio per l’Italia. Il prossimo 18 dicembre a Reggio Calabria, abbiamo già in programma un’altra iniziativa sempre a sostegno della ricerca sul cancro

  • In qualità di legale ha affiancato Elisabetta Gregoraci nella sua prima, importante, avventura cinematografica che avuto un grande successo, un film dedicato alla figura Mata Hari. L’evento di presentazione del film che si è svolto al Cinema Adriano di Roma è stato  seguito ed apprezzato dai media italiani, cosa ci racconta di questa esperienza?

Responsabilità e soddisfazione hanno caratterizzato questa esperienza. La pellicola, diretta da Rossana Patrizia Siclari, con la sceneggiatura di Gianna Volpi, e prodotta da Stemo Production e Melina Production, vede nel cast anche l’attore hollywoodiano John Savage. Elisabetta si è impegnata molto, ha studiato ed ha ottenuto il giusto riconoscimento da parte della critica. Abbiamo anche vissuto insieme a tutto il team di lavoro una meravigliosa settimana al Festival del Cinema di Venezia dove abbiamo presentato il film

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AVV. CATALDO CALABRETTA CON ELISABETTA GREGORACI
  • A questo punto del tuo percorso umano e professionale, a chi sente di dover dire grazie?

Alla mia famiglia, a mia mamma Rita e a mio padre Nicodemo. A loro devo tutto, mi hanno dato la possibilità di diventare quello che oggi sono: devo fare ancora molta strada, ma qualche “sogno” sono riuscito a realizzarlo. Ho fatto molto per gli altri, ma devo ammettere che ho incontrato tanta gente che mi ha apprezzato, e con cui in maniera naturale, ho avviato importanti collaborazioni. Chi come me nasce in Calabria, terra meravigliosa che amo profondamente, deve necessariamente “espatriare” se vuole realizzarsi in determinati settori. Però i calabresi nel DNA hanno una grande forza di volontà

Cose da web, miti sociali e altre storie…

Articolo scritto da Roberto Federico Manzoni